"Essere consapevoli di ciò che si prova dentro di sé,senza sentirsi sbagliati,è il passo fondamentale per essere padroni di sé stessi."
Arthur Schopenhauer
Ero già seduto sulla solita da vecchia sedia di legno,pronto per cominciare questa seduta di gruppo.
Io «Quest'oggi ci siete tutti e dieci,ne sono felice.» ‹E un "certo qualcuno" non è neppure in ritardo come suo solito.› -aggiunsi nella mia mente.-
Nessuno rispose,o quasi.
«Oggi vorrei affrontare un certo argomento. Il perchè vi troviate quì,in questo posto.»
Finalmente da oggi in poi avrei affrontato gli argomenti,non avremmo più parlato di "sciocchezze".
Ormai avrei potuto dire che le presentazioni non erano più necessarie.
Non li conoscevo ancora tutti al meglio,e se è per questo nessuno di loro,anche perché,infondo,non potrai mai conoscere appieno una persona a meno che tu non sia la persona stessa.
Ma avrei imparato a farlo comunque.
Li guardai «Chi comincia?»
«Io!» ovviamente chi poteva essere? ‹Arold,il narcisista.›
Ci misi qualche secondo per acconsentire «Prego...»
«Mi trovo quì perchè tutti dicono che sono un narcisista e che non provo alcuna emozione o robe così riguardanti il mondo,ma solo ed esclusivamente per me stesso.» be' almeno conosceva il motivo per cui si trovava quì.
«Bene...» presi nota.
Ivan s'intromise «Ma non dovresti sapere già il perchè siamo quì?»
Il mio sguardo ricadde su di esso «Io sì,certo. Ma non voi tutti visto che alcuni sono più o meno nuovi,ogni tanto ce n'è bisogno. È una cosa di gruppo e quindi ne si parla in gruppo.»
«Sono d'accordo con lui. Non ha senso!» ‹Ma quando mai!›
Mi allentai il colletto e poi le risposi «Invece il senso ce l'ha,che ti piaccia o meno.»
Katia «Se lo dici tu...» rispose sbuffando.
Tornai sul nostro "caro" Arold.
«Dicev...-» mi interruppe! «Insomma,che diamine è un narcisista?! Mi amo. Non è mica colpa mia se mi piaccio no?»
‹Quà c'è solo da perderci la speranza.›
‹Ma che coscienza cattiva che ho!›
«Solo tu riusciresti ad amarti.»
E dopo la sua stupida battuta si misero a ridere in molti.
Io «Hey allora!»
Cercai con lo sguardo chi avesse parlato,non avrei fatto troppa fatica a trovarlo.
Chi rideva non si stava trattenendo per nulla.
A parte uno fra loro.
Anche se non nascondeva il suono della sua stessa risata si teneva la mano davanti alla bocca.
Di solito,anche se non sempre,chi tiene questo comportamento è il colpevole.
Avevo dedotto fosse lui perchè era una fra le voci che non si sentiva spesso fare battute.
«Caleb,non mi sembra il caso.»
Lui «Eddai!» ‹Mi ha detto eddai,davvero?
Continuava a ridere,ma la mia faccia non era molto scherzosa «Ne abbiamo avute di giornate per le "cavolate". Oggi,non è il giorno.»
Ivan «Uuh,il tipo si è incazzato.»
Voltai il capo verso di lui «Non mi sono arrabbiato. Voglio solo continuare dato che oggi ci siamo tutti per la prima volta...-»
‹A me pare che tu sia più nervoso del solito.›
‹E invece no!›
«...-E nessuno ha fatto ritardo.» lanciai uno sguardo a chi sapevo io.
Il suo,di sguardo,non lo alzò neanche per sbaglio.
Non aveva sentito forse?
Oh sì invece,eccome.
Solo per un millisecondo notai che le sue gambe ebbero come un "tic".
Non era proprio il tipo da farsi beccare dallo scalfirla,però io notavo tutto a suo malcapito.
Ma lei non lo sapeva.
Arold «Possiamo tornare a me?» ‹Non so come fai a non ucciderlo.› -mi si intromise questo pensiero in testa.-
«Più tardi sì.» detto ciò li guardai un po' tutti «Chi è il prossimo?»
Nessuno disse una parola,allora scelsi io.
«Owen.»
Lo richiamai.
Non avevo proprio idea del perchè questo ragazzo si trovasse quì,in questo posto.
Anche perchè l'unico "problema" che potesse avere era solo quello di essere down.
Non avevo notato nessun'altra cosa in lui se non questa.
Owen «Perchè sono down.»
Caleb «O-oddio,non ci credo.» si mise a sghignazzare. ‹A parer mio non è così divertente.›
Io alzai la voce «Caleb!»
Lo zittii,così da poter far continuare Owen «I-io...»
«Chi ti ci ha messo quì?» gli chiesi curioso ed anche irritato,perchè non era possibile che le persone in quest'epoca facessero ancora dei ragionamenti simili,come se fosse una malattia da curare o poter curare!
Egli rispose «La mia mamma e il mio papà.» ‹Più tardi avrei parlato con i suoi genitori.›
Una fra le ragazze che fra poco sarebbe uscita si intromise «Ma sono seri i tuoi genitori?»
Nessuna risposta arrivò.
Ne ero rimasto allibito pure io stesso.
Gli unici che potevano essere malati,in sto caso,erano i genitori stessi.
Io «Bene,adesso parliamo di chi è affetto da rabbia,caso di cui quì abbiamo tre buoni esempi.»
«E chi mai lo è?» ‹E figuriamoci...›
Sospirai «Be' tu sei uno fra gli esempi di improvvisi attacchi di rabbia perchè per l'appunto la... -» mi fermai,non sarebbe stato carino dirgli a brutto muso che soffriva di una schizofrenia aggressiva.
Lucas «Mh? Come dici prego?!» ‹La terapia non è che funzioni molto con lui...› -pensai tra mé e mé.- si alzò in piedi,non mi andava di riusare la psicologia inversa per farlo sedere!
«Oh nulla nulla,continua pure a stare in piedi intanto.»
«No!» si risedette con un tonfo proprio come l'altra volta.
Ivan «L'altro sono io vero?» ‹Mica scemo èh?›
Io «Esatto.» chiesi poi «Che hai combinato come ultima cosa prima di finire quì?»
Sbuffò e si allungò sulla sedia «Beh... Ero leggermente ubriaco e c'era sto tizio che non mi voleva dare da bere. Non ho fatto niente di che! Mi sono solo lamentato per dieci minuti,innervosendomi. Questo mi ha insultato allora io mi sono bevuto il mio ultimo goccio di Whiskey e ho spaccato il bicchiere per terra.»
Ne rimasi stranito «Tutto quì? Rispetto al resto mi sarei aspettato altro motivo...»
Lui «Ah! E nel fare tutto ciò ho tenuto l'alcool in bocca fino a quando non gliel'ho sputato addosso. Dandogli fuoco con l'accendino.»
Iniziai a tossire e quasi mi strozzai con la mia stessa saliva! «Come?»
In risposta fece spallucce ‹Ma che diamine...› «È ancora vivo,tranquillo.» ‹Oh,bé,allora va bene!› -pensai sarcastico.-
Io «Voi che avreste fatto in questo caso? Intendo se non vi avesse dato da bere.»
Frederick «Me ne sarei andato,fine.»
Katia «E perchè mai? È lui che non ha voluto più darmi da bere senza che io fossi ubriaca sul serio.»
«E che avresti fatto?»
Lei rispose «Gli avrei fatto capire che non lo ero,poi mi sarei bevuta tutta una bottiglia fino ad esserlo ed in fine me ne sarei andata senza pagare dicendogli tipo: 'sono ubriaca adesso,non mi sto ricordando di pagare'!» ‹Che personaggio...› -però anch'io alla fine mi misi a ridere con loro.-
Miriam «Grandiosa!»
Lei era la terza,così mi rivolsi ad essa «E tu?»
«Non so,mi innervosivo spesso e fino a non molto tempo fa attaccavo briga con chiunque fino a che non diventava un vera e propria rissa.»
Mi misi più comodo «Però fra qualche giorno uscirai,finalmente.»
Le si formò in sorriso sulle labbra sottili «Sì! E sono molto più calma,prima di tirare un pugno a qualcuno ci penso.»
«Ne sono felice.» chinai di poco il capo in segno di consenso.
Guardai l'orario.
11:52
‹Di già?› -dovetti pensare.-
Eppure non avevamo parlato di niente!
Volsi lo sguardo su Frederick.
«Tu perchè ti trovi quì?» il motivo non me lo immaginavo proprio!
Lui fece un mezzo sorriso sarcastico «Nulla,sono gay.»
Miriam «Coosa?! Ma che problemi hanno i vostri genitori cioè i...-» «Miriam,calma.» la ripresi dato il suo leggero scatto.
Frederick rise «Ma non è per questo.»
Ivan «Peccato,dovresti...» ‹Cos'ho appena sentito?›
Katia parlò prima di me «A me l'idea gay non piace,ma non è che mi freghi della loro esistenza o no. Insomma,cazzi loro.»
Dissi «Non è completamente sbagliato il tuo pensiero,quindi ti ringrazio.» continuai poi guardando la persona in questione «Quindi che idea ne hai?»
Ivan «Non posso vederli.»
Mi alzai in piedi giusto per sgranchirmi le gambe «Mh. Insomma,alla fine non è sbagliato. Ma attenzione! Voglio spiegarvi il perchè. Non tutti sono obbligati ad accettarlo,ma non possono di certo fargli del male o cose simile per questo. Le persone in questione non vanno a lamentarsi se vedono qualcuno di noi etero che si bacia. O sbaglio?»
Frederick «Giust...-» «Ma andiamo!»
Miriam «Ivan,la pianti?!»
Questo in risposta sbuffò ben più che scocciato «A me danno fastidio,non posso farci niente.»
Mi venne in mente di fargli una domanda,come un flash improvviso «Li hai picchiati per questo?»
«Una volta,quando ero ubriaco... Anzi,no. Più di una.» ‹Non ci credo.› -mi trattenni dal tirarmi una manata in fronte! O ancor meglio a lui.-
Si accese una discussione fra Miriam,Ivan,Katia,Frederick e i "due Max",come se non bastesse! «Ora basta!» li fermai.
Buttai fuori aria dai polmoni,oggi non ero molto paziente.
‹Ma chissà perchè!›
‹No! Non è per lei.›
Perchè non mi lasciava in pace e basta?
Non seppi il perchè ma la stavo guardando.
Notai che lei stesse facendo lo stesso,come se avesse "udito" il mio pensiero.
Mi riscossi «Bene,passiamo oltre questo argomento per ora. Frederick. Continua pure...»
«Sono quì perchè soffro di bulimia.» ‹Non l'avrei detto.› -pensai.-
Io «Capisco. Da quanto tempo?»
«Solo due anni.»
Dissi «Spesso il cibo può diventare un grande nemico per noi stessi,ma è solo una questione mentale. Come hai fatto a diventarlo?»
Lui non ci pensò neanche e rispose «Ero piuttosto grasso e mi prendevano in giro,così un giorno decisi di dimagrire.»
«Andasti da un dietologo?»
«No. Decisi di dimagrire a "modo mio" perchè i miei genitori non mi aiutavano. E poi chi mai vorrebbe avere attorno un gay,grasso,oltretutto?» si vedeva che questo discorso gli faceva male.
Io annuii senza dire chissà cosa «Quindi hai deciso da solo?»
«Sì.» rispose.
Gli feci un'ultima domanda «Cosa c'entra il fatto dell'essere gay?»
Frederick mi dedicò un mezzo sorriso «Sempre i miei. Non sono d'accordo,ma alla fine sono quì per altri motivi più seri come ho già spiegato.»
Non gli chiesi altro.
Non mi ero ancora studiato tutti i fascicoli,erano davvero tanti oltre a quelli che tenevo io.
Io «Ora parleremo di un argomento più profondo.»
Non guardai subito negli occhi i diretti interessati,prima aspettai di annunciare l'argomentazione.
Rosalin,che non parlava mai,disse «C'entriamo noi,vero?» ‹Neanche lei è stupida,per nulla.›
«Sì.» pronunciai.
Qualcuno chiese «Oltre a lei chi sarebbe depresso?»
«Non si parla solo ed esclusivamente di questo problema soltanto,ma della relazione stessa che si ha con la vita.»
Questa volta alzai lo sguardo anche su di lei,su Nika.
I suoi occhi bui mi stavano perforando.
Erano freddi come il ghiaccio,com'era mai possibile che un paio di occhi neri trasmettessero così tanta glacialità?
Nika «L'orario è finito.»
La guardai con scherno.
Le mostrai l'orologio al polso,sapevo che non si trovasse vicino a me ma non era necessario che scorgesse veramente l'orario.
«Non sono ancora le 12:45,ti ricordo.» le feci presente.
‹Non puoi continuare a sfuggirmi.›
Nika «Mh,ah no?»
«No.» risposi secco.
«E cosa te lo dice?» ‹Sta scherzando.›
Io «L'orologio!» che razza di domanda era?
Nika inclinò la testa verso destra «Orologio? Quale orologio.» ‹No non sta scherzando,mi piglia proprio per idiota.›
«Il mio!» mi stava stufando.
Continuò imperterrita «Il tuo? Magari è sbagliato.»
«Cosa stai cercando di fare?» chiusi gli occhi in due fessure.
Lei fece spallucce «Nulla.»
«A me non pare,quindi vedi di rispondermi.» ‹Wow,le avevo dato del tu.›
‹Ti rende così tanto nervoso questa ragazza?›
‹No! Perchè mai dovrebbe?!›
Sembrò ghignare.
Inarcai un sopracciglio «Allora?!»
Si appoggiò allo schienale della sedia,guardandomi.
Poco dopo prese la borsa e d'improvviso si alzò!
Non feci in tempo a replicare.
Lei «Penso che dovresti dare un'occhiata al tuo orario lo sai?»
‹No.›
Così feci.
12:48
Lei disse ancora «Abbiamo passato le 12:45,addirittura. Ma pensa un po'.»
Così,come al solito,fu la prima ad uscire.
«La seduta è terminata.» dissi fra i denti.
Mi alzai facendo stridere la sedia ed uscii anch'io.
‹La stai rincorrendo?›
‹No.›
‹A me pare di sì.›
‹Smettila.›
‹Attento,potrebbe finire come sta mattina.›
...FLASHBACK...
Sono in corridoio,fra poco avrei avuto la solita "lezione".
‹Ma guarda chi c'è.› -mi fa notare.-
«Oggi ci degna della sua presenza?»
Ovviamente non ricevo risposta.
La sorpasso,fino a che non metto la mano sulla porta prima che lo faccia lei.
Solo così riesco a bloccarla.
Per l'appunto,si ferma.
«Come mai l'altro giorno è scappata?»
Nika «Io,scappare?»
«Sì.» la guardo negli occhi,che avrà intenzione di fare?
L'angolo della sua bocca si protende all'insù «Dovrei?»
«Entra dentro.» mi scosto già stanco di questa situazione stupida. ‹Te la crei tu!› -oh insomma!-
Perchè non mi sorpassa?
Se ne sta voltata di profilo,ma riesco comunque a scorgere il suo sguardo su di me.
«Tu ci credi davvero,è?»
‹Di che diavolo sta parlando?!›
«In cosa.»
«Di potermi entrare in testa,di poter fare ciò che vuoi.» continua ad osservarmi con un occhio,l'unico che possa vedere.
«Io so come farlo senza che tu te ne accorga.» le faccio sapere,ed è la verità.
Nika «Certo che ti piace proprio controllare tutto...»
‹Lei non può analizzarmi.›
‹Eppure tu lo fai con tutti.›
Mi avvicino di pochissimo.
Sapendo come fosse fatta,se osassi "di più",se ne andrebbe.
‹Ed io non voglio.›
Voglio scoprire cosa diavolo ha da dire per entrarle sempre più a fondo e in testa.
Per sapere.
Sapere per quale arcano motivo il suo caso sia "tanto speciale".
«Inizieremo fra poco.» ‹Di solito è lei che non ti risponde,ora sei tu?› -al diavolo!-
Nika «Mancano ancora cinque minuti,come mai tutta 'sta fretta oggi?»
«Non ho alcuna fretta.» le faccio presente.
Volta il capo «Qual è il tuo,invece,di problema?»
«Che...-» «Tu pensi di essere lo scienziato,vero? Invece non è così. Chiunque rimanga quà dentro ne assume i problemi. Quindi ripeterò: 'qual è il tuo'?»
La mia faccia si fa seria,ne sento tirare la muscolatura «Io non sono uno scienziato,sono il dissezzionista.»
«Interessante,davvero... Peccato che non stiamo in un laboratorio.» perchè vuole avere una vera e propria conversazione adesso?
Io «Se...- È,davvero divertente lo sa?»
Nika alza un sopracciglio «Io divertente? Mh,assurdo... Questo aggettivo non mi era mai stato affibbiato prima d'ora.»
Metto le mani dietro la schiena «Divertente,perchè crede di averla sempre vinta su tutti.»
Incrocia le braccia «Non è il fatto di "vincere",ma il fatto di sapere. Sapere quando uno di voi stupidi pensa di poter fare miracoli con la mente di una persona.»
«Io non sono come gli altri mia cara ragazza.» senza accorgermene le sono praticamente sopra con la mia ombra.
Nika «Oh certo,non ne dubito. Tu sei uno di quei "casi speciali" che protendono la loro vita verso altri "casi speciali" per non pensare al suo stesso caso.» ‹È la verità èh Travis?›
Io «Si sbaglia.» rispondo a denti stretti.
Nika «A me non pare.»
‹Le piace proprio giocare.›
La guardo «Stia attenta,la sua convinzione di comandare ciò che la circonda potrebbe rivelarsi fasulla.»
Fa un passo,così mi sposto.
Nika «Probabile,proprio come la sua.»
...FINE FLASHBACK...