"Il coraggio non è avere la forza di andare avanti,è andare avanti quando non hai più forze."
Napoleone Bonaparte
22:30
.CHIAMATA.
‹Chi mai potrebbe chiamarmi a quest'ora di sera?› -mi chiesi.-
_dottor Rossi_
Risposi.
«Pronto?»
Non udii al meglio la sua voce,probabilmente dove si trovava adesso doveva esserci qualche interferenza.
Egli «Mi sente?»
«Sì,adesso la sento.»
«Oh bene. Ascolti,ho avuto un piccolo imprevisto e domani non potrò tornare.» ‹Un altro?›
Gli dissi «Non si preoccupi,di quanto si tratta se glielo posso chiedere?»
«Fino a giovedì.» si schiarì la gola.
Risposi «Ho capito,nessun problema.»
Il dottore «Prometto di tornare giovedì,giuro!» si mise a ridacchiare,sarebbe dovuta essere una battuta?
Feci un mezzo risolino «Non è un problema,davvero...- «Ah a proposito!»
Non capii «Sì?»
«Domani se non sbaglio avrà la seduta con la ragazza,insomma. Dovrà sostituirmi sa...-» smisi di ascoltare per qualche attimo. ‹Domani avrò modo di esplorare il suo pianeta.› - okay,dovevo smetterla. Non aveva senso!-
Io «Oh sì,sì. Lo ricordavo.»
«È importante,lo ricordi.» mi fece presente come se ormai non ne fossi al corrente.
Annuii «Certamente.»
«Okay,la ringrazio per il disturbo.»
Mi spuntó un sorriso,era sempre così garbato con me «Si figuri,anzi... Sa che è un'opportunità ben maggiore delle aspettive dato le mie competenze,visto che non ho ancora finito gli studi.»
Lo percepii quasi sorridere,era possibile? «Ho affidato proprio a lei il mio posto perchè ci credo.»
«Grazie ancora,buona serata allora.» con ciò chiusi il tutto.
Rimisi il cellulare dentro la tasca dei jeans.
Chanel «Tutto okay?»
Perchè quando parlavo al telefono lei spuntava subito il momento dopo?
Non sopportavo il suo origliare.
Come se non si fidasse di me!
«Sì.» le risposi.
02:00
Cambiai di nuovo posizione.
Chanel «Non riesci a dormire?»
Girai la testa verso di lei.
«No.»
«È tardi.» ‹Come se non lo sapessi!› -commentai.-
Feci un sospiro «Non ho proprio sonno.»
«Non ti ho ancora stancato?» alluse.
La osservai annoiato,ultimamente parlava solo di questo? «Non c'entra. Fisicamente sono stanco,ma non mentalmente.» ‹...-Eppure dovrei esserlo,visto che continuo a pensare.›
Lei «Non capisco...» mi disse non nascondendo la sua confusione.
«Lascia stare,'notte.» mi voltai mettendo un braccio sotto il cuscino.
Passarono soli cinque minuti...
Chanel «Hey,sei sveglio?»
Mi sfiorò l'orecchio col suo respiro.
‹Non riesci a non pensare a domani?
Chanel «Lo fai apposta è...»
Mi diede un bacio casto sulla mandibola,poi scese verso il collo ed in fine sulle spalle.
‹Mi devo alzare presto e sono ancora sveglio. Accidenti!›
Chanel «Tu continua a fare finta di dormire.»
Mi cominciò ad accarezzare il braccio finchè non scese verso gli addominali.
‹Domani sarà davvero dura.›
Chanel «Ti piace,mh?»
Sfiorò il mio membro per poi afferrarlo e stringerlo,così,con impeto.
‹Non mi sembra il momento di pensare al giorno dopo ora èh,ti sembra?!›
Chanel «Ti eccita "dormiglione"?»
Mi girai verso di lei,mise la mano nei miei pantaloni ed iniziò a leccarmi e a baciarmi il petto.
‹Perchè anche in un momento così non riesco a non pensarci?!›
Chanel «Voglio sentirti ansimare.»
La sua serie di baci si spostò sempre più giù.
‹Dio! Domani dovr....- Oh,cazzo.›
Chanel «Quanto sei eccitato?»
Mi tirò giù i pantaloni e con maestria lo incastrò fra le labbra,cominciando a fare su e giù.
‹Cazzo,non ce la posso fare domani. Ma anche in questo momento...›
Chanel «Ti sta piacendo?»
Continuò,anche se non ero proprio "concentrato a dovere".
Le strinsi la chioma.
Inarcai la schiena.
Poco dopo riportai lo sguardo sulla sua testa che continuava ad un ritmo convulso.
Cominciò ad andare sempre più veloce.
Mi si mozzò il respiro.
Chiusi gli occhi,li riaprii.
Questa sera la luna era coperta dalle nuvole quindi la luce che produceva era quasi nulla.
Avevo la sua chioma nera stretta tra le dita.
‹Ma...- Lei non ha i capelli neri.›
«Ma che cazzo!» esclamai.
Mi tirai sù di colpo per mettermi a sedere ma nel farlo sbattetti la testa contro la testiera del letto provocandomi un dolore atroce!
Chanel «Che ti succede?!»
Si era tirata via e quasi avevo rischiato di farmelo staccare!
‹Che stracazzo ho visto?!›
‹Ciò che vuoi.›
‹No,non facciamo scherzi!›
Com'era stata possibile una cosa simile?
Chanel «Sembra che tu abbia visto un fantasma.»
‹Sarebbe stato meglio forse.› -dissi nella testa.- «Guarda avrei pr...- No. Insomma. O-oddio.» quasi mi schiaffai una mano in faccia,stavo davvero per risponderle così?!
Mi stava osservando con un'espressione mista tra confusione e serietà «Che diavolo hai visto mentre ti facevo un pompino?»
Quasi sbiancai ma per fortuna,anche se fosse stato,data la poca luce,non avrebbe potuto vedermi «Dio,scusa. Sono stressato...»
Ovviamente non abboccò subito ‹Tranquillo,ha già "abboccato" prima...ehè.› -oh perfetto. Era così che la mia coscienza decideva di aiutarmi?! A posto ero allora!- «E sei così "stressato" che riesci a spaventarti mentre ti faccio uno dei miei meravigliosi po...-» la interruppi «Sì. Perdonami...»
Chanel «Sì?!» ‹Che idiotaaa!›
Non so cosa mi impedii dal prendermi a pugni,quasi quasi avrei tirato un'altra testata... «Non dicevo sì in quel senso!»
«E in quale allora?» si stava veramente arrabbiando.
Sbuffai mentre mi strofinavo la faccia «Scusa,è che mi sembrava davvero un fantasma...»
Lei cominciò a gridarmi addosso! «Di chi stai parlando?!»
«Di nessuno sant'oddio!» dovevo chiudere quì la conversazione.
Lei mise le mani davanti a sé «Senti,lasciamo perdere non voglio neanche saperlo guarda. Fanculo!»
‹Cos'è con lei i tuoi "metodi da professore" non funzionano?›
‹Non è questo il punto...› -non ero preparato neanche io ad un'evenienza del genere.-
Era stato solo un semplice e stupido errore,con la luce di questa notte non si vedeva granché.
Anzi,a volte scompariva del tutto dietro quei tumuli composti di solo e semplice vapore acqueo.
Qualsiasi cosa la notte finiva per tramutare,insomma,no?
Però era stata una cosa così... ‹Sbagliata.›
08:30
Fra mezz'ora avrei avuto l'incontro.
La Linsky «Allora,sei preparato per sta mattina?»
‹No.› «Sì.»
«Non sarà semplice. Lo sai sì?» continuò a domandarmi.
‹Altroché.› «Già.»
Fermò il suo cammino e quasi finii per scontrarmici! «Stai bene?»
«Sì,non si preoccupi. Davvero.» era ovvio che se ne accorgesse.
Mi lanciò un'occhiata che non potei capire,però non disse nulla.
‹Si vede così tanto?›
‹Abbastanza.›
‹E chissà perchè.› -s'introdusse.-
‹Non c'è nessun perchè.›
‹Ah no? Non c'entra niente quindi il fatto che avrai proprio lei seduta oltre la cattedra,su quella sedia...-›
-Cercai di farla tacere- ‹Assolutante,no.›
-Ma ovviamente non ebbe freno. Come sempre- ‹Proprio lei che...ti scruta. Sin dentro l'anima.›
«Travis!»
Quella voce mi riscosse.
La dottoressa stava parlando,peccato che fu qualcun'altro a catturare la mia attenzione.
Intravidi in lontananza un "bagliore di buio",un qualcosa che anche avendo un colore o una forma scura ti acceca invogliandoti a puntare gli occhi proprio da quella parte.
Quei capelli,sembravano appartenere a lei.
Ma non quella "lei",l'altra 'lei'.
Così simili...
Anche non appartenendo alla stessa persona.
Cosa mai sarebbe potuta venire a fare quì quella ragazza?
La dottoressa «Sei presente 'sta mattina?!»
Mi scusai per il mio comportamento,e no.
Sta mattina non ero sintonizzato su codesto pianeta.
Proprio per nulla.
«Buon giorno.» ‹Ma guarda chi si vede,Sara.›
«Buon giorno.» dissimo.
Amanda «Cosa c'è Sara?»
«Questa mattina Nika non può venire,la seduta è rimandata a domani. Sono venuta per comunicarvelo.»
Io «Rimandata?»
Lei «Sì,a domani.»
10:10
Ero nell'ufficio del dottor Rossi,ormai ero io ad usufruirne.
*toc toc*
«Avanti.»
Non aspettavo nessuno...
Tirò giù la maniglia concedendomi la visuale del suo viso.
«Oh,Rosalin.» non me lo sarei mai aspettato.
Lei «Posso?»
«Certamente,mi fa piacere.»
Rimase ferma,aveva bisogno del suo tempo probabilmente.
Aveva lo sguardo puntato a terra.
Forse pensava che non fosse una buona idea e se ne stava pentendo?
Per alcune persone nella sua situazione non era sicuramente semplice quanto potesse sembrare presentarsi di propria volontà nello studio del proprio psicologo.
Wouh,stavo parlando come se tutto questo fosse reale.
Come se non fossi un semplice sostituto.
«Prenditi tutto il tempo che ti serve.» parlai,giusto per darle quella "sicurezza mancante".
Distolsi lo sguardo e continua a fare ciò che stavo facendo.
Se l'avessi continuata a guardare non si sarebbe mai decisa,non facendolo forse avrei evitato di darle quell'imput in più di tornare indietro.
Anche se la cosa era palese lo stesso.
Strinse la maniglia,che avrebbe fatto?
Anche se non sembrava,la stavo comunque osservando,pur se i miei occhi erano ancorati a questi fogli.
Alla fine fece un passettino e pian piano accostò la porta.
Strinse l'altra mano a sé in un pugno.
Ma alla fine si decise e chiuse quella porta,entrando definitivamente dentro.
Stette comunque ferma.
Finché non udii lo spostare della sedia,per poi scorgerla sedersi davanti a me,non alzai lo sguardo.
Misi giù la matita e solo quando si fu seduta puntai i miei occhi sulla sua figura.
«Come mai hai deciso di venire?» chiesi cauto.
Il mio sguardo le era addosso,ma il suo no.
Rosalin «Perchè i pensieri mi opprimono,e...oggi più del solito.» ‹Lo immagino.› -commentai.-
Incrociai le mani sulla scrivania «Ha voglia solo di conversare,o di parlare davvero?» sarebbe stato meglio andarci cautamente con lei.
Deglutì impercettibilmente «N-non lo so.»
«Posso darle del tu?»
Sul suo visetto spuntò un mezzo sorriso divertito «Non lo fai sempre ai nostri incontri?»
Chiusi gli occhi per un nanosecondo e accennai un sorriso «Sì,ma lì è come se fossimo in "confidenza",non potrei mai darvi del voi o del lei se vogliamo instaurare anche un solo contatto. No?»
Rosalin «E quì che cambia?»
«Non lo so. Potrei dire che sia una mia fissazione.»
«Capisco.» rispose soltanto.
«Che hai fatto oggi?» decisi così io stesso di conversare e basta.
Era nervosa,non faceva altro che non dar pace a quel maglioncino color crema che aveva inddosso continuando a giocare con la manica ‹Nonostante non faccia ancora così freddo,oltretutto quì dentro,non l'ho mai vista con una maglietta a maniche corte.› -ci pensai un attimo ma decisi di lasciar stare per ora dato che non era il momento giusto.- «Sono stata ad osservare il soffitto,l'unica cosa che si potrebbe mai fare quì.»
Districai le mani dal loro intreccio «Non posso immaginare appieno come sia vivere quì,ma posso dirti che c'è molto altro.»
Questa volta catturai la sua attenzione e quindi il suo sguardo «E sarebbe?»
«Che io sappia ci sono un sacco di corsi coi tuoi compagni.»
Riabbassò lo sguardo ‹Ovviamente.› «Sì,ma non mi va di parteciparvi...»
«Bé,meglio che sprecare il proprio tempo guardando un soffitto bianco. Secondo me dovresti. Ti piace disegnare?» lei annuì così dissi «Non sarebbe meglio fissare un foglio bianco anzichè un soffitto del medesimo colore? Almeno su un foglio puoi permetterti di creare,e quindi,scacciare quel colore nullo e monotono.»
Ricatturai il suo sguardo 'sta volta incuriosito «Non ci avevo pensato...»
Le sorrisi «Vedi?»
Sospirò tornando a tormentare le maniche del suo indumento «Ero venuta quì perchè non volevo stare da sola nella stanza.» ‹Sta iniziando a parlare senza che le abbia chiesto niente,perfetto.›
«E hai fatto bene.» la assecondai.
Rosalin fece il medesimo sospiro «Ma non voglio parlare di..."cose",ecco.»
Dopo le sue parole le dissi «Te l'ho detto,ti avevo invitata nel mio studio solo per fare due chiacchiere e nient'altro.»
«Lo so...» mi rispose tagliando corto.
Trascorsero esattamente cinque minuti d'orologio.
«Sei venuta quì per qualcos'altro?»
«No.» rispose,però la vidi titubante.
‹Cosa non mi sta dicendo?›
Qualcuno aprì la porta.
«Lei cosa ci fa quì?» disse indicandola.
Non capii «Come dici?»
Sara si rivolse a lei,senza rispondermi «Non dovresti essere quì,ti abbiamo cercata lo sai?!» gridò.
Rosalin si alzò di scatto ed indietreggiò «I-io...-»
Sara s'avvicinò a lei ed io mi alzai mettendomi fra le due.
Sara «Spostati.»
Mi lanciò un'occhiata di fuoco.
«Non ne ho intenzione.» e prima che potesse prendere parola aggiunsi «Perchè la stavi cercando,dimmi.»
«Non devo renderne conto sicuramente a te!» ‹Le va di fare l'altezzosa?›
Rosalin «Io...» lasciò la frase in sospeso.
Così attirò l'attenzione della bionda di nuovo su di sé «Tu,che?!»
Io «Ti ho chiesto una cosa.»
La sua testa scattò verso di me «Lo vuoi proprio sapere Travis? Allo...-» «No,per favore.» si fece sentire l'imputata.
Mi voltai appena verso di essa «Rosalin... Perchè ti stava cercando?»
Sembrò percorrerle un brivido lungo la schiena «Non...- Insomma,n-niente.»
‹No,dimmi che non è così.› Mi rivolsi allora alla mia "collega" «Cosa le avete fatto?»
Sara diventò rossa,non per la vergogna,ma per la rabbia «Stai stramaledettamente scherzando!»
«No,per nulla.»
Così mi disse «Si è cercata di uccidere,di nuovo.»
A quelle parole volsi il mio corpo verso di lei.
«È così Rosalin?»
Non mi guardò,quindi la risposta era più che ovvia.
Lei «Sì.»
«Quindi in realtà ti sei recata quì solo per nasconderti,non per altro.»
-La mia non era una domanda- ‹So per certo che sia così.›
Ecco perchè è rimasta tutto quel tempo a pensare se chiudere la porta oppure no dopo averla varcata.
O ancora meglio,quel suo nervosismo repentino.
Il continuo torturarsi le maniche del maglioncino.
«Come.»
Non avevo posto a nessuno in particolare quella domanda,ma qualcuno mi avrebbe dovuto rispondere.
Sara «Con un coltello. Era stesa sul letto e quando l'abbiamo chiamata non ha risposto,così abbiamo sfondato la porta.»
Ora capivo ciò che mi aveva detto,il suo fissare quel soffitto più del solito.
Ma nel farlo avevo notato una "nota stonata".
Me l'aveva raccontato con tristezza,una tristezza più che pura.
Non era triste per il fatto in sé,ma lo era perchè non ci era riuscita visto la loro interruzzione.
«Ora andiamo.» le disse.
Rosalin «No...» indietreggiò. ‹È inutile cercare una via di fuga quando da fuggire non ce n'è.›
Sara allungò una mano verso di lei «Vuoi che chiami i rinforzi?»
«No!»
La signorina Sara sospirò «Entrate.» ‹Come avevo detto...›
Udii le sue urla «No per favore non voglio dormire!»
«Allora fa la brava.» disse con tono minaccioso.
Non ebbe risposta.
La ragazza pettinata e sistemata di tutto punto mi sorpassò e la prese per il braccio,la lasciai fare.
Quando Rosalin mi passò affianco sapevo di avere il suo sguardo su di me,lo percepii addosso,ma il mio non lo alzai.
Sara «Pensateci voi.»
‹Cosa vuole ancora?›
Lo porta sbattette,probabilmente era stata chiusa.
Silenzio.
«Dimmi ciò che mi devi dire.» presi parola.
«Lo sai che devi fare rapporto se qualche paziente viene da te! O ti sei dimenticato che non sei ancora...-» «Lo so benissimo.» la interruppi in modo brusco.
Sara mi arrivò davanti al viso «Bene,se lo sai perchè non l'hai fatto?!» ‹Mi sta davvero stancando,eppure io di solito sono una persona paziente.›
Io «Le ho detto io che volevo fare due chiacchiere con lei.» sganciai la bomba,tanto ormai...
«Come?!» starnazzò «Tu sei ancora un semplice apprendista!»
‹Mi servivi tu per ricordarmelo,davvero.› «Come se non lo sapessi.» la guardai sta volta.
Le uscì un grido di isterismo.
«Perfetto,dovrò fare rapporto al capo.»
La guardai per intero.
‹Spiona.›
‹No! Infame proprio.› -wow,mi aveva dato ragione?-
Andò verso la porta.
‹Lo sai che a fare di testa tua ci rimettono gli altri.›
‹No...›
‹Oh sì invece.›
‹No.›
‹Vuoi che ricapiti un'altra cosa brutta a causa tua?›
‹No cazzo no!›
Ormai stava per richiudere la porta.
«No,ci penserò io stesso ad informare la dottoressa...-» «Oh,no.»
‹Come?› «Come?» aspetta,non stava per dirlo!
Ella congiunse le braccia «Non il capo reparto,il capo.»
«No.» dissi a denti stretti.
Sara «Ohssì.»
Io alzai il tono di voce «Perchè dovresti?»
Prima di richiudere completamente la porta si fermò,per l'ultima volta.
«Perchè lui non è troppo indulgente,nemmeno con te. O meglio... Soprattutto,con te.»