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Chapter 26 - 8 novembre 1160, accademia Duluoz

Ludovica si svegliò di soprassalto, con una mano premuta sulla bocca. Riconobbe dal profumo i capelli biondi di Hermia -le aveva prestato lo shampoo- che con un dito poggiato alle labbra, la invitava a fare silenzio. -Seguimi- le sussurrò. Saltò subito nelle pantofole, curiosa di scoprire dove sarebbero finite. La compagna la portò fino alla finestra che nonostante la pungente aria autunnale era aperta e le fece passare i palmi sotto ai rampicanti che ricoprivano il muro esterno di quel lato del dormitorio.

-Scendi- Sotto alle foglie erano nascosti degli appigli scavati nel muro a intervalli regolari.

Le pantofole poggiarono sull'erba umida e un brivido le percorse i polpacci sotto alla camicia da notte. Hermia saltò giù accanto a lei e vedendo che era intirizzita, le gettò sulle spalle la sua felpa. Si nascosero tra le colonne buie del porticato, gettando occhiate inquiete intorno. Da una parte si vedeva l'oceano con le sue onde che arrivavano costanti, dall'altro la massa compatta dell'università che si stagliava più scura contro il cielo stellato.

-Dove andiamo?

-C'è una riunione extra del club.

-Fico, ci sto.

Attraversarono il prato antistante al dormitorio per poi infilarsi nel tunnel scavato nelle vecchie mura che arrivava fino al corpo principale. Lì dentro si rilassarono, dato che ormai non potevano più essere viste dalle finestre. Camminarono spedite fino alla metà del tunnel, quando videro una lanterna comparire tra i portici in fondo. La luce le colpì dritte sul fondo degli occhi.

-Ferme, chi siete!- berciò una voce vecchia e strascicata.

Anche Keiko sentì quel grido. Dalla finestra del suo cottage era saltata sul tetto della biblioteca piccola e da lì sul camminatoio delle vecchie mura. In quel momento era quasi sopra a Hermia e Ludovica. Sporgendosi dalla merlatura, le aveva viste schizzare fuori dal varco laterale, nel vicolo tra la biblioteca e la lavanderia, dentro alla quale si fiondarono. Poco dopo apparve anche il custode, guardingo. Da lì potevano essere scappate in una delle due casupole, o avevano continuato su uno dei due rami del vicoletto che costeggiava i cottage.

Dentro la lavanderia, Hermia e Ludovica non osavano respirare. Si erano infilate strisciando in un cumulo di lenzuola usate che arrivava quasi al soffitto. Sentivano pungere nel naso la puzza di tutte le ragazze del dormitorio. Ma sentivano anche l'adrenalina, così forte. Sentirono la porta aprirsi e delle mani scavare tra le lenzuola. Un viso spettrale dagli occhi rossi apparve alla fioca luce.

-Venite, l'ho attirato fra i cottage. Ma sbrighiamoci, potrebbe tornare- gli disse Keiko agitata

Decisero di passare da sopra, era più sicuro. Keiko salì per prima, aggrappandosi alle inferriate delle finestre della lavanderia, per poi aiutare Ludovica a salire, impacciata nelle ciabatte. Danzarono dietro alle merlature alla luce della luna, per dissolversi poi in una macchia nera alla base dell'edificio di pietra. Percepivano il custode da qualche parte, ma lì nell'ombra erano al sicuro.

-Tranquilla- fece Hermia a Ludovica riprendendo fiato -Di solito non è pericoloso.

Passarono sopra alle mura per arrivare al corpo principale infilandosi in un corridoio e da lì si infilarono in una delle porte.

-Questa non è l'aula di grammatica?

-Si, non ci fermiamo.

Keiko premette qualcosa dietro la lavagna e una delle scaffalature si aprì silenziosamente. Si ritrovarono nel cortile posteriore, e da lì di corsa in un altro corridoio apparso dietro ad un muro.

-Cosa è appena successo?- chiese Ludovica

-Siamo appena usciti dal perimetro dell'accademia. Qui è pieno di tunnel segreti. Per esempio si può arrivare nell'ala dove alloggiano i professori tramite il bagno del primo piano. le mura c'è una lunga galleria, una specie di magazzino, dalla quale si arriva al camminatoio sulle mura e da lì, attraverso la torre d'ingresso, fino ai tetti dei cottage- rispose Keiko.

-C'è anche una scaletta che dal capanno di Marlo arriva sulle mura. È l'unico modo comodo per arrivare nella torre d'ingresso. Il problema è che spesso ci puoi trovare lui- aggiunse Hermia.

-Chi è Marlo?

-Il custode, quello che ci ha inseguito prima.

Mentre parlavano avevano proseguito lungo il corridoio. I muri in mattoni pietra si erano fatti più regolari, per poi venire coperti da eleganti pannelli di quercia. Erano poi arrivate all'improvviso in un locale più ampio, illuminato da un caminetto e da lanterne che pendevano elegantemente dal soffitto. In fondo c'era un lungo mobile bar di mogano e poggiato al bancone stava un ragazzo con l'uniforme della Sagan.

-Benvenuta- le disse sorridendo -benvenuta nella sede notturna del Presence Club.