"L'unica persona che sei destinato a diventare è la persona che decidi di essere."
Ralph Waldo Emerson
07:00
Abbagliava.
Non riuscivo ad avere alcuna concentrazione.
Dovunque osservassi era un bagliore,non riuscivi quasi a scorgere nulla.
Ma forse non era a causa di esso se la mia attenzione era praticamente rivolta ad altro.
Forse era il mio stesso respiro accelerato a distrarmi da quel poco dovere da svolgere a cui ero stato sottoposto,per ora.
‹Accidenti.› -pensai con fervore.-
Passò qualche minuto e poco dopo mi diressi nel suo studio,di lui non c'era ancora traccia.
*toc toc*
Udii bussare.
«Oh.»
Era forse sorpresa di aver trovato me?
«Che ci fai quì?»
‹Devo ammettere che prova proprio una particolare simpatia per me,né vero?›
«A te cosa sembra che stia facendo per l'esattezza proprio nello studio del dottor Rossi?» le dissi con puro sarcasmo. ‹Mi pare logico no?› -aggiunsi nella mia mente.-
Non mi diede risposta.
Il suo sguardo diventò ancora più duro,si strinse nelle spalle e si leccò le labbra.
Distolse lo sguardo da me,si sentiva colpevole per ciò che aveva esplicato?
I suoi occhi vitrei fecero ritorno su di me.
Io mi trovavo in piedi a qualche passo da lei.
Teneva stretto tra le braccia un raccoglitore,continuava a picchiettarci le sue unghie laccate di rosso sopra,era un tic che aveva spesso.
Insomma quando parlava con me,o ancora meglio,quando le rispondevo.
Per questo non lo facevo mai,si ricreava sempre questo tipo di situazione.
Era nervosa per caso?
Avrei aggiunto,oltre a questo,che si trovava in un momento di chiusura verso di me.
Si toccò lo chignonne per capire se fosse ancora in ordine anche se non avevo la minima idea di come potesse vederlo.
C'era un silenzio tombale.
Non aveva più nulla da dire?
La mettevo a disagio forse?
Le avevo risposto in modo semplice e non le avevo detto chissà che cosa.
Udii dei passi.
«Oh,siete entrambi quì.» fece la sua entrata, ‹Finalmente.› era sempre stato un ritardatario coi fiocchi.
Io «Sì,la stavo aspettando.» marcai l'ultima parola e nel farlo guardai lei.
Dottor Rossi «Metto a posto un attimo un paio di cose e sono subito da lei.» si rivolse a me.
Sara s'intromise «Emh,signore.» ‹Oh bene! È riuscita ad attirare la sua attenzione,quando ero presente anch'io non si accorgeva mai di lei. Sarà questo che le da fastidio?› -sghignazzai,ma non mi feci udire da loro.- «Le ho portato ciò che mi ha chiesto.»
Il dottore che era indaffarato a cercare qualcosa fra le sue scartoffie le rispose in modo frettoloso «Oh sì sì,metti pure quì.»
Lei annuii «Le dovrei dire anche un'altra cosa...»
«Dimmi pure.»
Io m'allontanai.
Almeno non mi sarei dovuto sorbire che lo sguardo di lei,cosa poco sopportabile,si posasse su di me come per dire: 'ti dispiace'?
Come se non sapessi stare al mio posto!
Cominciò a parlare a tono basso.
Come se non sentissi...
Ma soprattutto,come se me ne sarebbe potuto importare qualcosa.
«Ora non è il momento,ne riparleremo più tardi okay?»
Mi voltai verso di loro.
Lei uscì dallo studio e mi lanciò un'occhiataccia fulminante.
‹Non ti sopporta proprio.›
‹Non è di certo causa mia se sono meglio di lei.›
Egli «Allora,dov'eravamo rimasti?»
Mi avvicinai a lui che si trovava già seduto,che gesto scortese,a parer mio.
Mi stava attendendo con le mani giunte.
Mi avvicinai cautamente e in seguito mi sedetti anch'io.
«Mi voleva parlare?»
Fece un sorriso,avrei potuto dire fosse sincero ‹Lo è sempre. E in ogni caso sa che non può mentirmi.› «Partirò per un paio di settimane,tra una cosa e l'altra purtroppo dovrò abbandonare il mio amato studio.» mi informò.
«Wow,be' sì farà una "piccola semivacanza".» virgolettai,poi tornai nella mia posizione.
Egli ridacchiò «Bé sì,più o meno...» divagò.
Lo osservai attento «Quindi,di che mi voleva parla...-» mi interruppe «Come vanno gli studi?» chiese.
Rimasi un attimo perplesso,come mai quella domanda?
«Bene. La ringrazio.»
«Oh,ne sono contento.»
Pensai aggiungesse altro,invece no.
Il suo divagare,il non arrivare al nocciolo della questione...
Era strano e non era da lui.
Ma c'era qualcosa che tradiva questo suo comportamento che poteva sembrare tutt'altro che insicuro.
In realtà era tutto il contrario.
Lo potevo capire non solo per la sua postura ma anche per l'espressione rilassata che teneva.
Probabilmente c'era qualcosa nel profondo che lo rendeva un minimo nervoso.
Ma cosa per l'esattezza?
Non capivo,non aveva senso.
«Si sente bene?»
Buttò fuori l'aria,come se stesse trattenendo il fiato «Oh io sì e spero che possa rallegrarle la giornata.» ‹Che vuol dire?› -lo guardai stranito.- «Vorrei farle una proposta. O ancora meglio un favore,che spero la possa giovare.»
Mi incuriosii parecchio «La ascolto allora.»
Sorrise «Mi servirebbe qualcuno che prenda il mio posto,o più che altro controlli il tutto per queste paia di settimane. E non potrei trovare persona migliore a parer mio.»
Quasi mi cadde la mascella per terra! «N-non ci posso credere.» ‹Ma proprio adesso devi metterti a balbettare?!› -mi riprese.-
Egli si mise a ridere «Sarebbe un sì?»
«Certo che sì.» gli risposi di getto.
«Allora è perfetto!» accordò.
Però gli dovetti fare una domanda «Ma... Insomma,come mai lo ha chiesto proprio a me con tutti i bravi tirocinanti e più che ha quì?»
Sembrò sorpreso appena dalla mia domanda «Vedi Travis,non ho mai visto nessuno impegnarsi così tanto e con dedizione nella carriera che si vuole intraprendere. È vero... C'è chi ha anche più esperienza di te,ma sai,tu mi ispiri fiducia. E voglio metterti alla prova.» spiegò.
Annuii soltanto anche se dentro di me provavo mille e più emozioni,forse anche troppe «Farò del mio meglio.»
Fece per alzarsi e così feci anch'io.
‹Ancora non ci credo.› -continuai a pensare.-
Poi aggiunse un'ultima cosa che mi lasciò perplesso ma soprattutto incuriosito.
«C'è un particolare paziente su cui dovrai lavorare più di chiunque altro,ce la puoi fare?»
Mi porse la mano.
Io «Farò del mio meglio.»
Gliela strinsi.
Abbandonai il suo studio.
«Diavolo.» esclamai.
Non mi aspettavo di trovarmela quì,aveva origliato?
Subito dopo mi sorpassò e andò via spedita.
Ero davvero curioso di scoprire questo paziente,come mai era così tanto importante?
Non capivo.
Ma probabilmente lo avrei scoperto nelle settimane seguenti.
18:30
Feci ritorno a casa.
«Ciao tesoro.» mi salutò.
Le diedi un bacio sulle labbra per poi avviarmi in camera per potermi cambiare.
Aprii le ante dell'armadio e mi tolsi la divisa.
Feci ritorno in salotto,mi stesi sul divano vicino a lei «Allora?»
Chanel sorrise ‹Quanto amo il suo sorriso.› «Oggi al bar è andato tutto bene,purtroppo però mi tocca tornarci fra due orette.»
Alzai entrambe le sopracciglia «Tesoro,te l'ho già detto. Non dovresti lavorare troppo.» le scostai una ciocca di capelli dal viso.
Spalancò la bocca e con aria divertita mi spintonò «Ma senti chi parla!» mise le mani sui fianchi.
Ridacchiai «Mi tocca farlo se vorrò arrivare dove voglio.» le misi un braccio attorno alle spalle.
«E a me tocca fare il doppio turno se voglio ottenere più money.» ribatté con gesto annesso.
Le diedi un bacio sulla punta del naso.
«Allora abbiamo ancora tempo!»
La presi in braccio e me la portai in camera.
20:45
«Hey,dormiglioneee?»
Mugugnai e poco dopo aprii gli occhi.
Chanel «Se hai voglia di mangiare sono avanzate delle cose di ieri sera,va bene? Mi spiace non poter...-» «Tranquilla.» la zittii con un bacio «Non preoccuparti,vai pure che ci vediamo dopo va bene?» le sorrisi con un occhio ancora chiuso.
Ricambiò «Va bene dottore.» mi si sedette sopra e mi diede un bacio passionale. ‹Dio...› -stavo già avendo dei "problemi".-
Le morsi il labbro «Ti prenderei anche adesso,lo sai?» soffiai sulle sue labbra.
Le scappò una risatina «E invece no! Devo andare.»
«Noo,eddaii,altri dieci minuti!» la presi per i fianchi e la guardai dal basso verso l'alto.
«Devo andare.» disse piano e mi baciò sulla guancia.
Si alzò,raccattò tutto e si avviò verso la porta.
Mi alzai anch'io e con solo addosso i boxer mi diressi nel nostro secondo salotto che avevo trasformato in una specie di studio.
Scorsi dalla vetrata che fra poco sarebbe cominciato a piovere,mi metteva quasi malinconia.
‹Forse perché li hai persi proprio in una notte di pioggia.›
‹In questo momento non mi va di pensarci.›
Mi sedetti sulla sedia di metallo rivestita di morbida spugna.
Accesi il computer e cliccai su Google col mouse.
Raccattai anche i miei libri.
Avevo bisogno di andare avanti con gli studi,ero un po' troppo indietro per i miei gusti e avevo davvero bisogno di superare quell'esame.
Ero sui libri da qualche ora,quando mi squillò improvvisamente il telefono.
Guardai l'orologio.
03:15
‹Le è capitato qualcosa.› -sarebbe dovuta già uscire da lavoro.-
Iniziai a sudare freddo.
Sentii il respiro accelerare,il cuore galoppare.
Mi alzai con impeto e andai di corsa verso la camera.
Mi fiondai sul letto e allungando la mano risposi prontamente!
«Pronto?!»
Ansimavo.
‹Perchè cazzo non risponde nessuno?!›
Riprovai
«Chi parla?»
«Travis,mi perdoni se l'ho chiamata a quest'ora non volevo disturbarla.»
Guardai la schermata del telefono e scorsi il nome del mio interlocutore «Oh,salve. Non mi disturba.» ‹È soltanto lui...› -pensai,cercando di riprendere fiato.-
Il dottore «Ti...- Si sente bene?» chiese dato il mio ansimare.
Io «Oh sì,non si preoccupi.» gli risposi «Di cos'ha bisogno?» chiesi poi cortesemente.
Egli mi disse «Oh,è un nonnulla. Solamente che purtroppo dovrò partire l'indomani stesso e volevo informarla che le ho lasciato tutto scritto.»
«Non si preoccupi non c'è alcun problema.»
Rossi «Domani mattina vada pure da Sara,è lei che ha tutto.» ‹Oh,ma che fortuna...› -commentai nella mia testa.-
«Okay,la ringrazio ancora per tutto questo.» e dovevo ringraziarlo davvero...
Lui poi mi disse «Figurati per me è un piacere,passi una buona nottata. Ci aggiorneremo durante la settimana.»
«Senz'altro,la ringrazio. Faccia un buon viaggio.»
Poco dopo chiusi la chiamata.
Lanciai il telefono sul letto e mi stropicciai il viso.
Lo ripresi.
‹Sono le 03:21,perché non è ancora tornata?›
Tornai nel mio "studio".
Volsi lo sguardo fuori,c'era veramente un tempo tremendo.
‹Sta bene,non mi devo preoccupare.›
Strinsi il telefono in mano e mi sedetti sulla sedia.
‹Ma starà bene?›
Ci fu un boato che squarciò il cielo.
‹È tardi però e non ha avvisato...›
La pioggia si faceva sempre più fitta...
‹No,non può esserle successo qualcosa.›
Decisi di chiamarla,magari aveva fatto ritardo.
‹Perchè non risponde?›
Il telefono squillò a vuoto.
‹Le è successo qualcosa.›
Continuai a chiamare.
Mi alzai dalla sedia,non riuscivo più a starmene seduto.
Controllai fuori ed il tempo non era migliorato per niente.
Continuai.
Continuai e continuai.
Perchè non rispondeva?!
Il mio respiro accelerò di nuovo.
Udii il rumore di un paio di chiavi.
Mi fiondai alla porta ‹È lei.› «Ciao amo...-» «Perchè non hai risposto?!» alzai la voce e la scossi per le spalle.
Lei sembrò irrigidirsi «I-io ero quasi arrivata...»
«Sì ma mi devi rispondere!» mi misi ad urlare e non mi sarebbe importato se i vicini avessero chiamato la polizia.
Chanel «Ero quasi a casa e non riuscivo a vedere nulla,come pensi che avrei potuto rispondere?»
La abbracciai di slancio «Non farlo più.»
«Hey,ssh...» mi accarezzò la testa con lentezza.
«Non devi farlo mai più...» sussurrai e lei mi strinse più a sé.
Mi allontanò appena da lei.
Chanel «Ora sono quì,con te.»