"Sii gentile,perchè ogni persona che incontri sta già combattendo una dura battaglia."
Platone
Ero stata la prima ad uscire.
Camminai a passo spedito,volevo andarmene il prima possibile da questo posto.
«Scusi?»
Continuai,ero quasi fuori.
«Aspetti!»
La voce era più vicina.
‹Ce l'ha con me?› -mi chiesi.-
«Hey!» s'introdusse un'altra voce.
Le gambe mi si bloccarono.
Quella voce...
Che diavolo voleva?
Rimasi voltata mentre udivo i suoi passi farsi sempre più vicini.
«Signorina Stewart.» ‹Oh,ma che cordialità.› -roteai gli occhi.-
Voltai appena la testa verso sinistra «Sì?»
Lui «Le è caduto questo.»
Mi girai del tutto «Un bottone.»
Il dottorino «Sì,un bottone.» me lo porse.
Feci una smorfia «Mi hai rincorso per riportarmi un bottone?»
Questo mi guardò in modo strano «Non vedo il problema.» poco dopo aggiunse «Non l'ho rincorsa,comunque.» ‹Ah no?›
Lo presi senza sfiorargli la mano neanche per puro sbaglio.
Egli «A quanto pare non le piace il contatto fisico.»
Congiunse le mani dietro la schiena.
Inarcai un sopracciglio «La "lezione" è terminata,ma a quanto pare non puoi fare a meno di cercare si studiarmi.»
«Studiarla?» ridacchiò.
Continuai a guardarlo dritto negli occhi «Sì,studiarmi.»
Alzò appena la testa,perchè non mi lasciava andare? «Non posso farci nulla,è il mio modo di essere.» fece spallucce.
«Allora se lo tenga per lei.» marcai il lei.
Si mise di nuovo a ridacchiare,dopo aver detto questo m'incamminai verso la porta.
«Scusi?» s'introdusse un'altra voce. ‹Ma perchè oggi non mi lasciano in pace?› «Ha dimenticato di firmare la sua presenza.»
Ghignai «Oh giusto,non ricordavo che fossimo a scuola.»
La biondina con gli occhi da cerbiatta mi fece segno di seguirla.
«E anche molto sarcastica.»
Gli ero appena passata accanto.
‹Il mio indice di sopportazione è altamente basso oggi.›
‹E coma maii?› -mi stuzzicò.-
Presi la penna e firmai.
Senza salutare feci di nuovo per andarmene,misi la mano sulla maniglia e spinsi.
«A settimana prossima!» ‹No,non avevo intenzione di vederlo pure settimana prossima.› -pensai ardentemente.- non gli risposi,finalmente ero uscita.
19:00
Ormai era sabato.
.CHIAMATA.
Ero stesa sul divano,quando mi squillò per l'appunto il cellulare.
_mamma_
Sbuffai.
«Pronto?» risposi,altrimenti mi avrebbe tartassata e probabilmente si sarebbero addirittura presentati quì per la mia "infinita gioia".
Lei «Ciao,allora?»
‹E come vuoi che vada?› -avrei voluto dirle.- «Tutto bene.»
«Intendevo dire se ci stai andando.» ‹Ah,giusto.›
«Sì.» le diedi una risposta secca.
Mia madre «Sei sicura?»
«Sì.»
«Io però ti ho chiesto come stia andando.» mi fece presente.
Presi un lungo,lunghissimo,respiro «Va in modo normale,come pensi possa andare?»
«Non ti ho chiesto niente di che. Potresti essere più cordiale?» alzò la voce.
Strinsi il telefono tra le dita «Io sono cordialissima.»
«Oh,vedo!» commentò lei.
«Ora dovrei andare.» le dissi già stufa della breve conversazione avvenutasi.
«Tua madre ti ha fatto una domanda.» ovviamente ero in vivavoce!
Mi misi più comoda «Ciao anche a te padre.» dissi.
Ci furono dei rumori dall'altro capo del telefono, probabilmente lo aveva in mano lui ora «Cos'è questa scortesia? Hai dimenticato l'educazione?!» ‹E te pareva.›
Alzai entrambe le sopracciglia anche se non mi avrebbero potuta vedere «Per come me l'avete insegnata non potrei mai.»
«Come osi?!»
«Caro...»
«No!» disse lui,ed sbuffai,pure al telefono dovevano discutere adesso?
«Ha solo bisogno di comprensione.» mi arrivò la voce di mia madre. ‹Comprensione?›
«Comprensione...per cosa.» dissi a denti stretti,ma non mi diedero retta.
Mio padre «Glie n'è già stata data abbastanza non ti pare?»
Udii un sospiro da parte di lei «Lo so però...»
«Però cosa? Sono stanco.» ‹Stanco? Stanco di che?› -mi stetti per mettere a ridere,quasi.-
«Caro...»
«No!»
«Stavamo dicendo?» m'introdussi giusto per dargli fastidio ma ovviamente non venni presa in considerazione.
«Non la stanno aiutando,è sempre uguale.»
Strinsi i denti e dissi «Il comportamento ed il modo di interagire col mondo non c'entrano un ca...-» «Non ti azzardare sai!» wow,mi aveva davvero ascoltata? «Ma cosa sei diventata?» aggiunse poi. ‹Ciò che odiate,ecco cosa.›
Mia madre «Non sta andando bene allora...» si riferiva davvero alle mie sedute?!
Alzai la voce «Ma stai dicendo sul serio?!»
«Signorina!»
«Ora devo farmi da mangiare,se non vi dispiace ci tengo al mio nutrimento.» dissi con tutta la calma del mondo.
«Nik...-»
Chiusi la chiamata.
Mi alzai dal divano e lanciai il telefono contro al muro!
Il mio respiro era accelerato,molto accelerato.
Mi tremavano le mani.
‹Sento la rabbia in ogni fibra del mio corpo,ma non la provo come dovrei provarla.›
Percepii anche il cuore cominciare a galoppare.
«Non ha senso,non ha senso!»
Dissi a voce alta,avrei voluto urlare ma l'effetto non fu quello.
Guardai l'orologio.
19:06
Gli erano bastati solo sei minuti per rovinarmi la serata.
Decisi di vestirmi,avevo bisogno di farmi un giro.
Tirai fuori una felpa nera da dentro l'armadio e la indossai.
Misi le scarpe da ginnastica,sotto avevo i leggins ma non me ne sarebbe potuto importare.
Mi legai i capelli in una croccia disordinata,non mi andava nemmeno di pettinarli.
Sarei uscita così,senza giubbotto.
Nemmeno del freddo mi sarebbe importato.
Presi le cuffie e l'Mp3 ed uscii.
Camminai per un lungo lasso di tempo.
Trovai una panchina e mi ci si sedetti mentre nella mia testa risuonava la canzone degli Imagine Dragons «I was broken,from a you age taking my sulking to te masses writing my poems for the few...-» iniziai a canticchiare «...- That look at me took to me feeling me.» mi fermai. ‹Ma che diavolo!› -sbuffai.-
Cercai un'altra canzone.
‹Eppure ti piace così tanto!› -mi ricordò.-
Non mi andava di ascoltarla.
‹E perchè mai?› -insistette.-
Continuai a cercare senza trovarne una.
‹Ti danno per caso fastidio le parole?›
‹Ma quali parole!›
‹Quelle che hai pronunciato per ultime.›
‹Oh ma per favore,perché mai dovrebbero?›
‹Per ciò che dicono.›
Non le diedi più retta.
Scelsi frame of mind,di Tristam.
La ascoltai attentamente.
Giocare,quà l'unica cosa con cui giocavo ero io stessa.
Perché anche quando ascoltavo delle canzoni dovevo mettermi a pensare al mio stato?
Mh,lo stato d'animo...
Diverso.
Non riuscirei mai a rifugiarmi da nessuno o da nessuna parte per stare meglio.
Misi un'altra canzone,forse più adatta.
Si raccontano alcune leggende
Alcuni si trasformano in polvere o in oro
Ma ti ricorderai di me
Ricordami,per secoli
Un solo errore
È tutto ciò che servirà
Passeremo alla storia
Ricordami per secoli
Ricordami per secoli
Mamma,combatti i miei sogni da adolescente
No,non c'è niente di sbagliato in me
I ragazzi hanno tutti torto,la storia è distaccata
Heavy metal,rock my heart
Vieni,vieni e fammi entrare
Sto girando sulle tue cosce,lascia le mie impronte
E questo è per stasera
Ho pensato che ti saresti sentito
Non ho mai voluto che ti aggiustassi
Ricordami per secoli
E non posso fermarmi finchè l'intera parola conosce il mio nome
Perchè sono nato solo nei miei sogni
Finchè non morirai per me,finché c'è una luce
La mia ombra è su di te perchè sono l'opposto dell'amnesia
E tu sei un fiore di ciliegio
Stai per fiorire
Sei così carina,ma te ne sei andato così presto
È quì da sempre
Ed è il frutto scelto
Potrei urlare per sempre
Ti abbiamo avvelenato tutti
Si raccontano alcune leggende
Alcuni si trasformano in polvere o in oro
Ma ti ricorderai di me
Ricordami,per secoli
Un solo errore
È tutto ciò che servirà
Passeremo alla storia
Ricordami per secoli
Ricordami per secoli.
‹Nessuno si ricorderebbe di me.›
La canzone terminò.
Ascoltai qualche altra canzone e poi mi alzai per sgranchirmi le gambe.
Decisi di continuare a camminare.
21:40
Ero vicino al ponte,il Golden Gate Bridge.
Osservai le macchine sfrecciare alla velocità della luce,mentre io ero quì,ferma.
Bloccata e in bilico.
Più in là c'erano dei musici.
Mi tolsi gli auricolari.
Uno suonava il violino e l'altro l'armonica,così mi avvicinai di poco.
Rimasi lontana,ma li stavo ascoltando.
C'era presente qualche persona e preferivo starmene quì.
Era da tanto che non mi beavo dell'arte racchiusa in musica.
Era una cosa che mi piaceva definire "un momento mio".
Chiusi gli occhi,mi beai di quelle sinfonie che fuoriuscivano dai loro strumenti.
Le note mi accarezzavano le orecchie.
La musica,che cosa idilliaca...
Rimasi così per non so quanto tempo.
Ad un tratto la melodia si interruppe bruscamente.
«No! Fermo!»
Riaprii gli occhi.
La gente si allontanò non capendo cosa fosse appena accaduto.
Corsi verso di essi,uno dei due partì all'inseguimento del ladro.
Ormai gli ero vicinissima ma non mi notò.
Mi guardai attorno ma quello era già scomparso coi soldi che avevano fatto questa sera.
L'altro signore tornò verso il suo collega.
«Se n'è andato,mi è sfuggito.»
«E adesso cosa facciamo?!»
«Non lo so! Mia moglie mi fa fuori...»
«Al diavolo! Quei soldi mi servivano lo sai.»
Non si erano accorti che fossi lì.
Mi schiarii la voce «Scusate?»
Si voltarono verso di me.
‹Ti devi fare gli affari tuoi.› -mi suggerì.-
Quello più alto disse «Hai bisogno di qualcosa?»
«No.»
Questi si guardarono.
‹Ti avranno preso per pazza.›
«E allora cosa c'è?» insistette.
Mi sedetti per terra ‹No,per psicopatica direttamente.› «Una canzone.»
«Ma...-» «Ascolta ragazzina adesso non abbiamo tempo per 'ste cose,abbiamo altro a cui pensare.» si intromise l'altro.
Lo guardai senza dire nulla.
‹Peggio per loro.›
Mi alzai.
«Fred,dai.»
Mi fermai.
«La ragazza ha chiesto solo una canzone!»
«Per 'sta sera io non suono più,mi spiace.»
Prima che quello gli potesse rispondere,lo feci io «Lei lo fa per i soldi o per la musica?»
‹No,chiaramente non ti fai mai gli affari tuoi.›
‹L'uomo è stato fornito di corde vocali e della capacità di riprodurre suoni trasformandoli in parole. Quindi perchè non avrei dovuto?› -non aveva senso a parer mio rimanere in un silenzio inutile se volevo dire qualcosa.-
Questo tizio mi guardò male «Ma cosa diavolo vuoi?»
L'altro più grassottello «La ragazza ha ragione.» ‹Lo so che ho ragione.› -avrei voluto dire. Ma non lo feci.-
«Ha ragione?» strabuzzò gli occhi.
«Abbiamo iniziato a suonare in giro perchè amiamo la musica. Te lo ricordi?»
«Sì,ma...-» si bloccò.
L'altro gli sorrise «Lo so Fred,lo so.» gli mise una mano sulla spalla.
Fred spostò lo sguardo da lui a me «Uff,va bene.»
Questa volta rimasi in piedi.
«Cosa vuoi sentire?»
«Una delle canzoni che più amate suonare.» gli risposi.
Non m'importava quale canzone suonassero,me ne sarebbe bastata una qualsiasi.
L'importante era ascoltare qualcosa.
Così senza darmi alcuna risposta iniziarono ad intonare le note di una canzone che neanche conoscevo.
Era una melodia bellissima.
Qualche minuto dopo terminarono di suonare.
«Ti è piaciuta?»
Annuii,senza dire niente.
«Ovviamente non ci darà un soldo.» sentii il commento del signor simpatia.
‹Cavolo.› -mi resi conto di una cosa.-
Parlai «Vi sembrerà stupido,ma riuscireste ad aspettarmi per un quarto d'ora?»
Sapevo fosse una richiesta piuttosto strana,ma purtroppo era andata così.
Ovviamente non mancò ancora un altro commento,ma non gli diedi retta.
Quello più gentile fra i due annuì.
Gli dissi che avrei fatto presto e che sarei tornata poco dopo.
Guardai l'orario.
22:35
Era ancora piuttosto presto.
Fermai un taxi «Geary street.»
23:01
Feci ritorno da loro,ci avevo messo più tempo del dovuto e non avevo idea se mi avessero aspettata.
«Dai avanti,andiamocene.»
«Aspettiamo qualche minuto ancora.»
«Quella ragazzina non tornerà più lo vuoi capire?»
Mi schiarii la voce.
«Oh.» era forse sorpreso?
Tirai fuori il portafoglio e gli lasciai una banconota nel cappello.
Entrambi rimasero stupiti.
«Fai per davvero ragazzina?» ‹Uff,ma deve commentare sempre?› -pensai stufa.-
Io «Se vuole me li riprendo.»
«No,no...» ‹Ah ecco.›
«Allora buona serata.» li salutai e mi voltai.
Mi rimisi le cuffie,non avevo idea di dove andare.
«Aspetta!»
Avevo sentito bene?
«Sì?» mi girai.
Egli «Non possiamo accettare.» mi disse mentre tendeva la banconota verso di me ‹Fa sul serio?› «Davvero.» aggiunse,dato che lo ero rimasta fissa a guardare.
Non proferii parola,allora ci pensò Fred «Anche se farebbero comodo dopo ciò che è capitato stasera devi riprenderli.»
«È troppo.» concordò con lui.
Mi voltai completamente verso di loro «Io vi ho chiesto una canzone e mi avete accontentata,non vedo quale sia il problema.»
«Non sei neanche obbligata a lasciarci dei soldi...» aprì bocca quello più paffutello.
Alzai di poco un angolo della bocca «E voi non eravate obbligati a suonare per me.»
Fred,il "simpatico",prese parola «Non stai scherzando.» era un'affermazione o una domanda?
«No.» feci spallucce.
«Non so cosa dire.» si toccò la chioma folta.
Decisi di fargli presente una cosa «Voi mi avete donato molto di più del denaro,il tempo di una canzone.»
Detto questo li salutai senza più voltarmi nonostante i loro richiami.