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Chapter 14 - 13°capitolo- what you can't stand

"Se la libertà significa qualcosa,allora significa il diritto di dire alla gente cose che non vogliono sentire."

George Orwell

Cara «Perchè non ci sei andata?»

Sbuffai probabilmente per la milionesima volta.

‹Perchè non mi lascia in pace e basta?›

Peccato che lei non era una che mollava facilmente la presa.

Disse poi «Dai,vestiti.»

‹Cosa?› «Cosa?!» perchè mai avrei dovuto?

Cara «E non mi guardare con quella faccia!» mi rimproverò.

La guardai dall'alto in basso «Non ho intenzione di andare da nessuna parte con te.»

«Oh invece tu ora ti vesti!» ‹Ma come osa?›

Chiusi un attimo gli occhi «Non-stressarmi.»

1h

Chiuse la porta di casa al posto mio,come se non bastasse tutto il resto!

Mi porse la chiavi dopo aver fatto ma non le presi,anzi,continuai ad osservarla con uno sguardo torvo.

«Ooooh andiamo!»

Aveva pure da ridire sulla mia espressione?!

«Nika.» ‹Oh no,no no no no.›

Cara «E tu sei ricciolino?»

«Sono Ca...-» «Nessuno.» interruppi la loro presentazione.

Carlos «Ma...!»

Andai avanti senza aspettarla.

Ormai eravamo in macchina,ovviamente quando chiuse la portiera non me la fece passare liscia.

‹E quando mai!› -commentai.-

Lei «Chi era quel bel cubano?»

«Nessuno,cosa non ti è chiaro?» ‹Non capisco il suo interesse.›

«Ma se quando l'hai mollato lì ha fatto una faccia da cane bastonato! Eddai,non può essere nessuno.» doveva tirarla ancora tanto lunga?

Il viaggio continuò in silenzio.

18:00

Quell'essere che purtroppo avrei dovuto definire consanguineo mi aveva trascinata per i negozi!

Insomma,proprio io,per negozi?

Neanche "negozi normali",oh no.

Lei doveva guardare i tessuti delle tende per la casa,i mobili e le vernici!

Manco avevano ancora iniziato la maledetta restaurazione e lei mi trascinava a fare queste cose in giro?!

Sapevo solo che la prossima volta non l'avrei seguita.

Perlomeno,se fossimo andate per boutique avrei potuto inacidirmi di meno,forse.

«Guarda che il tuo sguardo rabbioso lo capto!» alzò la voce.

"Captava il mio sguardo rabbioso"?

Oh,andiamo.

‹Non che sia difficile in verità lo sai?›

‹Ho uno sguardo che brucia così tanto?› -le diedi pure retta!-

Lei era a qualche metro da me,stavamo salendo le scale anzichè prendere l'ascensore perchè la signorina era claustrofobica!

Cosa c'entravo io che non lo ero?

Continuai ad osservare l'eleganza che ci metteva nel suo ancheggiare.

‹A volte mi chiedo come facciamo ad essere cugine.› -mi dissi.-

Ad un certo punto si fermò ed io non accorgendomene le andai addosso!

Io «Ma cosa fa...-» ‹No.› -pensai forte e chiaro.-

Perchè se ne stava lì?

«Ma quello non è il ricciolino?» disse lei.

Era seduto sul pianerottolo,aveva dei fiori in mano.

Cosa diavolo faceva davanti la mia porta con un mazzo di fiori?!

Non faceva altro che sospirare,mentre a me veniva solo voglia di sbuffare.

‹Non stavi cercando di dargli una possibilità?› -tornò alla carica.-

‹No.›

‹Oh sì invece.›

Ma ormai dopo quello che aveva detto quella sottospecie di "possibilità" era andata al diavolo.

Ad un tratto si voltò verso di noi.

Si alzò subito da terra e nascose i fiori dietro la schiena,come se non li avessi visti!

Se ne rimase lì fermo ed io pure.

Che avrei dovuto fare adesso?

Ormai era tardi per sfuggirgli.

Cara «Emh,vuoi che vi lasci da so...-» «No!» urlai.

Si era sentito?

‹No,no. Ma vah tranquilla.›

‹Dovresti essermi d'aiuto tu...›

Carlos s'avvicinò ‹Non poteva andarsene e basta?› «Hey Nika.»

Cara mi tirò una gomitata e mi sussurrò «Forse dovresti rispondergli.» ‹E io adesso la strozzo.› -dissi nella mente visto che probabilmente l'aveva sentita.-

Carlos «Non volevo spaventarti.»

«Spaventarmi?» risposi con scherno.

Cara «Ti aspetto dentro.»

Dovevo chiudere questa storia una volta per tutte «Carlos.»

«Sì?» sembrò accendersi un barlume nei suoi occhi,ma lo spensi subito.

Io «Non uscirò mai con te.»

Parve pieteificarsi «P-perchè?»

«Perchè è così.»

Dopo questa mia frase non pronunciò altra parola così mi feci avanti per poi sorpassarlo.

Carlos «Non rinuncerò.»

‹Cosa...›

Mi ero fermata,ma questa volta fu lui a riprendere il suo cammino.

Non feci tempo ad entrare in casa che quasi venni assalita!

«Perchè non ci esci?» disse.

Feci un lungo sospiro.

30minuti

«Perchè non ci esci?!»

Mi girai verso di lei oramai stufa!

«Perchè non sono interessata,ti basta?!» alzai la voce di poco.

Era chiaro che non fosse soddisfatta di questa mia risposta ma sapeva perfettamente che insistere non sarebbe servito.

Era da sempre stata una persona insistente,di quelle che fino a quando non gli rispondi continuano a tartassarti fino allo sfinimento!

Ma non con me.

Sapeva bene che non doveva esagerare.

Sbuffò?

Io «Be' che hai ora?»

Si accasciò sul divanetto.

«Odio quando non rispondi alle domande.»

«Io invece odio quando tu continui,lo sai?»

Mi sedetti anch'io sopra il sofà.

Cara «Ti porrò solo una domanda,sei capace di rispondere a questa?»

«Dipende da che domanda.»

Così senza darle neanche l'okay chiese «Perchè non sei andata al centro oggi?» ‹Mi deve porre proprio questa domanda?›

Buttai fuori l'aria,mi stava davvero stressando «Ma si può sapere che vuoi?»

«Che voglio?!» allargò gli occhi «Sapere perchè,stop!»

Feci leva sulle gambe e mi alzai dal divano mettendomi davanti a lei «Per quale motivo te ne dovrebbe importare?»

Lei fece lo stesso «Mi importa dato che ci sono andata io ad avvisare 'sta mattina!» ‹Per una cosa così banale?› -feci una smorfia.-

Mi uscii uno sbuffo «Ho solo rimandato,cosa c'è di strano?»

«E lo fai spesso?»

La guardai torva «Chi sei,i miei?»

Le uscì un verso di frustrazione «No Nika,cristo!»

«E allora...» lasciai la frase in sospeso.

Cara «Dove vai scusa? Sto parlando!»

Non la calcolai,fino a quando non mi sentii trattenuta «Mol-la-mi.» le ringhiai contro. ‹Non mi deve toccare,e lo sa bene.›

Inarcò un sopracciglio con fare superiore «Odi quando ti toccano,giusto? Ecco. Io odio quando te ne vai mentre stiamo parlando.»

Strattonai la sua presa liberandomi «Io e te non stavamo parlando.»

«Invece sì.» ridusse gli occhi in due fessure.

Io «Non avevo voglia e basta,qualche problema?»

«Ne...-» «Bene,ho risposto alla tua domanda e abbiamo finito di parlare.»

La lasciai così.

Io e lei eravamo un continuo tenerci testa ed entrambe non soffrivamo certi comportamenti dell'altra.

09:00

«Ci vediamo più tardi.»

Avevo già i nervi saldi.

Io «Non serve che tu mi accompagni e mi venga a prendere,so camminare.» le feci presente mentre uscivo dalla macchina.

«Oh certo.» rispose. ‹Come al solito deve ribattere!› -non ci persi tempo però.-

Mi avviai verso la grande struttura per poi entrarvici.

Lo studio dello psicologo era nel secondo corridoio,sarei giunta a breve.

*toc toc*

Bussai decidendo di essere "gentile".

‹La cosa buona è che non dovrò sorbirmi quel...-›

«Buon giorno.»

I suoi occhi chiari erano già dritti nei miei.

Io «Hai preso posto fisso?»

Si trovava vicino la grande finestra da cui proveniva la luce solare che illuminava l'intero studio.

‹Voglio già che finisca in fretta.›

Ridacchiò «Non le garba di aver trovato me?» la sua non era una risposta.

Non mi mossi di un passo e rimasi ferma dov'ero «Per nulla,dovrebbe?› ‹Bugiardaa!› -aveva deciso già di cominciare alle 09:15 del mattino?-

Il "dottore" «Prego,si sieda.» ‹Ancora col suo maledetto darmi del lei.› -pensai fortemente.-

Cosa faceva vicino alla porta?

Io dissi «Non ho intenzione di parlare con te,io ho già uno spicologo.»

Visto che si era spostato mi avviai verso la porta,non avrei parlato con lui!

Appoggiai la mano sulla maniglia per poi tirare.

Non funzionò,ritentai.

‹Perchè non si apre?!›

«Non si apre perchè è chiusa.» rispose al mio pensiero. ‹Oh guarda,non l'avevo capito.›

«Perchè hai chiuso?» gli chiesi con poco garbo.

Fece un sospiro quasi inudibile e si andò a sedere sulla sedia «Sapevo che saresti andata via.»

«Non hai diritto...-» «Sono un sostituto,devo intrattenere questa seduta con lei.» m'interruppe,fregandosene altamente.

Io non avevo intenzione di sedermi! «No.»

«Oh sì,invece.» insistette.

Rimasi nella mia postazione.

‹Non hai via di fuga mi spiace.›

‹Dovresti essere dalla mia,non il contrario.›

09:30

Oramai erano passati quindici minuti e nessuno dei due aveva ceduto.

‹Tanto fra poco me ne andrò via.› -continuai a pensare.-

«Ho il giorno completamente libero,lo sappia.»

Furono queste le sue parole.

Se ne stava lì,seduto tranquillo fra le sue scartoffie senza guardarmi neanche!

Io «Non puoi farlo.»

Alzò il suo sguardo di cristallo «Mh.» ‹Che risposta è mh?!›

Non avrà avuto intenzione di... «Stai scherzando!» andai verso di lui a passo svelto e mi misi davanti alla scrivania.

Congiunse le mani «Oggi nessuno mi disturberà. Quindi,fino a quando lei non parlerà con me non la farò uscire. Ho degli ordini da se...-» lo interruppi «Non mi può minimamente importare di chi tu segua gli ordini.»

Lo strizzacervelli sembrò ghignare «Il tuo psicologo mi ha incaricato personalmente,dicendomi soprattutto di lavorare con lei,quindi non la lascerò andare e scommetto che lui non sarebbe in disaccordo.» ‹Ma non può farlo!› -continuai a pensare ininterrottamente.-

Mi sedetti «Non puoi pensare di tenermi quì,potrei chiamare...-» «La polizia?» sembrò deridermi? «Oh certo...» si alzò.

Io chiusi gli occhi in due fessure «Certo,cosa.»

Si venne a sedere sulla scrivania,proprio davanti a me «Ed io potrei raccontare che la nostra paziente quì presente è impazzita perchè vuole fuggire. Sai,non so a chi potrebbero credere fra i due... Se a lei,la paziente,o a me,lo psicologo.»

Mi appoggiai allo schienale ‹Sai che non ha tutti i tor...-› -no non esisteva!- «Potrei dire che tu mi abbia chiuso quà.»

«Non credo,anche perchè quì ho scritto che oggi avremmo avuto la seduta. Nessuno può provare che lei non abiti quì,sa,quest'oggi non c'è molto personale in giro.» si allungò per prendere ciò che poteva sembrare un raccoglitore,o qualcosa del genere,e si leccò il dito per poi iniziare a sfogliarlo.

Presi un gran bel respiro «Non-puoi.»

«A quanto pare posso.» mi guardò «Infondo non vedo il problema.» mise giù il tutto.

Si sporse più verso di me facendo peso sulle braccia.

Mi sentivo per davvero una cavia.

Io ero quì seduta e "legata" ad una sedia,mentre lui?

Se ne stava lì a guardarmi con quel suo sorriso saccente aspettando che facessi anche una minima mossa.

Peccato per lui,perchè non mi conosceva proprio per nulla.

Egli «Io e t...- Lei,abbiamo iniziato male...-» lo decisi di interrompere «Non siamo dentro ad un bar a bere e scherzare,ma in uno studio.»

«Come? Temo di non aver capito.» ‹Ma non mi dire...›

Ripresi a parlare «Dicevo... Quindi nel tuo "abbiamo iniziato male" non ci vedo alcun senso. E poi,sbaglio,o l'ho già sentita questo tipo di frase da parte tua?» ‹Ma come sei simpatica!› -ho sempre fatto del mio meglio,sai.-

Iniziò a ridacchiare,eppure io non ci trovavo nulla di divertente! «Quale umorismo.»

Non gli diedi risposta.

10:00

Oramai erano le 10:05 ed eravamo ancora nella stessa posizione.

Lui «Non voglio trattarla come una paziente.»

Quasi riuscì a farmi ridere!

«Ah no? E come.»

Incrociò le braccia al petto.

«Vedi...-»

.CHIAMATA.

Chi diavolo sarebbe potuto essere?

Guardai il telefono.

«Faccia pure se vuole.» ‹Ancora con sto lei?› -lo ispezionai.- «Davvero.»

_Cara_

«Cosa vuoi?»

Risposi a mio solito modo.

Lei «Quand'è che torni che andiamo a mangiare fuori?»

‹E figuriamoci se non prende iniziative!› -pensai prima di risponderle a dovere.- «Senti,non ho mai detto che voglio andare a mangiare con te.»

Udii la sua voce «Vado a prenderle un caffè,così possiamo parlare con più calma.»

‹Fra tutti e due non saprei chi far fuori prima.›

Udii i suoi passi.

Cara «Come sei antipatica!»

Fece per uscire,così spostai il telefono dal mio orecchio.

«Non bevo caffè.» gli feci sapere.

«Oh,allora cosa le piacerebbe?» si voltò.

‹Da te? Niente.› Io «Non si preoccupi.»

‹Gli ho appena dato del lei?!› «Mi ha appena dato del lei?» ‹Oh diamine.›

«Nikaaa! Ci sei?!» udii la voce di mia cugina provenire dall'altro capo del telefono.

Vedendo che non gli stavo rispondendo dopo aver aperto si rigirò verso di me,stava aspettando una risposta?

«Tè nero,senza zucchero.»

Annuì.

‹È impossibile che lo trovi.› -mi dissi soddisfatta.-

Avrei avuto tutto il tempo che volevo per cercare una via di fuga.

Aprì la porta e se la richiuse appresso,a chiave.

‹Dannazzione!›

‹Cosa pensavi che fosse. Stupido?›

‹No,purtroppo no.›

Riportai il telefono all'orecchio.

Io «Ascolta ora devo andare,ci vediamo dopo,non so a che ora fi...-» «Tranquilla,avevo capito che fossi occupata.» ‹Oh ma che simpatica.› -alzai gli occhi al cielo.-

Le buttai giù e andai verso la portafinestra.