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Chapter 7 - 6°capitolo- tense air

"Il modo migliore per scoprire se ci si può fidare di qualcuno è dargli fiducia."

Ernest Hemingway

10:30

‹Finalmente domenica.›

Mi stiracchiai e mi alzai dal letto,le sere precedenti avevo fatto davvero tardi.

Però per fortuna stava filando liscia come l'olio ad entrambi.

‹Per entrambi? Ne sei proprio sicuro,è?› -mi stressò.-

Perché mai non sarebbe dovuto essere così?

Chanel «Amore,buongiorno.»

La salutai,scesi giù con lei per fare colazione.

Diedi un grande morso alla mia brioche e bevvi un lungo sorso di caffè appena fatto.

.CHIAMATA.

Presi il telefono.

_dottor Rossi_

«Salve.» lo salutai.

«Travis,che piacere!»

Io «Come le sta andando?»

Il dottore «Oh,bene. A lei?» ‹È sempre stato l'unico a darmi del lei.› -mi misi a pensare.-

«Bene,almeno,spero.» non volevo essere troppo modesto.

Leonard disse «Oh sì,a quanto pare.» ‹Siiiì!› -esultai nella mia mente.-

«Sono davvero contento che il riscontro sia positivo.»

Egli «Comunque,volevo chiamare e chiederle come va con la Stewart.»

Mi alzai da tavola «Parla di Nika?» andai nel mio "studio".

«Sì,come le sembra?»

Mi grattai la testa «Bé,è... particolare.»

In risposta si mise a ridere «Sono tutti particolari lì dentro.»

«Ha ragione.» lo assecondai.

Lui «Dovrei tornare lunedì prossimo.» mi avvisò.

«Perfetto.»

Il dottore «Continui ad appuntarsi tutto.»

«Certamente...» risposi distratto.

Egli «Bene,allora a presto.»

«A presto.»

Misi giù la chiamata.

‹Perchè è così importante?› -mi sorse quel dubbio.-

«Tutto bene?»

Mi voltai verso Chanel.

Mi si avvicinò e mi diede un bacio che io ricambiai volentieri.

Mi mise una mano in mezzo alle gambe,questa cosa non mi dispiaceva per niente.

Le misi una mano dietro la testa e la tirai più verso di me.

Salì a cavalcioni.

Peccato che interruppe il tutto.

«Chi è Nika?»

‹Cosa?› -pensai,per poi dirlo ad alta voce- «Cosa?»

Chanel si mise composta con ancora la sua mano tra le mie gambe «Hai parlato di una certa tizia con quel nome.»

Le accarezzai le gambe «Oh sì.»

Incrociò le braccia «Quindi chi è?»

«Nessuno.» ‹Che risposta stupida.› -mi riprese.-

Mi guardò male «Ti ho fatto una domanda Travis.»

«Non è nessuno ti ho detto.» la scostai da me.

Chanel si mise a posto i capelli «Oh,ma davvero? Perchè non sembra.»

Sbuffai «È una paziente!»

Chanel mi osservò... «E allora perché non l'hai detto subito?»

‹Che domanda interessante.› -mi rimbombò in testa.-

Mi mise le braccia al collo,le diedi un bacio e poco dopo la scostai.

11:00

Fra un'oretta avrei mangiato.

Ero steso sul divano di pelle bianca del salotto.

Stavo facendo zapping,possibile che non c'era niente da vedere oggi?

Misi più giù il cuscino ma non riuscivo ad essere comodo!

Brontolai e lo tastai ancora.

Dopo aver udito dei rumori voltai lo sguardo verso il corridoio.

«Dove stai andando?» chiesi.

Prese il cappotto e lo mise.

«Parlo con te.»

Lei si voltò poi verso di me,era ora! «Devo fare un attimo un salto al bar.»

Ne rimasi stranito «A quest'ora?»

Chanel «Sì,il mio capo mi deve parlare.» disse mentre cercava le chiavi della macchina.

«Successo qualcosa?»

«No,no.» tagliò corto.

Io allora le chiesi «Ma torni per pranzo?»

«Sì!»

Mi fece un saluto con la mano e uscì di casa.

Sbuffai annoiato,l'avrei aspettata per mangiare insieme a mezzogiorno.

15:00

‹Non è possibile che non sia ancora tornata.›

Mi alzai dal divano,non ebbi neanche bisogno di spegnere la tv visto che lo era già.

Con passo pesante andai in camera per mettermi qualcosa di più decente.

Mi vestii comodo.

Misi le scarpe e senza giubbotto uscii di casa,avevo solo una felpa addosso,tanto non faceva ancora così freddo.

Decisi di fare una "corsetta rinfrescante".

Quest'oggi l'aria era umida a causa della nebbia presente fino a qualche ora fa,ora ne era rimasta solo la foschia.

Non faceva né caldo né freddo.

15:30

Dopo che ebbi pensato di aver corso abbastanza mi rintanai in un bar.

Ovviamente era pieno di gente,come al solito.

Non ero mai giunto fino a quì,sembrava molto più intimo degli altri.

Mi sedetti sulla sedia di legno al bancone ed ordinai un caffè.

.NOTIFICA.

amore: Dove sei? Io sono a casa,ho dimenticato di avvisarti :‑X

‹Adesso le viene in mente.›

Lasciai stare,non avevo voglia di risponderle.

Mi arrivò un altro messaggio.

amore: Perchè non rispondi?

Sono a fare un giro,fra qualche ora torno.

amore: Per cena torni,giusto?

amore: ^_^

Sbuffai.

Le risposi e poi rimisi il telefono in tasca.

18:16

Avevo consumato solo un caffè ed ero quì da ore.

«Arrivederci.»

Decisi di tornare a casa.

Lasciai i soldi sul bancone,feci per alzarmi per poi avviarmi fuori ma mi fermai appena scorsi un "qualcosa" di familiare.

Con la coda dell'occhio notai una chioma nera.

«Sei davvero carina,lo sai?»

Sembrava piuttosto annoiata mentre questo ci provava con lei.

«Ma chi.»

‹Non se ne accorge o fa finta?›

«Tu dolcezza.» ‹Vomitevole.› -pensai.-

Lo osservò con sguardo neutro «Be',grazie,ma lo sapevo già.»

Ridacchiai.

Quello «Ma come siamo modeste.»

Prima che finisse la frase la sua mano era già in torno al suo avambraccio.

La ragazza lo guardò di sbieco.

Lei «Bene,ora che mi hai preso per il braccio senti forse accrescere la tua mascolinità pensando che ceda in modo forzato?»

Questo rimase di sasso.

Per pararsi dalla figuraccia le spinse via il braccio,cominciò a dire che di puttane non ne voleva nel suo bar e che non sarebbe andato a letto con lei.

Stava scherzando?

Lei sembrò rimanere di stucco.

Quelli più lontani da ella iniziarono a bisbigliare,non era un locale piccolo questo,solo più tranquillo.

Eppure nessuno intervenne.

Chi era più vicino aveva sentito,ma non aveva commentato nulla.

Un altro gli diede pure corda!

Questa si alzò ma il barista panzuto la trattenne facendole una battuta,dicendo che avrebbe dovuto pagarlo lei anziché lui.

Sbattetti la tazzina vuota sul bancone,si ruppe.

Questo la lasciò stare «Che cosa stracazzo stai facendo?!»

«Oh,nulla.»

«Dovresti stare più attento.» borbottò e prese uno straccio per pulire.

Lo presi per l'avambraccio,proprio come aveva fatto con lei «Le piace?» ‹A me sta cominciando a divertire.› -fece la sua entrata nella mia testa in modo quasi "cattivo".-

«E mollami!» mi sbraitò contro.

Piegai la testa verso sinistra «Perchè dovrei? È così gradasso con le donne,perchè con me no?»

Chiuse i suoi occhietti in due fessure «Che vuoi?»

«Io? Delle scuse.»

«Come?» disse con uno sguardo divertito.

Insistetti «Ha sentito bene.»

«Dopo che mi hai spaccato una tazzina prete...-» lo interruppi «Non a me,a lei.» feci un cenno verso la ragazza. ‹Alle persone stupide bisogna proprio spiegare tutto.›

Rimase fermo,poi disse «E perchè mai dovrei!»

«Perchè mi pare giusto che la vecchia volpe chieda scusa ogni tanto. Sai? Non sempre si lamenta perchè è acerba,nel tuo caso,direi che non ha i denti per masticarla.» feci un sorriso cordiale e lo mollai.

«Ti stai rendendo ridicolo.»

Mi voltai,ma non era stato lui a parlare.

La ragazza era appena uscita.

Mollai il tutto e la rincorsi!

«Hey!»

Continuò a camminare.

«Ti vuoi fermare?!» la riuscii a raggiungere.

Si voltò ‹Diavolo,mi ricorda qualcuno,ma chi?› -mi chiesi un attimo stralunato.- «Cosa vuoi?»

Io «Come cosa voglio,niente di che.»

«E allora lasciami in pace.» sfilò la mia presa e se ne andò.

La persi nel traffico.

‹Che ragazza strana.›

Rientrai a casa.

Chanel «Oh,finalmente!»

«Finalmente?» mi girai verso di essa. ‹Mi prende in giro?›

Lei «Sono le 19:30!»

I miei occhi non la sfiorarono manco per sbaglio «Quindi?»

«Come quindi! Mi prendi in giro?!» alzò la voce.

Ridacchiai,poi puntai i miei occhi nei suoi «Io ti prenderei in giro?»

«Sì tu!» disse con sguardo arrabbiato.

Mi misi con le braccia conserte «Ah,non io che sono stato ad aspettarti per ore èh?»

Chanel mi osservò attentamente e poco dopo ribattette «Si trattava di lavoro.»

«Ah be' scusa! Hai ragione,non avvisare solo perché si tratta di lavoro è più che giustificato allora.» feci una smorfia per indicarne l'ovvietà

Si mise a sbuffare «Oh andiamo...»

«Andiamo?!» allargai le palpebre.

Chanel «Si tratta di lavoro,perchè fai così?»

«Lavoro ahà,scusa.» uscii dal salotto.

Peccato che non servì a seminarla visto che mi aveva raggiunto in cucina «Perchè fai così adesso?» ‹Perchè faccio così?›

Mi girai verso di lei,lasciando il frigo aperto «Davvero? As...- Senti,lascia stare.» ‹Oggi non ho voglia di litigare.›

«Stai veramente cercando di fare il geloso?»

«Il geloso?!»

«Sì!» restò sulla sua idea.

M'avvicinai di qualche passo «Non è gelosia la mia.»

La guardai dritta negli occhi ma lei scostò lo sguardo ‹Come mai?› -mi chiesi.- «E allora cos'è?»

«Niente,pretendo che la mia ragazza mi avvisi se fa ritardo.» gesticolai.

«Oh scusami!» fece la drammatica.

Lascia perdere,sia lei che l'acqua.

Chanel «Perchè devi andartene mentre parliamo?!»

Mi rinchiusi nel mio posto,quello che usavo come studio.

Sapevo non sarebbe entrata.

Quando discutevamo e mi rintanavo quì lei non entrava mai.

21:09

Uscii da lì e mi avviai nel salotto.

«Chanel.» la chiamai.

Non rispose,perchè doveva fare la difficile?

Continuai a cercarla per casa ma non c'era.

Dov'era andata adesso?!

Entrai in cucina,non avevo ancora bevuto,neanche un singolo goccio d'acqua.

Me la versai dentro al bicchiere e mi appoggiai al bancone col telefono in mano.

Prima che potessi premere il tasto verde notai un bigliettino attaccato al frigo.

: Sono a lavoro :

‹Me lo ha davvero scritto in un bigliettino del cacchio?›

Lo buttai nella pattumiera sotto il lavandino.

Presi il giubbotto e uscii,tanto non avrei avuto niente di meglio da fare.

21:35

Ero alla seconda birra.

L'indomani mi sarei dovuto alzare presto,che stavo combinando ancora quì?

Decisi di alzarmi,di pagare e di andarmene.

Quando tornai a casa non era ancora tornata.

Ma dove sei?

Le scrissi.

Aspettai dieci minuti,ma non ebbi risposta.

Decisi di andarmene a letto.

06:00

Ero in cucina,mi stavo preparando un caffè.

Lo bevvi in fretta e poi iniziai a prepararmi.

Verso le 07:00 ero sul posto di lavoro,era già pieno di persone.

Oggi avrei avuto la mia prima seduta.

Intravidi una chioma bionda.

«Sara.» pronunciai. ‹Non può sparire sta volta.›

Lei disse «Adesso ho da fare.»

Io «Perchè scappi?»

«Non sto scappando.» tagliò corto.

‹Ah no?› -la presi in giro nella mia testa.- «A me pare di sì. Lo stai facendo anche ora mentre parliamo.» la seguii.

Sara continuò a camminare «Devo lavorare!»

Lasciai perdere.

Non ero stupido,un atteggiamento così schivo lo usava solo chi non ti voleva parlare e lei ne aveva tutte le caratteristiche.

L'avrei ribeccata,sicuramente.

Mi addentrai dentro lo studio del mio "capo",o più nel dettaglio,chi stava più in alto in fatto di bravura quì dentro.

*toc toc*

«Travis?»

Osservai la dottoressa.

«Fra un'ora arriverà la persona in questione,sii pronto»

Annuii e mi lasciò così.

‹Ce la posso fare.›

08:30

Io «Prego,si sieda pure.»

Questo si sedette.

19:00

Aprii la porta di casa.

Trovai la mia ragazza sul divano col telefono in mano.

Si mise a ridacchiare.

Mi notò,spense lo schermo del telefono.

«Ciao.»

«Ciao.»

Ogni volta che litigavamo e non risolvevamo ci tenevamo il muso fino a quando qualcuno non cedeva dimenticandosi del tutto.

‹Questa cosa non l'ho mai sopportata. Perchè in una relazione si dovrebbe parlare di cedere? Non ha alcun senso.›

Io «Cosa mangiamo sta sera?»

Le arrivò un messaggio.

Io «Ma mi ascolti?»

Spense di nuovo lo schermo.

Chanel «Sto facendo la pasta,ti va bene?»

«Sì.»

Mi andai a cambiare.

Dopo aver preso dei vestiti per casa mi avviai in bagno e feci una doccia.

La cena fu tranquilla,anche fin troppo.

L'aria in casa era tesa,non ne potevo più!

Era lei che aveva sbagliato.

‹Vuoi continuare così per tutta la settimana allora?› -ma non si poteva fare gli affari suoi?-

La osservai,se ne stava sul divano sempre con quel maledetto telefono.

Così mi avvicinai «Hey.»

«Mhmh?» ‹Wow,ma com'è concentrata.› -roteai gli occhi.-

Le misi una mano sulla coscia «Con chi parli?» chiesi giusto per fare conversazione.

Chanel rispose distratta «Con un'amica.»

«Ah sì?» le diedi un bacio sulla guancia.

Lei mise via il telefono «Sì. Perchè?»

La guardai stranito,aveva usato un "tono strano" «Come perchè,era solo una domanda.»

«Ho capito.» tagliò corto.

Rimanemmo sul divano,zitti.

21:15

Avevo messo un film,che tra parentesi,manco stavo guardando.

Lei se ne stava lì,a giocare col telefonino.

Ormai avevo ritirato la mano.

Mi stavo davvero innervosendo!

Le avevo chiesto di guardarlo assieme e in risposta mi aveva fatto una specie di cenno.

Ora però se ne stava così?

No,non ci stavo.

Mi alzai dal divano e lei non disse nulla.

Dopo un quarto d'ora tornai in salotto,presi le chiavi della macchina.

Chanel «Dove stai andando scusa?»

‹Mi prende in giro?› -mi misi a ridere,proprio con gusto.-

«A farmi i cazzi miei. Tanto tu lo stai già facendo con me affianco,quindi ho pensato che andarmene non ti cambi nulla.» la guardai con un mezzo sorriso.

Lei stette per ribattere ma non feci in tempo a udire le sue parole perchè avevo già chiuso la porta.

23:32

Sbuffai.

Che stavo facendo quì,a bere in un bar,quando domani mi sarei dovuto alzare presto?

Feci per alzarmi quando qualcuno mi rivolse la parola.

«Sapresti dirmi dove...-» si bloccò. ‹È lei.›

Le sorrisi «Ciao.»

Sbuffò annoiata «Lascia stare.»

«Aspetta!» quasi inciampai.

Incrociò le braccia e mi guardò «Sai per caso dov'è Geary Street?»

«Più o meno.»

Fece una smorfia «Non mi servi allora.»

‹Non le servo? Ma chi si crede di essere?› -però lasciai stare.-

Passarono una ventina di minuti.

Uscii dal locale e mi avviai verso la macchina.

‹Ma guarda un po' chi c'è.› -sogghignai.- «Tutto a posto?»

Questa si voltò «Oh,ancora tu.»

«Tranquilla. Non voglio esserti d'intralcio nel prendere un taxi,sempre che lo trovi.» la presi in giro e m'incamminai.

Sentii tirarmi per il giubbotto «Ascolta...-» «Travis.»

«Sì,potresti accompagnarmici?» diceva sul serio?

Decisi di "vendicarmi",a modo mio «Non lo so,sai non mi ricordo bene dove sia...»

«Eddai!» disse alzando la voce.

Le lanciai un'occhiata di sbieco «Màh,non lo so. Non ti servivo o mi sbaglio?»

Buttò fuori l'aria dai polmoni,si stava innervosendo? «Ho provato a chiamare un taxi ma nulla,'sta sera a quanto pare c'è parecchio movimento e non mi va di farmi 6km a piedi.»

Quasi mi dispiaceva ‹Quasi.› «Dai,andiamo.» cedetti poi,ovviamente.

Salimmo sulla mia Mercedes.

Il viaggio fu piuttosto silenzioso.

Dopo venti minuti arrivammo davanti ad un palazzo color grigiastro,probabilmente aveva solo dieci piani.

Non sembrava per niente male.

Le lanciai un'occhiata ma lei non mi rivolse il suo sguardo,anzi,lo evitò.

Tolsi la sicura,perchè non scendeva?

Forse avevo capito.

Io «Prego.»

Il suo sguardo si volse su di me.

«Non ho detto niente.» mi guardò spaesata.

«Lo so.»

Mi stava guardando come se fossi pazzo! ‹Chiunque di noi nel suo ha qualche rotella fuori posto.› -si creò questo stupido pensiero filosofico.- «Be',allora ci vediamo.» mi disse.

Aprì la portiera.

«Ne sono sicuro.»

La richiuse.