Una melodia risuonò per tutta la chiesa. La sposa entrò accompagnata dal padre fino all'altare. Aveva un vistoso abito bianco, molto sottile e aderente. Le curve erano ben visibili. Non aveva un velo a coprirle la faccia. Aveva la pelle lattea e i capelli neri e lunghi raccolti in treccine. Lo sguardo era rivolto all'altare e un grande sorriso misto tra felicità e agitazione contornava il suo viso.
André sorrise non appena la sua amata arrivò vicino a lui. E le mimò con la bocca un ti amo. Non appena i due sposi furono pronti il prete iniziò a celebrare il matrimonio.
< siamo qui riuniti oggi per celebrare il matrimonio tra André e Sephora..... >
Le orecchie di Yuri si chiusero quasi subito. Non voleva ascoltare. Non voleva che Sephora sostiuisse la madre. Non aveva mai del tutto accettato la separazione dei suoi genitori. E non avrebbe di certo accettato il nuovo matrimonio del padre. Non aveva avuto tempo nemmeno di metabolizzarlo siccome lo aveva saputo solo due giorni prima. " sarà più semplice per voi " così aveva detto il padre. E certo non era successo quello.
Ora guardava il matrimonio con aria staccata quasi assente dalla prima fila in mezzo tra i suoi fratelli e quelli che lo sarebbero diventati presto. Da un lato erano seduti Lucas e Sara. Il primo guardava il pavimento con aria assente mentre la più piccola fissava ipnotizzata il vestito e la bellezza della sua nuova madre. Dall'altro lato Juri poteva vedere benissimo Daphne e Ethan. La ragazza era seduta composta con sguardo indecifrabile. I capelli, identici a quelli della madre le ricadevano sulle spalle liberi da qualsiasi acconciatura. Il ragazzo invece era scomposto. I capelli scuri e ricciolini erano disordinati. Occupava quasi due posti ed era seduto vicino a Juri. Quest'ultimo cercava in tutti i modi di farsi più piccolo possibile per non sfiorare nemmeno per sbaglio il corpo del più grande.
Non sapeva niente di loro due ma quando un paio d'ore prima il padre li aveva presentati aveva subito capito che fosse un tipo abbastanza difficile.
Quando Ethan si girò verso di lui Juri distolse subito lo sguardo imbarazzato e rosso dalla vergogna cercò di capire quanto ancora mancava alla fine della cerimonia. A quanto pare erano quasi alla fine perchè il padre stava facendo il giuramento.
< Io, André, accolgo te, Sephora, come mia sposa e prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita. >
< Io, Sephora, accolgo te, André, come mio sposo e prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita. >
< O Signore, santifica l'amore di questi sposi: l'anello che porteranno come simbolo di fedeltà li richiami continuamente al vicendevole amore.
Per Cristo nostro Signore.
Amen >
< Sephora, ricevi questo anello, segno del mio amore e della mia fedeltà, nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. >
< André, ricevi questo anello, segno del mio amore e della mia fedeltà, nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. >
< con i poteri me conferitomi vi dichiaro marito e moglie. Sposo può baciare la sposa >
Non appena le labbra del padre si unirono a quelle della nuova moglie Juri lasciò cadere delle lacrime. Strinse le labbra e cercò di calmarsi. Abbassò la testa per non fare vedere a nessuno che stava piangendo e pregò che il padre non si avvicinasse a lui. Di fianco a lui Ethan stringeva il tessuto dei pantaloni tra le mani fino a far diventare le nocche bianche e guardò schifato la nuova coppia allontanarsi e scendere dell'altare. Sara corse subito ad abbracciare il padre e guardando la sua nuova mamma sorrise.
< sei bellissima mamma. Anche io da grande diventerò bella come te? >
< oh ma grazie amore. Certo. Anche tu. Anzi tu sarai ancora più bella >
Lucas si alzò dal suo posto e andò dal padre. Lo abbracciò e si complimentò con lui per la cerimonia. Il padre però stava guardando i suoi figli ancora seduti sulle panche della chiesa. Juri aveva la testa chinata e anche se non si vedeva si capiva benissimo che stava piangendo. Ethan aveva lo sguardo tagliente e arrabbiato. si stava conficcando le dita nella coscia pur di non piangere. Daphne aveva lo sguardo fisso ancora all'altare come se aspettasse qualcosa. Nonostante avesse già 17 anni e sapeva che quelle cose succedevano non riusciva a capire perchè sua madre avesse scelto di sposarsi così presto. Solo un anno dopo che il padre era andato via lasciando la madre da sola con due figli di cui occuparsi.
A quella vista gli occhi del padre divennero lucidi e Lucas accorgendosene lo tranquillizzò
< non ti preoccupare papà tu inizia ad andare. Io e loro vi raggiungeremo più tardi. Magari porta Sara con te >
< grazie Lucas >
Lucas guardò il padre allontanarsi e continuò a fissare la porta fino a quando non furono rimasti solo loro nella chiesa. Solo a quel punto si diresse verso i suoi fratelli.
< ragazzi venite. Iniziamo ad andare in macchina, dovremmo essere già a mangiare con gli altri >
Tuttavia nessuno lo ascoltò. Per tutta risposta Juri iniziò a singhiozzare e si portò una mano alla bocca per non emettere nemmeno un suono anche se non sembrava funzionare più di tanto. Ethan lo fulminò con lo sguardo e Daphne alzò per la prima volta lo sguardo, ancora indecifrabile e si alzò.
< certo andiamo. Non facciamo aspettare di più i nostri genitori >
Forzò un sorriso e iniziò a camminare verso la porta seguita subito dopo da Lucas.
Nella chiesa rimasero solo i due ragazzi. Quando Ethan si accorse di essere da solo con Juri si alzò scatto e tirò un calcio alla panca su cui erano seduti. Il suono rimbombò per tutta la chiesa e Juri sussultò per lo spavento. Alzò lo sguardo per vedere cosa fosse successo e si ritrovò davanti l'ormai fratello con la faccia rossa dalla rabbia.
< ethan noi.... >
< STAI ZITTO. NON PARLARE >
Juri si zittì subito e abbassò lo sguardo.
Ethan guardò con sguardo assassino il ragazzo di fianco a lui, gli ordinò di muoversi e uscì dalla chiesa. Dopo pochi secondi uscì anche Juri e insieme si diressero verso la macchina di Lucas.
Il viaggio in macchina iniziò con un silenzio tombale. Lucas pensava a guidare, Daphne nel posto passeggero aveva poggiato la testa allo schienale e si era appisolata e i due ragazzi dietro guardavano fuori dal finestrino con aria assente.
Quando arrivarono scesero dalla macchina e tutti cercarono di fare un falso sorriso appena entrarono nella stanza dove tutti stavano mangiando. Tutti tranne Ethan. Lui aveva ancora quello sguardo freddo e distaccato. Si sedettero nel tavolo assegnato ai figli degli sposi, tra quelli dei cugini e quello dei genitori.
Dopo una mezz'oretta arrivò il padre per parlargli ma in quel momento suonò il telefono di Ethan che si alzò senza degnare do uno sguardo nessuno e uscì dalla stanza andando nel giardinetto fuori.
Quando fu fuori rispose alla chiamata.
< ehi Aron, come va? >
< ehi amico. Dovrei chiedertelo io. È finita la messa? Come è andata? >
< va una merda. La messa è finita e non è andata per niente bene. Preferivo che crollasse la chiesa piuttosto che assistere al matrimonio >
< ahahh immagino. Adesso che fate? >
< stiamo mangiando. La focaccia è buonissima. Se vuoi te ne porto un pò. Tu cosa fai ? >
< massì dai se riesci mi fai un favore. In sto posto è una merda il cibo. Sembra che ce lo diano marcio. Io sono in camera con mia sorella, LIDIA SALUTA ETHAN... CIAO ETHAN >
< ciao Lidia >
< comunque non sto facendo nulla, assolutamente nulla. Sono buttato sul letto a parlare con te. Almeno ci sei tu. Una gioia nella vita hahahaha >
< ohi ti hanno " punito di nuovo " ? >
< aspe >
Passano alcuni minuti dove si sente solo un fruscio e poi la voce di Aron arriva di nuovo all'orecchio di Ethan.
< okey ci sono. Scusa dovevo uscire dalla stanza che mia sorella se no si mette a piangere >
< cosa ti hanno fatto >
< ieri a cena non avevano tanto cibo quindi ce lo hanno diviso per porzioni tipo. A noi hanno dato una micro porzione mentre loro si sono riempiti il piatto così sono andato a protestare diciamo e quei bastardi mi hanno punito con le frustate >
< quante? >
< 20 >
< ma che cazzo. Non ho ancora capito perchè se odiano i bambini hanno aperto un orfanotrofio. Non ha senso >
< me lo domando anche io ma a quanto pare non avremo mai una risposta ahahah >
< domani è due mesi che stai in quel posto, giusto? >
< eh si. E già non ne posso più. Non vedo l'ora di essere adottato sinceramente. Almeno così non mi sentirei più in gabbia >
< io invece vorrei essere al tuo posto >
< meglio di no, fidati..... vabbè ora vado che se no Lidia si preoccupa. Ci vediamo a scuola >
< ciao. Ci vediamo >
Così terminò la chiamata e Ethan ritornò nella sala per finire di mangiare. Subito venne fulminato da Lucas invece notò Juri che non aveva toccato nulla da quando se ne era andato. Spostava il cibo da una parte all'altra del piatto con la forchetta senza alzare gli occhi dal suo piatto.
Mentre continuava a mangiare Ethan si ricordò della promessa all'amico e riuscì a rubare un paio di focacce più piccole delle altre, le avvolse in un tovagliolo e se le mise in tasca. Non sapeva quanto tempo sarebbero durate ma decise comunque di prenderle, sperando che sarebbero resistite almeno due giorni.
Dopo che finirono di mangiare si spostarono in un'altra sala un pò più grande con una pista da ballo. Juri seguì tutti i suoi fratelli che vennero raggiunti dai genitori con accanto il papà dello sposo, quello della sposa e la mamma della sposa.
Il primo a prendere la parola fu André
< ragazzi, vogliamo presentarvi i vostri nuovi nonni. Ethan, Daphne questo è mio padre. Papà loro sono Daphne e Ethan. Lei ha 17 anni e lui 15 >
Poi toccò a Sephora fare lo stesso
< ragazzi questo è mio padre e lei è mia madre. Papà mamma loro sono Lucas 20 anni, Juri 14 e la piccolina è Sara ed ha 6 anni >
Dopo le presentazioni la giornata passò abbastanza velocemente e per gli invitati era arrivato oramai il momento di andare a casa. Verso le 8 di sera rimase solo la nuova famiglia e André li fece sedere tutti intorno al tavolo e iniziò a parlare.
< ragazzi capisco che siete confusi e magari all'inizio vi ci vorrà un pò per abituarvi ma siamo sicuri che riusciremo a diventare una vera e propria famiglia. Cara glielo vuoi dire tu? >
< si certo >
Ci fu un attimo di pausa e poi Sephora riprese a parlare.
< io e André abbiamo deciso che la luna di miele la faremo a fine mese e che già da oggi abiteremo sotto lo stesso tetto. E avevamo pensato di abitare nella nostra casa visto che è quella più grande >
< io con loro non ci abito. Altrimenti quando tornerà papà non riconoscerebbe più la casa >
< Ethan ne abbiamo già parlato non è... >
Ethan si alza di scatto rovesciando a terra la sedia.
< no vaffanculo mamma. Io non ho intenzione di abitare con persone che non conosco e se pensi che inizierò a chiamarli papà o fratelli ti sbagli di grosso. Io ho un solo padre e tu lo hai tradito. Preferivo andare con papà piuttosto che rimanere qua con te. Lui non avrebbe mai permesso una cosa d genere >
< ETHAN LE PAROLE. ne abbiamo già parlato e non è importante quello che avrebbe fatto tuo padre. Lui ora non è qui e tu devi ascoltare me. Sono tua madre, hai capito ? >
< si si certo, vi aspetto fuori ! >
Mentre pronunciò l'ultima frase si girò e iniziò ad uscire dall'edificio. André guardò Lucas per fargli intendere che doveva seguirlo e così rimasero solo I due genitori con Sara, Juri e Daphne.
< Sara che ne dici di andare a fare un giretto con Sephora? Così parlate un pò come vuoi la tua nuova cameretta? >
< si evviva. Mamma posso averla tutta gialla. E poi con chi starò? Io non voglio stare con Ethan. Mi fa paura >
< vieni piccola. Puoi farla di tutti i colori che vuoi però dobbiamo ancora decidere le stanze. Vieni andiamo un pò fuori. Ti insegno i nomi dei fiori, ti va? >
< sisi andiamo andiamo >
Non appena furono fuori André si concentrò sui due ragazzi ancora presenti nella stanza.
Juri aveva lo sguardo verso il basso. Stava giocando con l'orlo della camicia fin da quando si erano seduti a quel tavolo. Di fianco a lui Daphne cercava di fingersi tranquilla e felice. La maschera reggeva alla perfezione ma sapeva che se avrebbe parlato non sarebbe riuscita a rimanere calma. Perciò da quasi tutta la giornata era rimasta in silenzio.
< ragazzi, guardatemi per favore >
La ragazza alzò subito lo sguardo verso quello dell'uomo accennando un piccolo sorriso mentre il figlio non sembrava intenzionato ad alzare la testa.
< Juri, guardami per piacere >
Per tutta risposta lui scosse la testa. Allora il padre si alzò e si avvicinò a lui. Mise le mani sulle sue per fermare i movimenti. A quel contatto Juri sobbalzò spaventato.
< così stropiccerai la camicia >
< è già stropicciata >
< Juri guardami per favore >
< n-no >
< Juri >
André mise due dita sul mento del figlio e gli alzò la testa. Incontrò i suoi occhi solo per un attimo ma notò subito che erano lucidi
< Juri per favore. Non piangere, non risolve niente. Se devi dire qualcosa dillo. Devo ascoltare anche le vostre opinioni >
< n-non sto piangendo >
< Juri parlami per favore. Non posso aiutarti se non mi parli >
< sto bene >
L'uomo si iniziò a spazientire quando ricominciò a giocare con la camicia. Un singhiozzo sfuggì dalle labbra del ragazzo che abbassò di istinto la testa e che strinse ancora di più la maglia. André con forse un pò troppa forza fermò le mani del ragazzo e alzò il tono della voce.
< JURI SMETTILA. rovini la camicia >
< è-è già rovinata >
< perchè piangi >
< n-non l-lo so >
< cazzo Juri. La smetti di comportarti come un bambino di un anno. Smettila di piangere >
< n-non c'è la f-faccio >
< Allora parlami, dimmi cosa non ti va giù >
< v-voi n-non avete chiesto il nostro parere. Avete fatto tutto da soli. Non è giusto. Io non voglio andare via da casa. Voglio stare con la mamma >
< SMETTILA JURI >
Juri sobbalzò quando vide che il padre aveva cambiato tono. Alzò lo sguardo su di lui ma li riabbassò subito quando vide che era arrabbiato
< NE ABBIAMO GIÀ PARLATO. LA MAMMA NON HA ABBASTANZA SOLDI PER TUTTI. LA VEDRAI UNA VOLTA A SETTIMANA. Va bene ? >
Juri annuì subito per paura che il padre potesse arrabbiarsi di più
< ora vado un attimo fuori a prendere un pò d'aria. Voi due rimanere qui per favore che tra una mezz'oretta torniamo a casa >
Entrambi annuirono e così rimasero solo loro due seduti intorno ad un tavolo troppo grande per una coppia di persone. Gli occhi di Juri si riempirono di nuovo di lacrime. Si raggomitolò su se stesso. Incominciò a singhiozzare sempre di più fino a non riuscire più a respirare bene.
Daphne da prima lo osservò indifferente ma quando vide che il ragazzo faticava a respirare capì che doveva fare qualcosa. Si alzò di scatto e spostò la sedia di Juri più lontana dal tavolo così da avercelo più vicino. Gli prese la testa tra le mani e lo costrinse a guardare lei ma i suoi occhi andavano a destra e sinistra senza guardare un punto fisso.
< ehi Juri. Guardami. Ecco così bravo, va tutto bene respira. Piano piano. Ora contiamo fino a dieci ok ogni numero facciamo un respiro grande grande okey? >
Juri annuì non riuscendo a parlare è guardò la ragazza davanti a sé continuando tuttavia a piangere.
< uno > un respiro
< due > un altro
< tre, così bravo > un respiro
< quattro > un respiro. Le lacrime smisero di uscire
< cinque, ottimo. Passa tutto >
< sei > il respiro si regolarizzò
< sette, dai ancora una paio > respiro
< otto, così piano piano > un altro respiro
< nove > Daphne prese le mani di Juri e le strinse
< e dieci > l'ultimo respiro
< bravo. Hai visto. Abbiamo finito, va tutto bene okey? >
< mhmh >
La ragazza allargò le braccia per invitarlo in un abbraccio che Juri non rifiutò. Anzi, si butto addosso a lei e si lasciò stringere forte. Non lo avrebbe mai immaginato ma si sentiva protetto e al sicuro tra quelle braccia. Smise di pensare e si lasciò solo andare stringendo tra le mani il tessuto del vestito della ragazza.
< grazie > uscì solo un sussurro ma la ragazza lo senti lo stesso
< va tutto bene..... fratellino >
Un sorriso si formò sul viso del ragazzo. I due si staccarono non appena sentirono delle voci avvicinarsi a loro.
< col cazzo Lucas. Ti ho già detto che non chiederò scusa. Per cosa poi. Per avere espresso il mio pensiero?! Non ci penso neanche >
Nella sala entrarono Ethan e Lucas. I due non si accorsero della presenza dei fratelli e continuarono a discutere
< ma insomma Ethan cresci un pò. Hai mancato di rispetto a tua madre e merita delle scuse >
< tsk >
< cosa sta a significare questo verso? >
< che non lo farò. Finché non torna tutto come prima io non chiederò scusa a nessuno e di certo non lo farò oggi >
< ti rendi conto che si sono sposati vero? Cosa credi?! che con il tuo comportamento li farai divorziare o cose così? >
< e anche se fosse? >
< non te lo permetterei. Rovinerebbe la felicità dei nostri genitori. E lo sai bene >
< STAI ZITTO CAZZO >
< NON URLARE >
< SEI TU CHE STAI URLANDO >
< MA FAMMI IL PIACERE. ACCETTA QUESTA SITUAZIONE E BASTA >
< NON CE NESSUNA SITUAZIONE DA ACCETTARE >
< SI CHE C'È >
< AH SI? E QUALE SAREBBE SENTIAMO !! >
< accetta che mio padre sarà anche tuo padre che tua madre diventerà anche la nostra e che io Juri e Sara saremo i tuoi nuovi fratelli. ACCETTALO E BASTA >
< STO CAZZO. NON LO ACCETTERÒ MAI. IO HO SOLO UN PAPÀ E UNA SOLA SORELLA. NON MI FREGA SE SI SONO SPOSATI. NON LO ACCETTERÒ >
< tsk fai quello che vuoi >
< certo >
I due litiganti si zittirono subito quando entrarono nella stanza i genitori.
< ragazzi per favore salite in macchina che andiamo a casa. Sephora con Ethan e Daphne andranno direttamente a casa mentre io e gli altri passiamo a prendere la roba che ci serve per questa sera e poi vi raggiungiamo >
Tutti si alzarono in silenzio. Ognuno immerso nei propri pensieri. I primi a lasciare il parcheggio furono Sephora con i suoi ragazzi.
< papà io vorrei andare in macchina con Lucas >
Juri strinse la maglia del fratello in una presa ferrea non appena il padre lo fulminò con lo sguardo.
< Juri non fare il bambino. Magari Lucas vuole un pò di privacy. Muoviti salta in macchina che Sara è già legata >
< papà per me va bene se viene con me. Così tu stai un pò più tranquillo. Non è un problema. Davvero >
< fate quello che volete >
Subito André salì in macchina e mise in moto uscendo piano piano dal parcheggio.
< andiamo su >
I due fratelli entrarono nell'auto e Lucas mise in moto. I primi 5 minuti del viaggio li passarono in un silenzio tombale interrotto dal più piccolo.
< Lucas ? >
< si? >
< bhe ecco. A te sta bene ? >
< penso che sia normale che papà abbia deciso di rifarsi una vita. Non poteva di certo stare per sempre attaccato al passato. E poi non mi dispiace l'avere altri fratelli >
< oh, ok >
< cosa ti turba? >
< niente >
< sicuro? >
< è che... > delle lacrime iniziarono a scendere dai suoi occhi < è che è successo tutto così velocemente. Poi papà non ce ne ha neanche parlato. Oggi in chiesa per poco non sapevo quale delle persone lì dentro fosse Sephora. Non sapevo nemmeno come si chiamavano i nostri nuovi fratelli. Non ha chiesto niente a nessuno. L'unica contenta è Sara solo perchè è ancora troppo piccola per capire. Io preferisco stare con mamma. Lo so che non abbiamo tanti soldi ma non la voglio abbandonare così. Non posso fare finta che lei non sia mai esistita. Non posso vivere in una grande casa sapendo che lei abita in quella topaia. E poi a papà non piaccio. A papà piaci tu. A lui piace Sara. Non me. O-ogni v-volta c-che piango L-lui si arrabbia ..... e-e-e e p-poi l-lui... >
< ehi Ju. Non fare così >
La mano del maggiore andò a cercare quella del fratello intenta a rovinare la camicia.
< Senti lo so che è difficile ma pensa al meglio. Magari sarà un'avventura bella. Si fai così!! Pensala come un'avventura. Una sorta di missione. Come abbiamo fatto quando papà e mamma si erano separati, ok? E non è vero che a papà non piaci. Sei suo figlio. Pensa solo che tu pianga troppo, si preoccupa per te >
Juri si rannicchiò sul sedile e cercò di calmarsi prima di arrivare nella casa dove abitava la madre per non farla preoccupare. Quando arrivarono a casa la macchina del padre era già parcheggiata e la porta della casa era aperta.