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Chapter 5 - Capitolo 4: Occhi bui come le tenebre

Non ricevendo nuovamente alcuna risposta da parte di lei "Così sia, vorrà dire che mi farai compagnia con le catene ai polsi."

Chinato il capo e tese le pallide braccia contro le coperte ginocchia, aprì bocca e diede vita ad una voce dal flebile e timoroso tono "Non voglio... Non voglio più stare in catene."

Spalancati gli occhi grigi per lo stupore e alzatosi di scatto dalla sedia "Hai parlato!" guardatosi attorno e accortosi degli sguardi straniti puntati addosso, si risedette e fece ritorno al suo momentaneamente perduto comportarsi "Scusa la sceneggiata, ma sentirti finalmente parlare mi ha fatto molto piacere, dunque, per premiarti mi accompagnerai al santuario di Imorlin priva di qualsivoglia restrizione. Tuttavia, dovrai promettermi che non proverai a fuggire, posso assicurarti che non andresti molto lontana." abbeveratosi facendo uso di un ridotto boccale in vetro "Finito di mangiare, ingaggerò un cocchiere affinché con la sua carrozza ci porti sino al santuario, dopodiché, terminata la visita, in tarda serata faremo ritorno qui alla locanda. Tutto chiaro?"

"Sì..."

"Oltre ad essere di bell'aspetto, hai anche una bella voce. Quanto sei alta? Un metro e sessantasette? Io sono un metro e settantasette, all'incirca... Quand'eri accanto a me, mi sei sembrata una decina di centimetri più bassa." poggiato il gomito sul legnoso sostegno a quattro zampe e fatto da culla al mento con la sua unica mano, ammorbidì la propria espressione e rimase immobile ad ammirare la vampira ancor intenta a cibarsi "Occhi rossi come il sangue, capelli più argentei dell'argento stesso e pelle pallida come la neve..." senza alcun preavviso, i suoi occhi, a partire dal bianco al di fuori dell'iride, divennero bui come le tenebre più profonde "Potrei far di te ciò che desidero, in fondo, sei la mia schiava, tu mi appartieni..." manifestatasi la maschil e giovane voce "Calmati, cerca di controllarti." chiusi gli occhi e riapertili un istante dopo, questi tornarono alla normalità e con loro anche il ragazzo "Grazie dell'aiuto..." copertosi il viso con il palmo della mano ed elargito un profondo respiro "Non so cosa mi sia preso, è da parecchio tempo che non mi capitava di perdere il controllo per una persona o una questione non avente nulla a che fare con Sereca. Forse, la sua bellezza me l'ha ricordata." "Ho i miei dubbi, non hai accennato a nulla potesse riguardare Sereca. Non dirmi, che ti stai infatuando di questa vampira... Perché se cos-" "Cosa vai dicendo?! Il mio amore appartiene esclusivamente a Sereca! Non c'è posto per nessun'altra dentro il mio cuore." "Come dici tu..."

Ripreso ad emetter parole dalla bocca "Bene, vedo che hai finito anche tu di mangiare." sollevato il braccio destro al cielo, uno dei tanti camerieri si avviò in sua direzione e in qualche secondo lo raggiunse "Ditemi." infilata la mano nella tasca dei neri e presentati decorazione in oro pantaloni, vi uscì fuori un sacchetto ricolmo di monete e lo posò tra le mani dell'umano a lui accanto "Dovrebbero essere qualche centinaio di der, pensi bastino?" slacciato il contenitore in stoffa e confermate le parole dell'emissario "Per vostra informazione, è più del dovuto. Inoltre, la quasi totalità dei cibi preparati dal cuoco per voi, non sono stati toccati... Sarebbe ingiusto, chiedervi di pagare il conto per intero."

Rettosi in piedi e riposta la sedia sotto il tavolo "Non fa nulla, consideratelo un risarcimento per aver disturbato il cuoco." portati a compimento tre passi in direzione della pallida ragazza "Datemi la mano signorina, avviamoci verso l'uscita."

Più rossa che pallida, agì come dal ragazzo chiestole "Va bene..." oltrepassate le porte di ingresso mano nella mano con Dosei, fu costretta a posizionare la mano libera dinanzi il viso, per proteggersi gli occhi dall'accecante sole che l'azzurro e privo di nuvole cielo schiariva "Perché..." abituatasi al cambio di luce tra l'interno della locanda e il mondo l'esterno, si fece coraggio e con timore parlò all'emissario "Perché mi avete chiamata signorina? E perché continuate a tenermi la mano? Nessun padrone... Si comporterebbe così con la propria schiava."

Socchiuse le palpebre, per impedir ai forti raggi del sole di arrecar disturbo alla sua vista "Alcuni dei presenti seduti ai tavoli della locanda hanno partecipato all'asta di questa mattina. Volevo far loro capire, che pur essendo la mia schiava, ti porto rispetto. Così facendo, in giro si spargerà la voce che "Colui che non ha nemici" tratta con estrema gentilezza anche gli schiavi, e il tutto non potrà che giovare alla mia reputazione. Riguardo al tenerti per mano, è l'unica alternativa alle catene. Il permetterti di non indossarle, non significa che io mi fidi di te."

Delusa dalle motivazioni confessatele "Capisco... In effetti, mi eravate apparso fin troppo gentile."

Incamminatosi alla ricerca di una carrozza da affittare per l'escursione "Ma io sono gentile, acquistandoti ti ho salvato la vita, quel vecchio nobile ti avrebbe sicuramente fatta fuori prima o poi... E non ti ho forse comprato questo bellissimo abito bianco e offerto un ottimo pranzo? Come puoi avere dubbi sulla mia gentilezza?"

"Avete ragione, scusate la mia sfrontatezza."

Passeggiando per le vivaci stradine della cittadina "Dammi del tu, il voi risparmiatelo per quando vi sarà qualcheduno vicino ed in grado di ascoltarci." aguzzata la vista per scorger meglio ciò che in lontananza accadeva "Eccone una! E la carrozza è stata trovata!" voltatosi verso la vampira prima di iniziare a correre e darle obbligatoriamente le spalle "Corriamo, prima che qualcun altro ci preceda!" raggiunto il mezzo di trasporto da un monvath dalla marrone pelliccia trainato, Dosei riprese fiato e si rivolse all'anziano cocchiere soprastante la sbarra in legno sulla quale per un cocchiere è consuetudine sedersi "Mi scusi, potrebbe accompagnarci sino al santuario di Imorlin?"

Sorriso con incoraggiamento al ragazzo "Vuole portarvi vostra moglie?"

"Non è mia moglie... In realtà, è la mia schiava."

"Oh, scusatemi, la mancanza di catene mi aveva portato "fuori strada". Dovete essere una brava persona, se permettete alla vostra schiava di tenervi per mano in pubblico." fatto cenno ai due di salire a bordo "Forza, saltate su! Ci pensa il sottoscritto a portarvi a destinazione. Impiegheremo un'ora per arrivare e un'ora per tornare, fanno sessanta der."

Consegnata al cocchiere una moneta dal valore di cento der "Tenga pure il resto, non me ne faccio nulla." lasciata la mano della vampira e aperto lo sportello del veicolo, prima di mettervi piede all'interno "Quasi dimenticavo! Prima di uscire dai confini della cittadina, potrebbe portarmi in una buona pasticceria lungo la via? Vorrei comprare qualche dolce da mangiare lungo il tragitto e durante la visita al santuario."

"Nessun problema, ma adesso salite. Prima arriviamo e più tempo avrete per le vostre cose."

Non capendo a quali cose l'anziano umano si riferisse "Potrebbe spiegarsi meglio? Credo di non aver ben capito."

Afferrate le redini della carrozza "Non fate finta di non capire... Permettere ad una schiava di tenervi per mano e di indossare un abito tanto ben fatto, non può che trattarsi della vostra o di una delle vostre tante amanti. I vostri familiari sono a conoscenza, di quanto fate con delle sporche schiave?"

Per nulla scosso dalle accuse giuntegli, avvicinò la mano al petto e afferrò il nascosto ciondolo della collana che al collo portava, cosicché potesse mostrarlo al cocchiere "Ha qualcos'altro da aggiungere? O può fare ciò per cui l'ho pagata?"

Pietrificatosi alla vista del pendente, si fece mansueto e con terrore rispose all'emissario "Come desiderate."

Giunti dentro la carrozza e sedutisi sui comodi sedili uno difronte all'altra, fu Dosei a prendere istantaneamente parola "Non fare a caso alle parole del vecchio, non sa quel che dice."

"Il ciondolo che gli hai mostrato, quale significato potrebbe mai possedere, tale da far lui paura?"

Adagiato il piede destro sul ginocchio sinistro e celato il grigio dei suoi occhi "Nulla che possa interessarti."