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Chapter 2 - Capitolo 1: La Sacra Fede

Quattro anni più tardi... Lungo la via, che se percorsa, alla città di Tutiora permetteva di arrivare... All'interno di una fastosa carrozza dai rossi sedili in pelle, una vivace discussione tra due giovani ragazzi stava avendo luogo, e presa parola un biondo umano di nobile famiglia, disse ciò al corvino umano accomodato al sedile opposto al suo "È un vero onore per me essere accompagnato in questo viaggio dal famoso "Colui che non ha nemici"!"

"Lo faccio esclusivamente perché tuo padre ha richiesto alla gilda che fossi io in persona ad accompagnarti. Oltretutto, sono stato pagato profumatamente." socchiuse leggermente le palpebre e sfoggiati due occhi grigi tutt'altro che vivaci "Piuttosto... Come mai, hai deciso di iscriverti alla gilda della sacra fede di Tutiora?"

Inarcata la schiena in direzione di avanti e dato luogo ad un rassegnato sorriso "Ha fatto tutto mio padre. Ha accennato ad una sorta di tradizione di famiglia una volta raggiunti i quindici anni di età."

Stanco per il lungo viaggio e intenzionato a dar inizio al suo riposare, Dosei decise di posticipare, a causa dello sguardo fisso che il giovane nobile gli puntava contro "Cosa c'è? Vuoi chiedermi qualcosa?"

"Potreste spiegarmi come funziona la gilda?"

Con la mano destra tra i capelli e visibilmente irritato "Non ti sei fatto spiegare il tutto prima di partire?"

Con evidente e papabile angoscia "Dovete sapere, che sono stato informato della mia partenza solamente ieri pomeriggio."

Tirato un lungo sospiro e raccolta la totalità della buona volontà che in lui alloggiava, Dosei si fece forza e graziò il ragazzo del suo sapere "Va bene, ti spiegherò lo stretto necessario. Il resto lo chiederai ai responsabili della gilda."

Bastarono quelle poche parole, per illuminare il volto e la buia giornata del giovane nobile, che ricolmo di entusiasmo, rivolse all'umano dagli occhi grigi un nobile inchino "Grazie del vostro tempo!"

Posizionato il piede destro sul ginocchio sinistro e alzato il capo, per rivolgere un serio sguardo al biondo nobile "La prima cosa che devi sapere, è che la gilda della sacra fede è detta così, perché facente parte della chiesa. Inoltre, queste gilde si trovano soltanto nelle città con a capo un arcivescovo. La gilda in cui sei stato iscritto si trova a Tutiora, e come avrai sicuramente intuito, ne faccio parte anch'io."

"Ho saputo da mio padre, che siete molto amico con l'arcivescovo."

"Non direi proprio amico."

Un'ulteriore domanda prolungò la conversazione "È vero, che il vostro grado è quello di emissario?"

Un sospiro separò il giovane dall'imminente risposta "Esatto... Visto che hai tirato in ballo i gradi, ti parlerò di questi. Andando dal più basso al più alto, sono: viandante, pellegrino, portavoce, emissario, voce e infine santo."

Ancor più curioso "E come si riconosce il grado di un membro della gilda?"

Posizionato il braccio destro dinanzi gli occhi del ragazzo, occupò così facendo la visione di quest'ultimo con una nera manica dai fastosi ricami in oro e che al di sotto una splendente targhetta celava "Vedi questa targhetta dorata? Sopra vi sono intagliati il mio grado e il mio nome e cognome."

Per via della dorata visione, gli occhi del nobile splendettero di stupore e ammirazione "Incredibile! Daranno anche a me, una targhetta come la vostra?!"

"Certo, ma sarà d'argento. La targhetta d'oro viene concessa a coloro che hanno raggiunto il grado di emissario. Ti interessa sapere altro?"

Sbarrate le due fenditure che permettevano lui di far uso della vista, il giovane umano ci pensò per qualche secondo e infine rispose "Mio padre ha accennato ad alcuni vantaggi nell'entrare a far parte della gilda della sacra fede... Potreste parlarmene?"

Un sorrisetto ricoprì le labbra dell'emissario, che con fare altezzoso "È vero, vi sono parecchi vantaggi nel far parte della gilda della sacra fede, ma ciò è dovuto alla costosa tassa d'iscrizione. I soli nobili, nel caso in cui decidessero di entrarvi a farne parte, potrebbero permettersi di pagarla."

"Anche voi siete di nobili origini?"

"No... L'arcivescovo mi permise di entrarvi a farne parte, per aver salvato lui la vita."

Portata a termine la breve ed esaustiva spiegazione, le acque si calmarono per circa tre ore... E rivolto lo sguardo contro l'umano dai corvini capelli, che in dormiveglia giaceva orizzontalmente sui comodi sedili, il biondo ragazzo pose a questo una spiacevole domanda "Come avete perso metà del braccio sinistro?"

Sollevate le palpebre e dato luogo ad una più che malinconica espressione "Questo non posso dirtelo..." chiusi nuovamente gli occhi "Se dovessimo arrivare a Tutiora prima delle dieci di domani mattina, svegliami."

"Va bene... Potrei saperne il motivo?"

"Perché a quell'ora, ci penserà qualcun altro a svegliarmi."

Tre giorni dopo, recatosi alla sede della gilda della sacra fede di Tutiora e pervaso da un inspiegabile condizione di buonumore "Buongiorno!" portati a termine una decina di passi in direzione di avanti e giunto dinanzi un largo bancone in legno, una ragazza dai biondi capelli a caschetto e dalle lunghe orecchie a punta, che dall'altro lato si trovava, mostrò a Dosei un gentil sorriso di bentornato "Oh, Dosei! Stavo per mandare qualcuno a cercarti."

Sedutosi su un legnoso sgabello lì vicino "C'è qualche richiesta per me?"

"Esatto. Vogliono che tu faccia da sovrintendente ad un'asta di schiavi."

Perso il buonumore che in lui albergava e rivolto all'elfa un angosciato sguardo dalle lievemente calate sopracciglia "A quanto ammonta la paga?"

"800 der... Anche se poco, penso dovresti accettare."

Con fare tutt'altro che entusiasta "Passami il foglio della richiesta..." data una rapida occhiata al giallognolo oggetto, la risposta non tardò ad arrivare "Cittadina di Grimia... Non molto distante da qui... ... D'accordo, accetto l'incarico."

Nota: La cittadina di Grimia (dall'ambientazione medievale) si trova a nord di Tutiora. Per raggiungerla occorrono circa due giorni in carrozza, le quali sono messe a disposizione dalla gilda, e a trainarle è un monvath (somigliante ad un bisonte ma di stazza maggiore). A portare il veicolo non sono i membri della gilda, ma un cocchiere.

Raggiunta la cittadina di Grimia e recatosi nella mattonellata piazza centrale... In una struttura in legno costruita per l'occasione incontrò gli addetti all'evento, e presa parola un umano barbuto di bassa statura, che dinanzi al ragazzo, con un malizioso sorrisetto si ergeva "Da quanto tempo Dosei! È un bel po' che non ci si vede!"

Infastidito dal modo di fare del buffo individuo, non fece altro che rivolgergli un'indifferente e inespressiva espressione "Saltiamo i convenevoli e portami dagli schiavi. Così potrò dar loro la mia benedizione."

Fatto come dall'emissario richiesto, il piccolo uomo fece lui strada in direzione di una buia e maleodorante stanza. Messo piede in questa e accese le lanterne, una rivoltante ambientazione, dalle molteplici e ristrette gabbie ospitanti esseri appartenenti alle più svariate razze (umani, elfi, vampiri e nani), occupò la disgustata visione del giovane umano, che tappatosi il naso per l'irrespirabile aria "Potresti renderli almeno presentabili... E poi cos'è questo odore rivoltante? Non dirmi, che fanno qui i loro bisogni?"

Strofinatosi il retro del capo e dipinto sul proprio volto un sorriso alquanto imbarazzato "Sfortunatamente sì... Ma stai tranquillo, al termine dell'asta ripuliremo tutto."

Elargito un respiro dall'amaro sapore e socchiuse le palpebre per lo sconforto "Non che mi importi molto della piazza... Avanti, forza, diamo il via a questa benedizione."

Fatti uscire dalle gabbie uno ad uno, gli schiavi ricevettero la benedizione dell'umano, la quale consisteva in un semplice tocco della fronte di loro, da parte del suo indice destro... E rimasto l'ultimo di loro a cui rivolgere il semplice gesto, una pallida vampira, che malconci stracci indossava, occupò la fredda e non mostrante emozioni visione di Dosei.

Fatto sì che la ragazza si avvicinasse all'emissario, tirandola per la catena attorno al collo e ai polsi "Questa vampira è il pezzo forte! Osserva bene Dosei... Pallida pelle come la neve, occhi rossi come il sangue... E per finire, lunghi capelli più argentei dell'argento stesso!" data vita ad una grassa risata "Ci frutterà una bella cifra!"