Proprio in quel preciso istante entrò James.
‹E lui cosa ci fa quì?› -mi chiesi.-
«Voleva vedermi?»
«Sì.» gli rispose.
Poi tornò con lo sguardo su di loro.
Egli «Portatemi quì il detenuto 6 0 6.»
Non se lo fecero ripetere due volte.
«Ah, Mario...» richiamò il più anziano fra loro.
Questo gli rispose «Sì signore?»
«Tu rimarrai quà, in tre basteranno a portarlo quì.»
Decisi di prendere parola «Lui l'ha fatto per–..» «Conosco già la storia.» mi interruppe in modo brusco.
James «Accetterò qualsiasi punizione.»
-Mi voltai verso di lui con impeto- ‹Ma che sta dicendo?›
«Mh...» tirò su un angolo della bocca «Sei sempre stato bravo, hai sempre eseguito ogni ordine alla lettera non sgarrando neanche una volta.» guardò me quando pronunciò le seguenti parole «A differenza di qualcuno.» poi tornò con lo sguardo su di lui «Quindi dimmi, questa volta, che è successo?»
James lo guardò fisso negli occhi,non distolse lo sguardo nemmeno per un attimo «L'ho fatto per un amico.»
Il nostro superiore rimase interdetto «Davvero è questa la tua risposta?»
«Sì signore. È l'unica risposta.»
Allungò il braccio spingendosi più in là con la sedia «Davvero?»
«Sì signore.»
Quando faceva così non sembrava lui. Davanti a un suo superiore, o in questo caso al suo capo, teneva sempre una postura rigida ed il comportamento tipico di un soldato addestrato alla perfezione.
«Bene, sarai sospeso a tempo indeterminato.»
Ribattei «Ma lui non–..» mi interruppe «Christian, va bene così. Sono consapevole di come ho agito ed ero già pronto ad accettare le conseguenze. Quando il proprio superiore ci da un ordine non dobbiamo ribattere. Soprattutto, quando l'ordine non è stato dato a te.» ‹Sì, quando fa così non lo sopporto proprio. Altro che non sembrare lui!›
Il direttore quì presente fece un cenno compiaciuto «Mi sei sempre piaciuto. E tu forse dovresti imparare qualcosa da questo ragazzo.» disse, mentre io me ne rimasi zitto anche se avrei voluto rispondergli malamente.
Si udirono delle voci.
«Award, puoi ritirarti.»
Questo annuì soltanto e fece per andarsene.
In quel preciso istante entrarono loro.
Aron «Toglietemi le vostre luride mani da dosso!»
Mi scambiai uno sguardo d'intesa con James e poi se ne andò.
Lo fecero sedere sulla solita sedia che si trovava ad un metro, se non poco di più dalla sua scrivania.
«Eccoti.» cominciò subito a parlare.
Diede prima uno sguardo a me e poi guardò lui «Come mai mi trovo quì?»
Egli «Volevo vedere com'eri conciato.» ovviamente il tono che usò fu totalmente piatto.
Aron «Oooh!» alzò la testa con fare altezzoso «Ora capisco...»
«E cos'è che capiresti?»
«Che volevi assicurarti personalmente come mi hai fatto conciare da questi pezzi di merda!»
Jo «Senti un po'–..» fermai sia il suo passo,che le sue parole «Vedi di restare dove sei.»
Il nostro adorato direttore incrociò le mani fra di loro e poi volse lo sguardo su di me «Mi pare che però riesca a parlare.»
Con un solo scatto mi ritrovai ad un paio di metri da lui «Questo cosa cazzo vorrebbe dire!?»
Si tirò in dietro appoggiandosi in seguito allo schienale «Nulla, la mia era solo un'osservazione.»
Aron commentò «Non ci credo...» e in seguito si mise a ridacchiare.
L'uomo glaciale che se n'era rimasto seduto dietro la sua scrivania in mogano fino ad ora scattò improvvisamente in piedi, facendoci sobbalzare tutti quanti.
«Vi ho per caso detto che volevo che lo sfiguraste?!» alzò la voce per la prima volta dinnanzi a tutti.
Quella che scorsi nei suoi occhi fu rabbia?
Se la situazione non fosse stata così tragica gli avrei chiesto di restare lì fermo mentre sarei andato a noleggiare una macchina fotografica per fargli una foto.
Jo prese parola «In realtà lei aveva de–..» «Taci.» lo ammutolì.
Si rimise seduto composto.
Aggiunse «Stavo parlando sarcasticamente, non posso permettermi che mi facciano causa. E adesso come si risolve quello che presto diventerà una cicatrice?!» disse «Vi è chiara la situazione ora?»
«S-sì!»
Aron fece uno sforzo e disse «E io non sono il burattino del cazzo con cui giocare, però non mi sembra che a qualcuno freghi qualcosa.»
Saettò lo sguardo su di lui «Cos'è che hai da dire?»
«L'hai ca–..» si mise a tossire, probabilmente aveva la gola secca «Capito benissimo.»
«Alza la voce, sai, con l'età inizio a non sentirci più tanto bene.» ‹Lo prende pure in giro?!›
Aron gli tirò lo sguardo più truce che potesse riuscire a fare.
«Se non sei in grado di parlare in modo comprensibile taci.»
Mi intromisi nella conversazione «Deve già sforzarsi per riuscire a parlare normalmente, figuriamoci se riesce ad alzare pure la voce!»
Aron decise di commentare «Oh, così mi fai sentire un debole...» stette per ridacchiare ma si fermò subito, sul suo viso si formò una smorfia che mascherò l'instante seguente.
Egli prese parola dicendomi «Sai? Dovresti davvero seguire il consiglio che ti ha dato il tuo amico.» parlava di James?
Digrignai i denti e prima che potessi dire qualcosa parlò Aron al posto mio «Ed io c-che pensavo che... l'unico–.. L' unico a cui rompessi i coglioni fossi... io.» ed aggiunse «Oltre che ad–.. Usarmi come tua valvola di sfogo, dico.»
‹Perchè quando già si trova nella merda vuole sprofondarci ancora di più?!› -poi aggiunsi- ‹È proprio da lui...›
Aron Jhones (POV'S)
Mi lanciò uno di quei suoi sguardi intimidatori. Ma ovviamente, con me non funzionavano.
Si risolve a Christian «Ascoltami bene, d'ora in poi sarai tu a supervisionarlo. Hai l'esclusiva. Io non ne vorrò sapere più niente fino a che non verrà trasferito. Mi sono spiegato? Ah, ancora una cosa, se dovessero esserci ulteriori complicazioni farai la medesima fine e non m'importa di quale tipo.» parlò quasi tutto d'un fiato.
«Sì signore.» rispose con convinzione, anche troppa, per i miei gusti.
Poi si rivolse a loro «La punizione non è ancora terminata. Riportatelo dov'era prima.»
Si mossero verso di me ma Christian si mise in mezzo «Prima di essere riportato in isolamento ha bisogno di essere curato, non sappiamo ancora quali ferite gli siano state recate.»
Liamh «Hai sempre bisogno di aggiungere qualcosa?»
Questo si voltò verso di lui «Chi ne ha appena avuto la supervisione, è?»
«Come ti pare.» disse il capo.
Steven aggiunse «Ha pure lasciato la porta della cella aperta dopo che si è precipitato lì!» gli fece presente.
Dopo aver messo i gomiti sulla scrivania disse «Davvero?»
«Sì.»
«Mmh...» prese una pausa «In ogni caso, faccia comunque come gli pare.»
Christian non disse nulla e venne verso di me, mi tese la mano.
«Sono in grado di farlo anche da solo.» gli feci sapere.
Così dopo aver applicato un maggiore sforzo sulle gambe mi alzai in piedi.
Ci diressimo verso l'infermiera.
‹Accidenti, a causa di quella stupida ho esaurito ogni energia.› -pensai nella mia testa- ‹Non me ne ero reso conto fino a questo momento.›
Iniziai a tossire, mi misi una mano davanti alla bocca e quando sembrò cessare la scostai. Il mio sguardo ricadde automaticamente sul palmo.
«Maledizione.»
Imprecai mentre osservavo quella goccia di sangue. Mi puliì sia la bocca che la mano sulla maglia ormai logora.
Christian «Ci sei?»
Dovetti fermarmi di colpo ed appoggiarmi al muro a causa di un forte giramento di testa.
«Aron!»
‹Oh, se n'è accorto.› -lo scherniì nei miei pensieri.-
Mi disse «Dobbiamo sbrigarci, riesci a camminare?»
«Se riuscissi a farlo non starei quì ancorato ad uno stupido muro come se fosse la mia unica salvezza.» persi la voce alla fine della frase.
Mi osservò,poi sembrò ricordarsi di qualcosa «Siediti un attimo, arrivo subito.»
Mi lasciò quì.
Strisciai lungo la parete fino a sedermi per terra in modo scomposto.
Christian Jay (POV'S)
Dovevo sbrigarmi e per mia fortuna intravidi qualcuno.
«James!»
Udendo il mio richiamo si voltò verso di me «Christian?»
Appena lo raggiunsi gli chiesi «Potresti farmi un favore? Dovresti tenere d'occhio Aron per qualche minuto.»
«Certo.»
«Okay, arrivo subito!» lo lasciai lì.
Appena feci la mia entrata in infermeria notai Taylor.
«Andiamo, ti riporto nella tua cella.»
Non mi degnò di una risposta, mi seguì in totale silenzio.
Quando fummo davanti alla A1 le feci presente «Non posso fartela passare liscia, per ora resterai quì, ma più tardi, tornerò da te e vedrò cosa fare.»
Ancora nessuna risposta, niente di niente.
‹Non ha proprio intenzione di parlare a quanto vedo.›
‹Non con te sicuramente.› -si beffò di me.-
Dopo aver richiuso la porta feci ritorno da James e Aron.
Io «Allora?»
«Non lo so, è da un paio di minuti che non mi risponde.» ‹Merda!›
Mi abbassai anch'io alla sua altezza «Aron?»
«Mh...»
James «Dobbiamo portarlo in fretta in infermeria.»
Lo scostai dalla parete.
Lui «Ci sei?»
Posizionai meglio le mani sotto le sue ascelle.
Io «Sì, ce l'ho.»
Lo tirammo su!
‹Diamine p–..› «Pesa è?» non feci quasi in tempo a formulare quel pensiero che James mi precedette con le sue parole.
«Abbastanza.» concordai, infondo era pur sempre un metro e novanta di ragazzo.
Appena ci trovammo davanti alla porta ci fermammo.
James «Faccio io!»
Non avrà voluto sfondarla? Con mia sorpresa, invece, la riuscì ad aprire usando il piede!
‹Ma cosa...?› -rimasi interdetto.- «Senti Jacky Chan questo dove lo avresti imparato?»
Mi dedicò un sorriso a trentadue denti «È una mia abilità super speciale!»
‹È sempre stato capace di strappare una risata nei momenti meno opportuni.› -tutti avrebbero dovuto avere un James.-
Dopo aver fatto la stessa cosa con la seconda porta lo lasciammo sul primo lettino.
James mi chiese «Ce la fai a sollevarlo?»
«Non lo so, le braccia non mi reggono più.» dissi con fatica.
Piegò la testa di lato ‹Che ha da guardarmi così adesso?› «Ma come, sei diventato così rammollito?» ‹Ah, ecco...›
«Ma–..» non seppi come continuare.
Si fece scappare un risolio «Dai fa' uno sforzo soldato!»
Inspirai una gran quantità d'aria e poi lo sollevai insieme a lui!
«Gh!»
Aron si lamentò, probabilmente si trovava semplicemente in uno stato di incoscienza.
Io «Okay–..» non terminai ciò che volevo dire.
Per quale motivo? Perchè quello stupido del mio migliore amico se la stava ridendo a crepapelle!
James «È... è d-da tanto.»
«Che cosa?»
«Che no-n fai–..»
«Vuoi parlare in modo normale?!»
Dovetti aspettare che terminasse di ridere. Nel dire che passò almeno un quarto d'ora non sarebbe stato esagerato.
«Hai finito?» gli chiesi imbronciato.
«Sì–..» ovviamente non terminò di dire ciò che stava per dire visto che appena mi guardò in faccia ricominciò a ridere!
Lo ripresi «James!»
«O-okay!» alzò le mani in segno di resa,aveva smesso anche se aveva comunque ancora un sorriso divertito stampato in volto «Ho smesso.» ‹Finalmente!› -dovetti pensare.-
Diedi un'occhiata veloce ad Aron.
«Ora mi spiegheresti cos'è che hai trovato di così tanto buffo?»
Il mio amico sembrò doversi trattenere ancora ‹Non vorrà mica scoppiare a ridere di nuovo?!› -e sperai con tutto me stesso che la risposta fosse negativa.- «Tranquillo, ho smesso. Te l'ho detto.» ‹E meno male!› «È che hai fatto la tua solita faccia!»
Fui perplesso «La mia solita faccia?»
«Sì, quella di quando ti sforzi!»
Non capiì comunque «Ma di che parli?»
«Allora...» si mise in posizione «Quando devi fare uno sforzo che va oltre le tue possibilità–..» «Addirittura–..» «Non interrompermi!»
Sospirai «Continua pure.»
Lui «Bene.» ricominciò a parlare in seguito «Tu non te ne accorgi ma quando ti sforzi prima prendi un bel respiro e poi ti si allargano le narici in una maniera smisurata! Tipo così!» mi fece vedere, tirando leggermente su gli angoli del naso con le dita.
«O-okay, smettila però.» gli dissi mentre mi ero già messo a ridere.
«E poi nel mentre fai una faccia concentratissima!»
Il mio sghignazzare si trasformò in una fragorosa risata.
James «Vedi vedi? Dimmi, come faccio a non mettermi a ridere io?!» inarcò entrambe le sopracciglia mentre spalancò di poco gli occhi.
«E va bene, te l'abbono.»
Dovetti arrendermi, alla fine non potevo di certo dargli torto.
«Quando avrete finito fatemi un fischio.» disse flebilmente.
Mi voltai verso Aron.
Io gli chiesi andando verso di lui «Come ti senti?»
«Come una persona che riesce a malapena a respirare...»
James «Hai già chiamato il medico?»
Risposi «Sì, ho provato a contattarlo,mentre tu te la ridevi.» dissi con uno sguardo d'ammonizine.
Mi chiese «E che ha detto?»
«Non ha risposto.»
«Figuriamoci...» commentò Aron.
Io «Dovresti cercare di parlare il meno possibile.» gli ricordai.
Lui «Fanc–..» non terminò la frase che si rimise a tossire.
James «Che hai intenzione di fare?»
«Aspettare. È l'unica.» risposi.
Poi lo guardai.
«Se devi andare vai pure.»
James ripose «Va bene, tanto non penso che mi lascerà in sospeso per molto. Sa quanto valgo.»
Gli sorrisi.
«Sì, è vero.»
Lo salutai e dopo avermi assicurato che ci saremmo sentiti rimasi da solo.
Taylor Vega (POV'S)
2 giorni
Mi trovavo ancora tra queste pareti. Non mi avevano fatto sapere più niente.
Da quando mi trovavo quì non avevo fatto altro che finire nei guai!
‹La colpa è anche tua.› -mi ricordò.-
Appoggiai la testa sulle ginocchia.
La cosa che più mi premeva, fra le tante, era mia madre.
‹Ti ha rinnegato come figlia.›
-Mi tappai le orecchie- ‹Basta! Smettila!›
‹È la pure e semplice realtà.›
‹Basta!› -premetti ancora di più sui timpani,sperando che la smettesse.-
Udiì il rumore della serratura, così scattai in piedi.
Christian «Andiamo.»
Appena mi ritrovai fuori da lì mi mise le manette.
Cercai il suo sguardo, ma lui non me lo diede. Non lo avevo mai visto così serio in volto.
Ci diressimo verso la mensa. Ad un certo punto, però, svoltammo.
«Hai sbagliato.» lo guardai.
Nessuna risposta.
«Dove mi stai portando?»
Ancora nessuna risposta.
«Ma mi ascolti?!» alzai il tono di voce.
Si fermò di colpo ed io gli andai addosso.