L'osteria era chiusa da quando erano scoppiati i tumulti fra marinai e fedeli dei Velati da un lato e guardie Targari dall'altro. Porta Orientale sembrava un campo di battaglia, persone armate ovunque e barricate attraverso le strade. Un carro in fiamme aveva bloccato il ponte che portava al palazzo reale. Nonostante il cartello alla porta e le finestre sbarrate, qualcuno stava suonando alla porta.
-Siamo chiusi!- gridò Bono da dentro. Il campanello continuò a suonare. Mise da parte il pranzo e con il pugnale dietro la schiena andò ad aprire al suo visitatore insistente.
-Ciao, Bono- lo salutò Dragomiro Targari con un sorriso.
-Maestà!- rispose sorpreso, infilando l'arma nella cintura -Se avessi saputo della vostra visita vi avrei fatto trovare qualcosa di pronto, o almeno il locale in ordine…
Corse verso uno dei tavoli per togliere le sedie da sopra -Ecco, sedetevi pure, cosa posso portarvi?
-Tranquillo Bono, oggi non sono il re ma solo Dragomiro Targari. Le guardie mi picchierebbero se sapessero che sono venuto qui senza scorta.
-Beh immagino che ogni tanto sia necessario prendersi un po' di riposo dai doveri regali- rispose Bono rimettendosi a cucinare.
-Forse questo è il momento più sbagliato per prendersi una pausa. Ho dichiarato una guerra, ma i miei soldati combattono per le strade della città e le navi che dovevano trasportarli sono ormeggiate ad un porto in fiamme circondato dai Velati. I loro galeoni hanno affondato ogni imbarcazione che ha provato a violare l'embargo.
-Fare il re sembra molto faticoso
-Si, lo è. Il tuo lavoro come va? Ricordo quando ero piccolo e l'osteria ancora non era stata costruita.
-Io ero ancora troppo piccolo, ma ricordo la felicità di Santippe quando tuo padre gli finanziò il progetto.
-Già. Un debito che non è stato ripagato.
-Si, Gal è stata molto generosa con noi.
-Gal è morta però. Forse è ora di ripagare il debito.
-Ormai è tardi, ci è stato condonato.
-Dai lei, non da me. Mio padre prestò i soldi a nome di tutta la famiglia Targari, appartenevano a Gal quando a me. E ora sono qui proprio a reclamare la mia parte.
-Perché proprio adesso? Sei un monarca, non ne hai bisogno- Bono lasciò i fornelli per tornare da Dragomiro, pulendosi le mani unte sul grembiule.
-Lo hai visto, il regno è a pezzi. Se non cessano subito queste rivolte, non potrò iniziare la mia guerra. Quindi non ti chiedo soldi, di quelli non ho bisogno. Ma mi servono soldati, tutte le milizie che riesci a trovare tra i Suriano e coloro che vi sono vicini. È così che ripagherete il vostro debito.
-Non abbiamo "milizie" noi.
-Oh suvvia, sono morti un po' di Velati e guarda quanta gente si è armata per loro. Sono sicuro che troverai tutte le spade necessarie.
-E se non volessi? Mi basterebbe aspettare e vedere dove ci porta tutto questo.
-E tua moglie cosa direbbe?
-Lilia? Che c'entra lei?
-Diamonda l'ha invitata a pranzo, sono sempre state grandi amiche… Penso non le dispiacerà rimanere ospite di mia moglie fino a che la situazione non si sarà risolta.
-Dannato! Stavo persino per offrirti del cibo, lo darò ai cani piuttosto!
-Fai come vuoi- rispose il re alzandosi -Lilia in cambio di soldati. Ma speravo di non dover arrivare a questo, le persone d'onore ripagano i loro debiti senza bisogno di minacce
E detto questo, uscì.