-Avanti!- rispose Shugo a chi stava bussando alla sua porta.
-Buongiorno, posso disturbarla?
-Ci conosciamo, per caso?- chiese lui, scavando nella memoria -Aspetti, ma non l'hanno accompagnata?- aggiunse buttando un'occhiata fuori dallo studio.
-No, il maggiordomo mi ha detto di salire le…
-Angus!- gridò Shugo con la testa fuori dalla porta -Porta subito del thè per me e la mia ospite! Dannazione…- aggiunse poi rassegnato -Quell'uomo non ha voglia di fare niente. Spera di essere pagato per poltrire! Perdonami, puoi ripetermi chi sei?
-Mi chiamo Ludovica Pohl. Avrei un favore da chiederle.
Avevano passato qualche minuto seduti alla scrivania a parlare di banalità fino a quando non era arrivato il thè. Dopo averla servita, Shugo aveva richiuso la teiera per poi guardarla negli occhi.
-Ora possiamo parlare con calma. Dimmi tutto.
Ludovica gli raccontò delle poesie che scriveva e dei fallimentari tentativi di pubblicarle, nonostante alla Duluoz fosse la migliore del suo anno nel corso di composizione. Shugo aveva continuato a fissarla, ascoltando attentamente.
-Hai mai barato durante gli esami?- le chiese, facendole arrossare le guance.
-No, mai. Mi sono sempre impegnata con lo studio!
-E su quali libri studiavi, esattamente?
-I soliti libri di testo. Nell'ultimo anno ho usato anche "Lo Yaleo lirico" e "Teoria frattalica del linguaggio".
-Scommetto che non li hai presi in biblioteca, vero?
-No… perché?
-Conosco quei testi- rispose furbamente Shugo -Alla Duluoz sono considerati libri proibiti. Si, ti fanno scrivere poesie perfette dal punto di vista strutturale, quelle belle che piacciono tanto ai professori e ti fanno prendere buoni voti. Ma se poi provi ad utilizzare le stesse nozioni in un contesto reale, ti trovi con scritti tutta forma e niente sostanza.
-Mi sta dicendo che non sono capace di fare niente?- rispose lei, piccata
-Beh, visti i risultati che hai ottenuto, potrei anche dirlo.
-Sono venuta qui proprio per questo. So che sei una persona influente e puoi comunque rendermi famosa!
-Ha! Fosse facile come preparare un thè, lo farei anche subito. Vedrò che si può fare, ma prima devi migliorare la tua poesia.
-Non posso permettermi un altro anno di università, è troppo tardi.
-Non servirà. Mmm…- fece pensoso -Fai così, parti. Vai un paio d'anni nel nuovo mondo. Stai lì, scrivi e non pensare a pubblicare niente. Poi quando tornerai qui, farò in modo di darti tutta la fama che desideri. Sempre che la tua composizione sia migliorata, s'intende!
-Davvero può fare questo?
-Certamente. Hai detto anche tu che sono una persona influente. Ora via, prima si parte e prima si torna, come si dice sempre- e detto questo, si alzò. La conversazione, era terminata.
Ludovica era già sulla porta, quando lui la richiamò. Si era avvicinato alla finestra, guardando fuori con aria distratta.
-C'è un prezzo per i miei favori, ovviamente.
-Se hai tutto questo potere, cosa c'è che posso darti io?
-Sei della famiglia Pohl, no? Ho per molto tempo contrattato con tuo nonno per quel pezzo di terra a sud della Sagan, ma non è disposto a cederlo. Spero che tu possa fare qualcosa in proposito.
-Se davvero puoi ciò che mi hai promesso, sarò più che felice di consegnarti quelle terre io stessa.
Caro A. B. ti ricordi quella mattina alla Duluoz, cinque anni fa? Il post-it e le due monete d'oro? In ogni caso, finalmente ho risolto con i Pohl, il terreno è tuo. Paga la scommessa.
S.
Sei diabolico, ti farò avere presto quella cassa di rum. Comunque non aspettavo altro, sono anni che ho tutti i piani già disegnati e li porterò alla Municipalità oggi stesso. Non vedo l'ora di mettere in piedi anche questo cantiere.
A.B.