Taylor Vega (POV'S)
Era quasi sera.
Ci trovavamo tutti dentro visto che ormai non si poteva più uscire.
«Dov'è la detenuta che sta nella A1?»
‹Stanno cercando qualcun'altro?› -mi chiesi non potendone più oggi.-
«La 4 0 1?» mi parve di sentire pronunciare il mio numero «È lì.»
Dopo che mi ebbe indicato quei due vennero verso di me.
Io «Che su–..» mi fecero alzare di peso!
Non stavo capendo,che stava succedendo?
Davanti al mio viso si presentò quello di Jo -Spalancai le palpebre- ‹C-che cosa vuole da me?!› «Vediamo un po'.» disse poi «Controllala.»
Protestai «Ma–.. Perchè?»
Cominciarono a toccarmi ovunque dopo avermi fatto alzare le braccia.
«Non sembra esserci niente.»
Cosa mi stavano cercando addosso?
Jo «Spostati.» disse «Non sei in grado di perquisirla.»
Dopo aver terminato di parlare la prima cosa che fece fu infilarmi le mani in tasca, poi, sorrise perfidamente. Tirò fuori la mano dalla mia tasca destra. Era chiusa a pugno.
Appena l'aprì sbarrai gli occhi.
«C-cos'è?» chiesi tremolante.
Jo mi guardò di traverso «Davvero non lo sai?» me la sventolò davanti al naso «Vendi della coca, ma non sai che è coca?» ‹Nella mia tasca c'era della cocaina?!› -continuai a fissare quella pallina racchiusa dentro ad una bustina trasparente.-
Se la infilò nella tasca.
«Non è mia....»
«Come hai detto?» riportò il suo sguardo nel mio.
«Non è mia.»
Gli scappò una grassa risata.
Lui disse all'altro «Portala in cella.»
Questo mi disse «Dai, and–..» ma Jo non aveva finito «In isolamento.» mi fissò.
L'altra guardia «Emh. Avverto–..» lo interruppe nuovamente «No.» ‹Ha detto no?› «Ci penserò io più tardi.»
Se prima avevo paura, ora ero terrorizzata.
‹E adesso?! Che mi accadrà? Cosa vuole farmi? Perchè non vuole avvertire–..› -fermai le mie stesse domande- ‹Oh.› -mi spuntò sul volto un amaro sorriso- ‹Direi che è chiaro. So già quello che farà.›
Mi spintonò.
Non mi interessai di guardarmi attorno, sapevo già che tutti gli occhi mi erano puntati addosso.
«Taylor?!» mi richiamarono «Cosa sta succedendo?!»
«Chiara...»
Lei «Donde ti stan portando?»
Sorrisi,disperatamente, perchè solo quello avrei potuto fare. Disperarmi.
«Non preoc–..»
Non terminai la frase.
Il mio sguardo sorpassò la sua figura. Mi era saltato l'occhio su chi se ne stava a qualche metro dietro di lei, a godersi lo spettacolo, probabilmente.
‹Ho capito.› -mi invase una rabbia cieca- ‹La pagherai cara.› -digrinai i denti.
‹Come sai che la colpa è sua?›
‹Me lo sento.›
‹E come avrebbe fatto?›
‹Questo non lo so.›
‹E allora come fai–..› ‹Lo so e basta!› -poi pensai ancora- ‹E gliela farò pagare›
In fondo, era già stata mandata in passato.
Maria Clark (POV'S)
Manuela esclamò «Perchè quella sfigata mi sta guardando male?»
«Non saprei.» commentai. -Poi pensai ‹Non crede che sia stata io.› -ed era meglio così.-
Carlotta ci raggiunse «Oh! Ma che è successo?» ci cinse le spalle.
Non fui io a rispondere «Non l'ho capito.»
Carlotta «Bé.» alzò le spalle «Andiamo? Abbiamo da fare.»
«Sì.» rispose Emanuela.
Carlotta, prima di voltarsi, mi fece l'occhiolino.
Mi diressi verso il reparto docce. Andai addosso a qualcuno.
‹Perchè proprio addosso a lui?!› -malediì la mia sbadaggine in ogni lingua possibile.-
«Maria.» ‹Non ha ancora imparato a pronunciare il mio nome correttamente?› -lasciai perdere, continuando a guardarlo male.-
«Maicol. Spostati.» gli intimai.
Non lo fece.
Alzò una mano verso di me.
«Non mi toccare sporco maniaco!» gridai a squarcia gola.
Bloccò il suo gesto.
Lo sorpassai e chinai il capo mentre mi facevo strada fra gli altri detenuti
Taylor Vega (POV'S)
Mi stava trascinando con la forza verso le celle d'isolamento. Non mi aveva nemmeno messo le manette.
Ero completamente rassegnata.
Infilò la chiave nella porta ed io la osservai scorrere.
‹È la mia fine.›
Jo «Entra.»
Le mie gambe non si mossero.
«Non ci senti per caso?»
Ebbi un sussulto.
Il suo respiro mi stava accarezzando l'orecchio. Percepivo la sua spaventosa presenza a qualche centimetro dal mio viso.
Deglutiì in automatico.
Jo «Bene, ti aiuto io allora.»
Mi spinse dentro in malo modo! Inciampai nella fessura del binario, quasi caddi sul pavimento come un salame, per fortuna però non persi del tutto l'equilibrio.
Mi voltai verso la sua figura.
Fece un cenno verso il letto «Siediti.»
-Così feci- ‹Che potrei mai fare?›
Il sorriso che gli spuntò a fior di labbra non mi piacque.
Mi si avvicinò pericolosamente. Io rimasi immobile.
Lui «Allora...» mi afferrò per il coppino ‹Ah! Maledizione.› -fu più lo spavento che altro.- «Dimmi, sei tu la spacciatrice?»
«N-no...» chiusi gli occhi.
Jo si accucciò, arrivando alla mia altezza, obbligandomi ad incastrare i miei occhi nei suoi. Uno sguardo a cui non mi sarei potuta sottrarre. Oltre a questo mi stava tenendo salda per gli avambracci, senza lasciarmi alcun scampo.
«Perchè non lo ammetti?»
Udiì il rumore della porta, quando la guardai, si era ormai richiusa.
«Ti sto parlando!» alzò la voce e mi fece sobbalzare.
Tornai con lo sguardo nel suo.
Jo «Quindi sei tu la trafficante?» mi chiese nuovamente.
«No.»
«Ah no?» socchiuse gli occhi in due fessure.
«No...» ripetetti meno sicura di quanto lo sarei potuta essere prima.
Jo buttò fuori l'aria dai polmoni «Sei una di loro?»
«N-no.»
Continuò con le domande «Allora perchè avevi quella roba in tasca?»
«Io non lo so-..» «Ti avviso.» ‹Mh?› -deglutiì.- «Non so una persona paziente. Proprio per niente.»
Non risposi.
Lui si rimise dritto sulle proprie gambe.
‹Forse abbiamo finito e non mi farà nie-..›
Mi prese per il bordo della maglietta obbligandomi ad alzarmi in piedi.
Jo mi gridò in piena faccia «Allora perchè avevi della cocaina in tasca?!»
Ebbi l'ennesimo sussulto.
Aron Jones (POV'S)
-Sbuffai.- ‹Questa voce la conosco. Chissà chi sarà la vittima di quello stronzo questa volta.›
Cambiai posizione.
Non ero per niente comodo. Mi trovavo nel "letto".
C'era da dire che finalmente quei maledetti si erano decisi a far avere perlomeno delle brande nelle celle d'isolamento, scomode, certo, ma pur sempre da potercisi dormire.
Cambiai nuovamente posizione.
Taylor Vega (POV'S)
Non stava facendo altro che urlarmi addosso.
‹Che dovrei dirgli?› -mi chiesi- ‹Anzi, che potrei dirgli?›
Oramai non stavo quasi più toccando terra.
Lui «Quindi non hai la minima intenzione di parlare?!»
Quando mi lasciò andare caddi in ginocchio, non ero riuscita ad avere la prontezza di riguadagnare velocemente l'equilibrio dopo aver toccato il pavimento con la punta dei piedi.
Prima che potessi rialzarmi mi arrivò una ginocchiata.
«Gh...!»
Mi tenni la parte colpita con la mano, mi faceva terribilmente male.
Poco dopo percepiì il sapore del sangue. Mi infilai un dito in bocca e mi misi ad esplorarla, lo passai fra le gengive, fra i denti, persino sulla lingua. Quando lo tirai fuori la situazione mi fu ancora più chiara. ‹Sto chiaramente sanguinando.› -osservai la punta del mio dito.-
«Uff...»
Non alzai lo sguardo verso di lui.
Jo «Sai, al contrario degli altri a me non piace toccare le donne.» ‹Ah, ma davvero?› -quasi mi venne da prenderlo in giro.- «Quindi non sarò io ad occuparmi di te.»
‹Che ha detto?! E adesso?!›
Jo «Ti converrebbe prepararti mentalmente.»
Usciì dalla stanza, lasciandomi sola.
‹Chi dovrebbe mandarmi?!›
Rimasi in attesa.
I minuti passarono e la mia agitazione non fece altro che aumentare.
Non avevo mai avuto una tale sensazione angosciante addosso, mai. Eppure mi ritrovai a provarla in questo peciso momento.
Non ero a conoscenza di quello che mi avrebbero fatto.
Aron Jhones (POV'S)
«C'è troppo silenzio.» commentai mentre tenevo gli occhi chiusi.
Poco dopo udiì dei passi. Tesi le orecchie.
«Allora?»
«L'abbiamo beccata ma si rifiuta di parlare.»
«Ci penserò io, tranquillo.»
«Vedi di non esagerare.»
«E perchè dovrei?»
«È una donna. Ti conosco.» ‹Una donna?› -mi ripetei.-
L'altro al posto di rispondergli si mise a ridere.
Dalle voci mi sembrarono Jo e Liamh.
Taylor Vega (POV'S)
Ero rannicchiata su me stessa.
La porta iniziò a scorrere. ‹Sono quì.› -ebbi un tremolio.-
Jo «Divertiti.» disse al biondo.
«Certamente.»
La porta si richiuse lentamente.
«Lo farò.»
‹Ma chi è questo? Mi ci sono scontrata solamente una volta.›
Rimase in piedi.
Si aggiustò i capelli legandoli in una croccia disordinata.
Aveva un viso tranquillo. Ma il suo sguardo, non era decifrabile.
«In piedi.» disse.
Mi alzai con titubanza.
‹E adesso?› -mi chiesi.-
Mi squadrò da capo a piedi.
«Togliti la felpa.» disse ancora.
Io «L-la felpa...?»
«O te la togli tu. O te la tolgo io.»
Eseguiì i suoi ordini. Non stavo capendo il motivo della sua richiesta.
Il ragazzo si mise a parlare «Sai, io sono ben diverso dagli altri.»
‹Sembra così tranquillo...›
‹Ed è proprio delle persone più tranquille che si deve diffidare.›
«A me le donne piace toccarle.» gli spuntò fuori un sorriso quasi sadico in volto «In ogni modo possibile mentre gli faccio del male.»
Sbarrai gli occhi. La sua ombra era già su di me.
Christian Jay (POV'S)
4 giorni
Ero nel suo ufficio.
Tenevo ancora i palmi delle mani sull'amata scrivania che si preoccupava di lucidare tutti i giorni.
‹Stai cercando di infastidirlo?›
‹Ovviamente.›
Mi stava osservando in modo neutro.
«Si può sapere cosa vuoi ancora?»
«Cosa voglio?» ripetei incredulo.
Davvero aveva da chiedermelo quando glielo avevo già accennato più volte?
Egli non disse nulla,così continuai «È lì dentro da tre mesi.»
«Chi?» mi stava prendendo in giro?!
Io gonfiai le guance «Aron!»
«Oh, giusto.» commentò distrattamente.
Cercai in tutti i modi di 'stare calmo, così gli continuai a dire «Direi che potrebbe basta–..» mi interruppe «Non sei tu a decidere.»
«Sono passati tre mesi! Ormai dovrebbe già essere uscito da tempo. Non è sano per un detenuto restare in isolamento così a lungo.»
Egli «Come se lui lo fosse...» commentò con una nota di divertimento?!
«Lo riporterò fra gli altri detenuti.» affermai.
Il suo sguardo glaciale entrò in contatto col mio.
«Come hai detto?»
Mi rimisi dritto, non degnandolo di una risposta.
Chiuse gli occhi per un attimo «Bene.» e poi li riaprì «Come vuoi.» ma non aveva finito «Ma ogni errore che commetterà prima del suo trasferimento ricadrà su di te.» ‹Vuole ancora trasferirlo?› «Anzi, più errori commetterà e più il tempo verrà accorciato.»
Mi voltai.
Io «Sai bene che se verrà portato in un altro carcere sarà la sua fine vero?» volsi leggermente il capo di lato, ritrovandomi a guardarlo con la coda dell'occhio.
«Sì. Lo so benissimo.»
«Verrà fatto fuori!» gridai.
Non riusciì più a trattenermi.
‹Perchè vuole mandarlo a morire?!› -aggiunsi nella mia mente.-
«Ho già parlato con chi di dovere.» disse.
Mi diressi verso la porta coi nervi a fior di pelle e misi una mano sulla maniglia.
«E poi, con tutte le vite che si è preso, è giusto che renda la sua a quelle anime che in seguito lo trascineranno dritto all'inferno.» aggiunse.
Richiusi la porta, sbattendola.
Aron Jhones (POV'S)
14:00
La porta della mia cella d'isolamento venne aperta, non mi alzai neanche i piedi, ormai avevo rinunciato al pensiero di uscire da quì prima di essere trasferito.
«Aron.»
«Che c'è Christian?»
Tirò fuori le manette.
Lui «Ti riporto dagli altri.»
Quelle parole rimbombarono nella mia testa.
‹Uscirò...› -incominciai a ripetermi.-
Dopo essermi messo in piedi mi mise le manette portandomi finalmente fuori da quì.
Stavamo camminando per i corridoi.
Questo posto era proprio un labirinto, lui come faceva ogni volta a non perdercisi? Quasi ogni strada che si prendeva portava in un determinato punto. Le celle d'isolamento erano quelle situate più lontane, nella parte sud.
Io gli chiesi «Come hai fatto a convincerlo?»
Christian «Mi sono imposto.» ‹Ah sì, è?› -non poté vedere la mia espressione semi compiaciuta.-
Fra non molto avremmo dovuto svoltare e prendere il grande corridoio che ci avrebbe portati nel padiglione principale.
In lontananza notai due figure. ‹Un detenuto e una guardia.› -pensai notando il loro vestiario.-
Più ci avvicinavamo, più compresi la sua figura, e di chi si trattasse.
Mi fermai di botto.
E prima che potessi dire qualcosa, il mio accompagnatore mi precedette «Cosa ci fa insieme a Jo?» -Mi venne da pensare- ‹Da dove provengono?›
Stavano svoltando. Lei alzò la testa, ma prima di girarla verso di me lui la colpiì sulla nuca.
«Cammina e guarda dritto davanti a te!»
Poi ci vide, sorrise perfidamente, dopo che guardò me. Fu solo per un attimo.
Christian mi spronò a continuare il nostro cammino.
Taylor Vega (POV'S)
Ero appena stata accompagnata nella sala principale. Ciò da cui ero attorniata non lo percepivo, né volevo farlo. Quando mi tolse le manette le braccia mi ricaddero automaticamente lungo i fianchi.
Rimasi immobile ad osservare il nulla.
Jo «Spero tu ti sia divertita.»
‹Fottiti.› -sentiì il sangue andarmi al cervello, il cuore mi stava esplodendo.-
Io «Allontanati da me. Ora!» mi voltai verso di esso dopo aver fatto un balzo all'indietro.
Rimase a guardarmi, non compresi quello sguardo. Se ne andò lasciandomi lì.
Già sapevo che non avevamo finito e che me l'avrebbe fatta pagare la prossima volta.
...FLASHBACK...
Non mi muovo, non oso farlo.
Jo «Per ora ti faccio uscire da quì. Ma, sai, finché non parlerai non verrai lasciata in pace.» ‹No. Per favore...› «Ora diamoci una mossa.»
Rimango rannicchiata su me stessa mentre rimango ancora stesa sul pavimento.
«Uff...» sbuffa.
...FINE FLASHBACK...
Avrei dovuto dirgli quello che sapevo?
‹Vuoi fare un altro round?›
-Mi misi le mani fra i capelli- ‹No.› -indietreggiai- ‹Non voglio.›
Decisi di uscire in cortile. Avevo bisogno d'aria, mi sentivo soffocare.
Udiì dei passi dietro di me ma non feci caso a chi potesse essere.
Nicolas Kepler (POV'S)
Tirai l'ennesimo calcio contro la porta della mia cella.
«Hai finito?»
-Vidi la faccia di James- ‹Quell'aria da stronzetto prima o poi gliela ranco via.›
Lo guardai attraverso le sbarre laterali, mi appesi ad esse «Sono quì da tre giorni! È vietato isolarmi dagli altri facendomi restare nella mia stessa cella, se volete rinchiudermi, dovreste farlo nelle celle d'isolamento.»
James «Oh, non preoccuparti di questo.» mise le mani dietro la schiena.
‹Certo che non ti aiuti è?› -mi rimbeccò.-
In seguito, si allontanò.
Io ne tirai un altro!
«La sfondo questa porta di merda!»
In lontananza udiì le sue parole.
«Christian deciderà cosa fare, presto sarà quì.» mi informò.
Taylor Vega (POV'S)
Appena giunsi in cortile mi andai a sedere da qualche parte, in disparte.
‹Non voglio parlare con nessuno.›
Senza accorgermene stavo stringendo con forza la stoffa dei pantaloni.
«Allora?!»
Disse qualcuno.
Alzai lo sguardo, cosa che non avevo ancora fatto fino a quel momento.
«Vi sono mancato stronzi?»
Ebbi un blocco totale.
‹E chi avrebbe potuto fare un'entrata di scena del genere, se non lui?›