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Chapter 14 - 13 giugno 768, palazzo reale

La regina e i suoi consiglieri passarono molto tempo ad ascoltare le testimonianze di tutti i marinai e di Joan. Vennero aggiornate le mappe e organizzate altre spedizioni per conoscere meglio questa terra sconosciuta. Joan Velati fu nominata baronessa dell'oceano con un'elegante cerimonia, per lei fu davvero difficile indossare un vestito lungo e non i soliti abiti da marinaia. Non venne dato un annuncio ufficiale della scoperta, la voce si diffuse più come una leggenda urbana che un fatto reale, tanto che ognuno conosceva una versione diversa della storia. Il passaparola aveva distorto il racconto originale, spesso comparivano cannibali e tesori favolosi. Alcuni non credevano nemmeno fosse vero.

Dopo aver ponderato a lungo, la regina e i suoi consiglieri avevano deciso di avviare delle relazioni diplomatiche ufficiali con il Nuovo Mondo e a febbraio si erano imbarcati insieme a Joan Velati, che ormai conosceva bene quelle coste. Ormai erano passati quasi quattro mesi dalla partenza e si aspettava a breve il loro ritorno.

Strisce di luce entravano dalla finestra in fondo al corridoio, illuminando di giallo tramonto i piedi di Rafe. Il servitore stava aspettando composto accanto alla biblioteca del palazzo reale, fingendo di ignorare i rumori ritmici che venivano dall'interno. Salutò con un inchino Diamonda Lang quando uscì rassettandosi il corsetto, seguita con noncuranza da Dragomiro Targari.

-Buonasera, principe. Mi dispiace disturbarla proprio ora ma sono giunte notizie…

-Possiamo parlarne dopo cena?- rispose lui allontanandosi

-La regina Gal è morta. Lei è appena diventato il nuovo re di Civilty.

Dragomiro si bloccò barcollando in mezzo al corridoio. Morta Gal… Lo aveva davvero lasciato come aveva fatto suo padre? In quell'occasione, gli aveva detto che doveva essere sempre forte come lo era stato lui. E Dragomiro si era impegnato per essere sempre il più forte di tutti, ma questo evento lo aveva preso alla sprovvista.

-Davvero?- fu l'unica domanda che uscì fuori tra le tante.

-Così mi è stato riferito. Potrà sentire tutto il racconto da… ecco la baronessa.

Joan si era avvicinata quieta ai due, portava un nastro nero al braccio.

-Mi dispiace molto, vostra maestà.

Il titolo reale lo colpì come un martello.

-Cosa è successo? Com'è potuta morire una regina?

-Davanti al mare, siamo meno che niente. Nella tempesta, regine e puttane valgono lo stesso.

Rafe tossì gentilmente

-Mi perdoni, sono abituata al linguaggio del mare e gli ultimi eventi mi hanno fatto perdere lucidità.

-Parla come vuoi, ma voglio sapere.

-Certamente. Come lei sa, partimmo a marzo per il nuovo mondo approfittando dei venti di primavera. Dopo un paio di settimane giungemmo a Pasir-Emas, un luogo che ormai mi è familiare, con due navi: la Bizal-Mat su cui viaggiavo insieme alla regina e la Tenger guidata da mio zio Nico Velati. Da Pasir-Emas, la regina con la sua scorta ha percorso l'entroterra spostandosi tra i villaggi più importanti per portare l'ambasciata di Civilty. L'ho accompagnata io stessa, conoscendo le usanze del posto. Nel mentre mio zio ha viaggiato tra i villaggi costieri con la Tenger. Il quindici di maggio ci incontrammo di nuovo in una baia a sud per poi riprendere la rotta di Civilty. O almeno, questo era il piano. Il clima del Nuovo Mondo è difficile, ormai lo sappiamo bene, per colpa delle distese glaciali del meridione. Ciò che non conoscevamo sono i venti di primavera, che coinvolgono grandi spostamenti di aria calda e fredda. Per colpa di questi venti che ci arrivavano contrari, decidemmo di aspettare qualche giorno a partire, ma a posteriori fu proprio questa la scelta che ci condusse alla rovina

-E allora perché aspettaste? Non dovreste essere esperti di mare, voi Velati?

-Sul momento, era la via che ci pareva più semplice e più sicura. Pensammo semplicemente di aspettare che si abbassasse il vento, che invece aumentò. Stando alla fonda vicino alla costa, normalmente un po' di vento non è un problema ma in quella baia le rocce alte incanalavano la tempesta formando gorghi e mulinelli. Il peggio cominciò con la marea crescente del secondo giorno. Grandine cadeva dal cielo così forte da ferire, la corrente entrante faceva grattare le ancore sul fondo. Il vento continuò a montare fino a che la Tenger si trovò schiantata sugli scogli. Con alcuni coraggiosi allora dalla Bizal-Mat scendemmo con delle scialuppe sfidando la tempesta, per recuperare i nostri compagni sopravvissuti. E fu proprio questo a salvarci, perché pochi istanti dopo la Bizal-Mat fece la stessa fine della Tenger. Riuscimmo ad arrivare alla spiaggia in pochi, meno di un quarto dell'equipaggio iniziale. Passammo alcuni giorni d'inferno, riparandoci nelle grotte marine dalla pioggia e cercando di curare i feriti. La marea ci portava i corpi dei nostri compagni, quelli che non erano stati divorati dalle profondità. Quando finalmente la tempesta smontò vennero gli stessi abitanti del Nuovo Mondo a cercarci, allarmati dai corpi che galleggiavano fino a nord. Sono stati fin troppo ospitali con noi, curando i nostri compagni e dandoci una delle loro navi piccole e veloci per giungere a Civilty. Ma di quelli che sono partiti troppo pochi faranno rientro alle loro case stasera, troppe vedove agiteranno i pugni verso l'oceano e troppi figli piangeranno su bare vuote.