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Chapter 35 - 10 febbraio 773, palazzo reale

Danny mise subito in atto il suo piano. Cominciò a far crescere la barba e tinse di rosso i capelli, tanto che solo Bono riusciva a riconoscerlo. Prese la spada e la cotta di maglia, unendosi alle milizie che lui stesso aveva radunato e partirono marciando verso il palazzo. Dragomiro, a ragione, non si fidava di mandare le nuove truppe in prima linea contro i Velati credendo che non avessero l'odio o la motivazione necessari a schiacciarli per riprendersi il porto e le strade. I soldati Suriano vennero lasciati a custodire il castello el castello insieme alla guardia reale, mentre i Targari battaglieri combattevano a Porta Orientale.

Danny era di guardia sulla torre est nel momento più freddo della notte, appena prima dell'alba, quando il sonno è più pesante. Un fuocherello acceso in un barile teneva caldo lui e i suoi due compagni. Arrivò la pattuglia per dargli il cambio sui bastioni e scese trovando Yurj e Kendy ad aspettarlo dietro la porta. Arrivarono agli alloggi dove tolsero le armature tenendo solo i corpetti in cuoio e prendendo delle corte daghe al posto delle alabarde.

Entrarono nella stanza dove Diamonda e Dragomiro stavano dormendo con le tende chiuse. Yurj era rimasto fuori, nascondendo i corpi delle due guardie reali che avevano eliminato. Kendy era su Diamonda mentre Danny si avvicinò al re. Fu una cosa estremamente rapida, una daga piantata nel petto che non interruppe il suo sonno. Diamonda si svegliò con Danny che la scuoteva e la prima cosa che vide furono i due pugnali puntati alla sua gola. 

-Dove è stata portata Lilia Senatrice?- le chiese piano. Lei impiegò qualche secondo a risvegliarsi davvero e prendere coscienza della situazione. Le lame, i due assalitori, Dragomiro vicino a lei e il sangue che macchiava le coperte. Resasi conto della loro rovina, afferrò la daga di Danny spingendosela in gola. Il suo grido morì in un gorgoglio. Danny rimase a contemplare il suo regicidio mentre Kendy apriva le tende. Nel cielo si vedeva già il chiarore dell'alba.

Il sole spuntò lentamente, rosso sull'orizzonte. Appena arrivarono i primi raggi, le pattuglie sulle mura si mossero. Entrati negli alloggi della guardia reale calarono le spade sui soldati addormentati. Chi era di turno, venne preso alle spalle dai Suriano nascosti negli angoli bui del palazzo. Non fu una battaglia ma un'esecuzione durata pochi minuti: il leone Targari aveva perso la testa e gli artigli.

Shugo si era svegliato all'alba come al solito e stava facendo i suoi esercizi correndo tra gli angoli della cella quando sentì un gran trambusto venire dalle scale. Ogni avvenimento insolito era una distrazione dalla monotonia quindi si avvicinò all'inferriata, infilando la testa tra le sbarre per vedere meglio. Vide per primo un soldato dai capelli rossi e una leggera armatura di cuoio seguito da altri più corazzati che spingevano una dozzina di prigionieri che evidentemente erano stati trascinati fuori dai letti. Chi sbadigliava, chi imprecava. Il rosso si avvicinò a Shugo, con una chiave in mano. 

-Lei è libero, può andare. Abbiamo bisogno di questa cella per personaggi molto più loschi- disse aprendo il chiavistello. 

Shugo rimase un attimo a guardarlo, poi vide i colori verde e giallo dei Suriano sulle armature. Si gettò addosso a Danny, riconoscendolo.

-Oh Danny, Danny, Danny! Che tu sia benedetto più e più volte. Mai sono stato più felice di incontrare qualcuno. Ricordo quando nascesti che dissi a tuo padre "Santippe, questo bimbo sarà una stella nel nostro regno" ma mai avrei pensato che la tua gloria sarebbe arrivata a toccare me personalmente.

Mentre consiglieri e ministri venivano distribuiti fra le varie celle, Danny si allontanò con Shugo che continuava a ringraziarlo e coprirlo di elogi.

Nella sala del trono li aspettava Bono, che abbracciò il fratello.

-Sono cinque giorni che non ci vediamo e abbiamo tante cose da raccontarci. Ma anche se è appena sorto il sole, la mattina è stata densa di avvenimenti che mi hanno messo una certa fame quindi ci sposteremo nelle cucine e solo a stomaco pieno parleremo- decretò Danny. 

Per i due Suriano era una colazione, per Shugo era il primo vero pasto che poté consumare in quattro anni. Il suo racconto fu molto breve, e ascoltando gli altri si alzò più volte per razziare la dispensa. Il periodo dietro le sbarre lo aveva lasciato con la pelle tirata sulle ossa, pallido come un affogato, ma sarebbe tornato in forze presto. Danny e Bono parlarono per più tempo, collegando tante informazioni che a Shugo erano arrivate in piccoli frammenti. La guerra che era stata persa perché i Velati avevano nascosto le loro navi nei mari del sud, la pessima opinione che aveva il popolo di Dragomiro e la repressione di potenziali oppositori, la seconda guerra che doveva iniziare, l'assassinio dei Velati -per il quale Shugo si rattristò molto- e di come erano cominciati gli scontri, fino ad arrivare al piano che Danny aveva architettato. Shugo ascoltò il racconto del sogno di Danny molto attentamente chiedendogli anche di tornare su alcune parti che trovava importanti o invece particolari che magari aveva trascurato, ma non rivelò il perché di tanto interesse. 

-C'è un punto che abbiamo toccato ma che ancora non è risolto- disse Bono quando tutti cessarono di parlare -Lilia?

-Yurj e Kendy hanno girato tutto il palazzo cercandola, ma non l'hanno trovata. In questi giorni in cui ho fatto la guardia, Diamonda non è mai uscita quindi dev'essere per forza qui da qualche parte.