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Chapter 7 - Capitolo 6: Fato

Permesso al pallido piede sinistro di staccarsi da terra e avvicinarsi all'emissario "Sicuro di volerlo fare? La signora ha ragione, ti sporcheresti soltanto."

Munito il fine e delicato piede della vampira con la princincipesca scarpetta "Come la senti? A me dà l'impressione ti calzi alla perfezione."

Più rossa che pallida e visibilmente gioiosa per il gesto rivoltole, mosse a destra e sinistra, avanti e indietro l'attuale protagonista "È perfetta."

Rettosi in piedi ed elargito un rasserenato sospiro "Bene, adesso non resta che comprarti un capello. Non vorrei ti prendessi un'insolazione." voltatosi verso i due biondi negozianti "Potreste mostrarmi il miglior cappello bianco in vostro possesso?"

Presa parola l'uomo, fu lui a risponder con buone maniere all'emissario "Come volete voi." giunto dinanzi il corretto scaffale, posto alle spalle dell'accomodata e incredula vampira, e fatto ritorno dinanzi Dosei una ventina di secondi più tardi, con in mano due copricapi molto diversi tra loro "Quale preferite? Sono entrambi di eccellente manifattura."

Indicato il copricapo sorretto dalla mano destra dell'umano "È tessuto in iorassar? E i ricami argentati, sono cuciti con fibre d'argento?"

Nota: lo iorassar è un pianta dalle caratteristiche simili a quelle del cotone.

"Esatto, l'impalcatura è tessuta con fibre di iorassar, le decorazioni con fibre di puro argento."

Fattosi consegnare il simil berretto, lo posò e sistemò sul capo di Anaelle... Ed esaminato attentamente come le stesse "Lasciatelo dire Anaelle, ora come ora, sei la ragazza più affascinante e incantevole che abbia mai visto in vita mia." fatto il suo ingresso la maschil e giovane voce "Credo tu ti stia fin troppo lasciando trasportare... Non hai sempre affermato, fosse Sereca la più bella in assoluto?" "Ho cambiato idea, ma ciò non vanifica l'amore che provo nei suoi confronti. Sono i sentimenti a contar più di qualsiasi altra cosa, non l'aspetto fisico." "Mi hai convinto, per cui crederò a ciò che dici, ma evita di illudere ulteriormente la vampira... Potrebbe farsi un'idea sbagliata." "Un'idea sbagliata? Non ricordo di averle fatto intendere ci fosse una sorta di qualche interesse da parte mia nei suoi confronti, la sto semplicemente trattando con la gentilezza che merita. Per una volta, è bello avere qualcuno con cui discutere e che mi faccia compagnia durante un incarico." offeso dall'affermazione del ragazzo "Interessante, a quanto pare, discutere con me non ti basta." "Sai perfettamente non sia così." terminato l'incessante osservar la nuca di Anaelle e l'argentato copricapo "Compro sia il berretto che le scarpe, quanto vi devo?"

Presa parola la donna "Quattromila trecento der, duemila seicento il paio di scarpe e mille settecento il cappello."

Afferrato un sacchetto di monete stracolmo, che nella tasca del nero e decorato in oro pantalone portava, e adagiatolo sulla pietrosa e levigata panca "Onesto come prezzo." reso accessibile il dentro del tessuto e nero contenitore presentante dorate decorazioni, e prelevata la somma pattuita dall'interno di questo "Ecco a voi. Indossa l'altra scarpetta e dirigiamoci alla carrozza, abbiamo già perso fin troppo tempo." atteso che Anaelle portasse a termine l'azione da lui menzionata, le diede la mano e all'unisono raggiunsero l'esterno del negozio, per poi dirigersi incontro al veicolo in lontananza stanziato... Fatto ingresso in quest'ultimo e preso posto alla sinistra della vampira, fu questa la seguente domanda che l'umano pose lei "Quanti anni hai, Anaelle? Io ventidue."

Sorreggendo il bianco e scintillante berretto tra le mani "Diciannove, compiuti il quinto giorno del settimo mese dell'anno."

"L'ultimo mese della stagione calda..." reso saccente il tono di voce "Sai chi fu a suddividere l'anno in dodici mesi da trenta giorni ciascuno?" raccolto un timido no con la testa "Stando a quanto narrato dalla leggenda, fu il primo papa, dopo aver consultato la regina delle fate. Non è un caso, il calendario corrente prenda il nome di "fato"... Fato, destino, il futuro che inesorabilmente ci attende. Secondo i più stimati ricercatori e studiosi delle ere passate, la parola "fato" trova le sue origini nel termine "fata" o "fate"... Creature mistiche, le cui tracce e testimonianze andarono perdute con il logorante scorrere del tempo. Quanto ne rimane oggi, non sono altro che leggende e fiabeschi racconti."

"Capito... Fai parte della gilda della sacra fede, dico bene? In alcune occasioni, al villaggio, mi è capitato di vedere donne e uomini, sia umani che elfi, indossare abiti simili ai tuoi... Ricoperti da decorazioni color oro. Mi hai anche fatto dono della tua benedizione."

"Esatto, faccio parte della gilda della sacra fede di Tutiora. E sì, le decorazioni color oro sono tipiche delle vesti di noi emissari e di chi in possesso di un grado superiore. Per quanto riguarda la benedizione, sappi che dopo il morso da te ricevuto, è divenuta tutt'altro che una benedizione."

Più che dispiaciuta per lo spiacevole e doloroso per l'emissario evento "Scusami, non era mia intenzione arrecarti dolore... Il fatto è che, nel momento in cui ho visto la tua mano avvicinarsi, ho creduto volessi farmi del male. Ti ho morso esclusivamente per difendermi."

Sollevato il braccio destro e puntati al di sopra questo i suoi occhi grigi, disse ciò dipingendo una simil dolorante smorfia sul proprio volto "Non credevo che il morso di un vampiro potesse fare così male. Non so bene come spiegarlo, ma subito dopo il dolore dovuto al morso vero e proprio, un bruciore insopportabile ha cominciato a propagarsi velocemente nel resto del corpo." dato luogo ad un brivido dovuto al per nulla piacevole ricordo "Da quest'oggi in poi, quando mi capiterà di ritrovarmi difronte ad un vampiro, mi terrò a debita distanza." catturata con la vista l'avvilito sguardo della vampira "Eccezion fatta per te, ovviamente. Tu non rientri nei vampiri da cui mi terrò a debita distanza."

Tentando invano di nasconder la lietezza per le parole di lui "Mi fa molto piacere sentirtelo dire... Oltre a te, non ho nessun altro. Sono felice di averti come padrone."

Estratto un giallognolo foglio da una delle quattro tasche del decorato in oro pantalone, lo avvicinò alle labbra e con mano e denti mise fine alla sua cartacea integrità "Padrone?" serio in viso, come se nulla fosse successo "Io non sono il padrone di nessuno."

Incredula per quanto dall'umano compiuto, spalancò i rossi occhi e senza muovere un muscolo o dir nulla, fissò per un paio di secondi i due resti del prima intatto oggetto "Il contratto di schiavitù, lo hai appena strappato... Questo sta a significare..." attanagliata da un tempestivo e gioioso versar lacrime "Che non sono più una schiava..." portato il bianco copricapo che tra le mani sorreggeva in prossimità dell'umido volto, e adoperatolo come un comune fazzoletto di stoffa "Ora come ora, sono più confusa che altro, ma tutto ciò che desidero dirti... È grazie, anche se so perfettamente, che un semplice grazie non potrà mai essere abbastanza."

Stretta a se la pallida ragazza e fattole dono di un rincuorante abbraccio "Grazie è più che sufficiente. Ti chiedo solamente, di non scappare via quando ti si presenterà l'occasione. Fin dall'istante in cui ho deciso di acquistarti, non ho mai avuto l'intenzione di trattarti come una schiava o mantenerti tale. Tuttavia, non potevo permetterti di fuggire, poiché saresti nuovamente finita in gabbia." disposta la mano destra dinanzi l'ancor appannata vista di lei, un paio di bui occhi fecero la loro raccapricciante comparsa "Questo, esattamente come tutti gli altri, è un mondo crudele al quale non importa nulla della vita e dei sentimenti di coloro che lo abitano." stretta Anaelle a se con più insistenza, un'oscura nebbiolina si fece avanti dalla rosa, e momentaneamente percorsa da nere vene, pelle coperta di lui... E data vita ad una perfida e spietata espressione "Porterò loro via la vita, non importa come..." affondate le unghia nella color neve pelle di lei, che a causa del progressivo incremento di dolore tentò invano di liberarsi dall'imperturbabile morsa "Soffriranno, come ho sofferto io."