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Chapter 32 - 11 ottobre 1171, accademia Duluoz

Partì il giorno dopo, senza avvisare Jimmy e senza nemmeno sapere bene dov'era la Duluoz. Sapeva solo che doveva andare a sud, oltre Porto Nuovo. L'accademia era sulla costa.

Civilty era grande per lei, e ogni passo sulla strada verso il meridione era una scoperta. Vide la Sagan, l'enclave neomondana e la sagoma infinita dell'Aerodromo. E lì vide i velieri attraccati e i cantieri poggiati uno sopra l'altro, mentre le case strette venivano costruite sopra ad altri edifici. In fondo, c'erano i cancelli della Duluoz.

Nel buio i mobili della sala comune erano forme indistinte, ma le braci erano ancora accese. E c'era una sagoma davanti. E stava prendendo l'orologio per cui era lì anche Emma. Molti anni dopo, quando ormai era diventata Misaloa di Glicalea, vide di nuovo quell'orologio a Bigg House, durante un ricevimento. Rincorse il ladro dalla maschera bianca in corridoio e sulle scale gridandogli di fermarsi, ma quello non rallentò.

-Dammi l'orologio!

-Stai zitta!

Ma lei aveva continuato a seguirlo fino a quello che sembrava un vicolo cieco, un angolo in cui erano stati ammucchiati vecchi mobili.

-Dammi l'orologio o sveglio tutti! Da qui non puoi andare da nessuna parte!

-Ah davvero?- rispose beffardo, spingendole addosso una pila di bauli.

E mentre il frastuono rimbombava per tutto l'edificio, l'uomo scomparve attraverso il muro. Anni dopo, usò lei stessa quel passaggio segreto in circostanze molto diverse.

Il giorno seguente la trovò dolorante, gettata nel fango della strada fuori dai cancelli della Duluoz. Il rumore aveva svegliato tutti, e lei era stata trovata e malmenata dai guardiani.

Quella notte disgraziata non fu l'ultima volta di Emma alla Duluoz, nonostante fosse stato un primo incontro piuttosto doloroso. Si era resa conto che se doveva vivere facendo la cameriera in posti squallidi, tanto valeva tornare al Palazzo Reale. Nobili e saloni affrescati, tutt'altra cosa rispetto a "Guendalina, l'affittacamere di Porto nuovo". Sognava i palazzi del Boulvart e i grandi ricevimenti danzanti che aveva sbirciato a palazzo, ma sapeva che non doveva illudersi: aveva tredici anni ed era senza famiglia. Le serviva un'istruzione, le servivano amicizie potenti. Amicizie di persone che un giorno avrebbero dato ricevimenti e parlato a corte: l'élite universitaria della Duluoz. Era lì che si studiavano politica e filosofia per il bene di Civilty, dove si formavano i circoli e le amicizie che sarebbero durate per sempre. Emma non aveva i soldi né il diploma necessari ad entrare all'università, ma non era un problema per lei. Visse per vari anni dentro il campus, entrando come sguattera fino a quando non fu abbastanza grande per spacciarsi per una studentessa. Frequentava le lezioni che la interessavano, divorava libri in biblioteca e a volte riusciva a scroccare il pranzo alla mensa. Ma soprattutto, conosceva persone. Nelle sere al pub o nelle pause fra le lezioni parlava con le altre ragazze e se le faceva amiche senza distinzioni di ceto, perché non sapeva chi di loro sarebbe stata la sua chiave per entrare nell'alta società. Quando le chiedevano delle sue origini, mentiva. "Vengo dalla famiglia Glicalea, del Nuovo Mondo". Stava gettando i semi che molti anni dopo la portarono in quel piccolo ufficio all'interno del Palazzo Reale. Aveva già cominciato il suo lavoro: conoscere le persone, i loro segreti e quelli delle loro famiglie. Scheletri nell'armadio raccontati come semplici aneddoti. Sapeva che tutte quelle informazioni le davano potere. E anche se erano solo studentesse, prima o poi sarebbero cresciute e quelli che sembravano segreti innocenti sarebbero diventati le fondamenta della sua posizione a corte.