Chapter 4 - 03

5 gennaio

Lucas guardò suo padre andare via e si diresse verso la camera che condivideva con i fratelli.

< ehi Ju >

< si? >

< papà ha detto che devi andare nella macchina con lui mentre Sara verrà con me >

Lui abbassò gli occhi.

< oh okey >

< mi dispiace >

< non fa nulla. Piuttosto secondo te dovremmo cambiare anche scuola? No vero? >

< non lo so >

< oke. Io ho preso tutto. Inizio ad andare da papà. Saluto la mamma e vado, così non si arrabbia >

Una mano si posò sulla spalla del più piccolo che aveva già iniziato ad andare via da lì

< ehi Juri ricordati che papà ti vuole bene, capito? >

< mhmh. Vado, a dopo >

Juri si incamminò verso la cucina dove trovò la madre che parlava con Sara. La salutò con un semplice abbraccio e uscì velocemente dalla casa. Un altro momento lì e sarebbe scoppiato a piangere.

Arrivato alla macchina il padre gli aprì lo sportello del passeggero per indicargli di sedersi lì e non dietro. Quando l'auto partì iniziò a torturarsi il bordo della maglietta.

< Senti Juri, ho bisogno di parlarti, okey? >

< si va bene >

< Senti io sto cercando di rimediare al mio errore. Sto cercando di farmi perdonare da te. Ma non posso farlo se tu non me lo permetti >

< i-io ti ti ho già per-perdonato >

< ma se appena ti tocco inizi a tremare!? >

Per dargli la dimostrazione poggiò una mano sulle sue per fermare I suoi movimenti. A quel minimo contatto il ragazzo ritrasse la mano spaventato. E appena si accorse di quello che aveva fatto guardò il padre che aveva uno sguardo deluso.

< i-io >

< LO VEDI COME FAI!?!?! continui a fare la vittima quando non ho fatto un cazzo. Dimmi cosa pensavi che ti avrei fatto toccandoti una mano eh? >

< i-io i-io sigh >

< perchè piangi? Perchè? >

< n-non l-lo s-so n-non non >

< Senti io sto cercando di aiutarti ma non ce la faccio a quanto pare. Quindi vorrei che andassi da uno psicologo. Ne ho parlato anche con tua madre. Lei dice che normale piangere ma tu per me piangi un pò troppo. Penso che uno psicologo possa solo farti bene >

André non guardò il figlio mentre fece uscire dalla sua bocca quelle parole. Non vide lo sguardo paralizzato del ragazzo che ancora una volta si sentiva inutile. Disprezzato dal padre. Non vide le lacrime che solcarono le sue guance. Sentì solo le parole che riuscì a dire tra un singhiozzo e l'altro

< ti prego n-non voglio anda andarci >

< è già deciso. Domani con Sephora cercheremo uno che può aiutarti. Se non vuoi essere aiutato dalla tua famiglia allora sarai aiutato da qualcun altro. Non ho tempo per queste sciocchezze. Ora siamo in di più, non ho tempo da perdere con te. Dici che non ne hai bisogno ma guarda. Stai piangendo di nuovo per una stupidaggine >

< ti prego >

Uscì come un sussurro disperato che vene coperto dallo sportello del padre che si apriva e richiedeva. Segno che erano arrivati. Scese dalla macchina dopo essersi asciugato come meglio poteva le lacrime. Gli occhi erano ancora rossi ma per quello non avrebbe potuto fare niente.

Appena arrivò di fronte non riuscì quasi a credere ai suoi occhi certo sapeva che la casa era meglio di quella della madre ma di certo non si aspettava una villa di quelle dimensioni. Solo a vederla da fuori si sentiva perso. Figurarsi dentro.

< caspita!! Avremo bisogno di una cartina >

Juri si girò verso la voce del fratello che stava facendo scendere Sara dalla macchina.

< io mi ci perdo la dentro Lucas ahhaah !! >

< ma cosa dici fratellone!? Cosa è una calatina ? >

Sara guardava con sguardo interrogativo i fratelli. Il primo a rispondere fu Lucas.

< cartina Sara. La cartina è una mappa tipo del tesoro che serve per non perderti nei luoghi nuovi che non conosci >

< voglio anche io una caltarina allora >

La bambina prese le mani ai due fratelli e inizio a tirarli

< forza andiamo, voglio vedere la mia cameretta >

Un sorriso spuntò sul viso di Juri. Quando si trattava della sorella non riusciva a essere triste.

< certo andiamo, però non tirare. Forza Lu andiamo >

E così i tre fratelli si diressero verso la casa. Suonarono e venne ad aprire la loro nuova madre con un grande sorriso in faccia.

< ciao ragazzi, eccovi arrivati. Su venite che vi faccio vedere le stanze. ETHAN, DAPHNE SCENDETE. Ve la faranno vedere loro la casa, io finisco di preparare la cena >

Dal piano di sopra scesero i due ragazzi che si avvicinarono alla madre

< ragazzi fate vedere la casa ai ragazzi >

< okay mamma >

< grazie >

< venite ragazzi, vi facciamo vedere partendo dal piano terra >

I tre seguirono i loro nuovi fratelli ma solo la ragazza stava spiegando.

La casa era abbastanza elegante.

Prima passarono nel salotto, e Juri poteva notare che era grande quanto la sua vecchia casa. Un divano a Elle era posizionato in mezzo, in belle bianca con di fianco una poltrona e un puffo, nel centro c'era un tavolino di vetro e su una parete c'era una grande TV di quelle start. Tutto era arredato con cura e precisione.

Quando passarono nelle stanze successive i ragazzi persero quasi subito il senso dell'orientamento. Passarono per la cucina, un bagno e la lavanderia al piano di sotto più uno sgabuzzino che scendeva sotto terra e portava anche ad una cantina abbastanza grande quasi come una stanza. e poi al piano di sopra si trovava la zona notte. C'erano due bagni che vennero indicati come bagno delle donne e bagno degli uomini e le stanze. Una matrimoniale per i genitori e una per ogni membro della famiglia pidue camere per gli ospiti. Tralaltro era presente anche una soffitta dove il padre anni prima era riuscito a ricavare 5 studi diversi.

La casa fuori invece era circondata da un giardino c'erano 3 4 alberi su cui uno era stata costruita una casa sull'albero in legno, due garage e un capannone.

I tre ragazzi vennero lasciati un pò liberi per sistemare le cose fino all'ora di andare a cenare. Quando Sephora avvisò André che la cena era pronta quest'ultimo decise di andare a chiamare uno per uno tutti i ragazzi. Passo prima per la stanza del figlio maggiore e notò che stava facendo i compiti del giorno dopo e aveva sistemato tutta la sua roba. Il padre si prese un momento ed entrò nella stanza del figlio.

< Lucas, figliolo come va? >

Sentendo la voce del padre si girò e sorrise

< bene pa, stavo facendo i compiti per l'università non voglio rimanere indietro >

Andrè si sedette lentamente sul letto e fece segno a Lucas di sedersi di fianco a lui.

< ti devo chiedere un favore. Lo so che può sembrare egoistico ma vorrei chiederti di trovare una soluzione con Ethan. Lo so che tu hai anche la tua vita. Ma qui gli unici che sembra abbaino accettato la questione siete tu e Sara. Mentre Juri, Ethan e Daphne non sembrano volerlo accettare >

< dagli tempo pà, è successo tutto da un giorno all'altro >

< lo so però vorrei che si risolvesse prima del prossimo mese. Io e Sephora abbiamo pensato che forse tu potresti parlare con Ethan, io cercherò di chiarire con Daphne e invece a Juri ci penserà Sephora >

< papà >

< non mi chiedere di parlare con tuo fratello. Non potrei sopportarlo. Piange solo e lo sai anche tu che non è normale. Non gli parlerò se è quello che vuole. Quando vorrà io ci sarò >

< va bene va bene però non urlargli addosso se inizia a piangere. Lo fa sentire diverso >

< gli ho parlato dello psicologo >

< "parlato"!? Glielo hai ordinato. Me lo ha raccontato prima >

< Senti penso che possa solo aiutarlo >

< perchè non ci vai un attimo a parlare? >

< lo sai che non c'è la faccio. E poi io sto cercando di riallacciare i rapporti con lui ma lui mi respinge ogni volta. Sono passati 2 anni e sembra quasi che io lo abbia picchiato ieri >

< papà. Ha solo 14 anni cazzo è piccolo. Come puoi pretendere che dimentichi tutto. Non è un adulto che capisce tutto e non è nemmeno un bambino che non sa niente. È un adolescente. Non capisci che lo hai ferito quel giorno. Non si fida non puoi pretendere che ti perdoni subito. Ha paura, quando sta con te ha paura. Possibile che non lo hai ancora capito? >

< a quanto pare la vediamo in due modi completamente diversi. Meglio così; il mondo è bello perchè è vario, comunque scendi la cena è pronta. Io vado a chiamare tutti gli altri >

< non gli parlerai ? >

E Lucas non ottenne risposta. Solo silenzio. E quando si girò il padre era già andato via.

Andrè decise di andare nella stanza della figlia e notò che non aveva sistemato niente ma che aveva già iniziato a spargere giochi ovunque.

< amore si mangia >

< non mangio il cibo che prepari tu. È brutto >

Il padre sorrise. Sara riusciva sempre a farlo sorridere.

< non ti preoccupare amore lo ha preparato Sephora, vieni? >

< siiiii cibo buono >

E la figlia uscì dalla stanza correndo e scendendo al piano di sotto.

Quando arrivò davanti alla porta della stanza di Ethan si fermò un attimo. Non sapeva come comportarsi con lui. Di tutti quanti sembrava quello che l'aveva presa peggio. Perciò decise semplicemente di bussare e vedere cosa sarebbe successo.

< che vuoi? >

< è pronto da mangiare Ethan >

Siccome non ottenne risposta Andrè decise di entrare nella stanza ma appena la aprì venne spinto fuori

< nella. Mia. Stanza. Tu. Non. Entri >

< va bene va bene. Ti va di andare a mangiare? >

< tsk >

Andrè lo guardò scendere le scale e sospirò. Si era cacciato in una vera e propria favoletta.

< bene la prossima è Daphne >

Quando però bussò è non ottenne risposta aprendo la porta si accorse con stupore che la ragazza non era nella sua stanza ed immaginò che fosse già in cucina così andò direttamente da Juri.

Tuttavia si fermò davanti alla porta, bussò e gli disse di scendere urlando. Tutto rimanendo fuori dalla porta perchè non aveva coraggio. Ma anche da lui non ottenne risposta così entrò e si accorse che la luce era spenta. Ma nell'oscurità riuscì ad intravedere la sagoma di Juri addormentato nel letto. Accese la luce per svegliarlo e perse battiti. Suo figlio stringeva al petto il pupazzo che gli aveva regalato al suo nono compleanno e aveva le guance rosse dal pianto. Le lacrime avevano stracciato una scia sulle guanciotte paffute e Andrè non riuscì a non pensare che suo figlio fosse proprio bello. Più volte lo aveva chiamato femminuccia quando piangeva o quando se la prendeva per tutto e la verità è che lo aveva fatto perchè in lui vedeva davvero una femmina. Aveva dei tratti femminili, era magro non aveva le spalle larghe come il padre o il fratello. Era più basso di quelli della sua età e il fatto che non avesse mai attaccato briga con nessuno lo infastidiva. Perchè lui da piccolo litigava così tante volte anche solo per scherzo mentre Juri se litigava con qualcuno poi se ne tornava a casa piangente.

Ma Andrè con il cuore in gola si abbassò e posò un bacio sulla fronte del figlio sperando che non lo avrebbe allontanato di nuovo. Però si svegliò e ritrovandosi così vicino al padre si strinse forte il pupazzo al petto e si rannicchiò contro al muro.

< scusa scusa non lo faccio più te lo giuro >

< n-no è pronta la cena. Ti stavo chiamando >

Andrè con gli occhi lucidi e la voce tremante riuscì solamente a dire questo.

< vado subito vado subito >

Scese dal letto di tutta corsa e lasciò il pupazzo per poi correre di sotto non volendo passare neanche un secondo in più con il padre da soli.

Quest'ultimo rimase paralizzato. Era successo di nuovo. Lui aveva provato ad avvicinarsi al figlio ma senza successo e lo aveva spaventato di nuovo. Prese il pupazzo che Juri stringeva con tanto amore e pensò che finché avesse avuto quel pupazzo lui ci avrebbe provato. Avrebbe provato a ricucire i rapporti con lui con tutte le sue forze. Dopo un paio di minuti si decise a scendere al piano di sotto per cenare insieme alla sua nuova famiglia.

Una teglia di lasagne fumanti accolse i membri della famiglia. Sephora li accolse tutti con un grande sorriso che riuscò ad alleviare la tensione che si era creata. Rotta subito da Ethan che prendendo posto a tavola sbatte la sedia guardando male Andrè che si stava per sedere di fronte a lui.

< non ti voglio vedere di fronte. Spostati >

Sephora lo guardò di traverso ma gli occhi di Ethan erano fissi sul nuovo padre come segno di sfida. Capendo la situazione Lucas prese posto di fronte al ragazzo riuscendo a sdrammatizzare la situazione con una delle sue frasi fuori luogo.

< sembrano invitanti queste lasagne >

< mammi le voglio assaggiare dai dai mettimente un pò mammiiiii >

< subito tesoro. Prima siediti però, hai lavato le manine? >

Sara tutta contenta mostrò le mani alla madre con un grande sorriso sul volto.

< sisi guarda qui sono pulite >

Appena tutti si sedettero iniziarono a mangiare in silenzio, ognuno assorto nei propri pensieri interrotti da commenti di Sara qua e là durante la cena.

Gli unici che però stavano davvero mangiando erano i genitori e Sara mentre gli altri avevano lo stomaco completamente chiuso chi per la rabbia, chi per l'ansia e chi per tristezza.

In tutto questo Juri riuscì a porre una semplice domanda

< papà ma...io dovrò cambiare scuola? >

Andrè lo guardò e annuì

< si, pensavamo di mandarti nella stessa scuola di Ethan. Fa uno scientifico come te in fondo >

< ma io non voglio lasciare i miei amici >

< come se tu ce li avessi >

Juri si girò verso la fonte della voce. Ethan lo guardò negli occhi sogghignano guardandolo dall'alto verso il basso.

< invece si che c'è lì ho >

< si immaginari immagino >

< ragazzi non litigate >

Lucas cercò di stoppare quella discussione inutile senza però essere considerato

< n-no non è-è vero >

< "n-no" che fai adesso piangi? Cazzo che bambino. Comunque io non lo voglio nella mia scuola. Almeno lì vorrei non essere circondato dalla mia fake famiglia >

< non sto piangendo >

Il padre intervenne.

< ragazzi basta finite di mangiare, comunque è deciso. Cambierai scuola così sarà anche più comodo per il fatto delle macchine >

< tks, immagino che la tua frase preferita sia è deciso. E il matrimonio, poi la casa adesso la scuola. Quale sarà la prossima cosa? Come dovremmo pisciare? >

Juri timidamente riuscì ad aggiungere al punto elenchi di Ethan uno suo personale.

< e anche lo psicologo >

< ETHAN >

< JURI NON INCOMINCIARE >

< io non ci voglio andare papà, ti prego farò quello che vuoi ma non mi ci mandare >

< secondo me invece è l'unica cosa che ha fatti giusta >

< Ethan smettila non sto parlando con te >

Il nominato fissò negli occhi Juri per buoni dieci minuti. Pensando a cosa fare per concludere quel discorso a favore di lui.

< invece si. Magari smetti di piangere e così tuo padre inizierà a volerti bene. Si capisce lontano un miglio che ti odia >

Con finta curiosità poggiò i gomiti sul tavolo e ci poggiò la testa continuando a guardare il fratello, il quale stava tremando e da un momento all'altro avrebbe ceduto.

< ETHAN SMETTILA SUBITO. SONO DISCORSI DA FARE. TI RENDI CONTO DI COSA STAI FACENDO? >

< MA MAMMA È LA VERITÀ, LO SAI PURE TU >

< ETHAN T-- >

Sephora venne interrotta dalla sedia di Juri che cadde sul pavimento.

< io non ho più fame, vado a dormire. Buonanotte >

< Ju va tutto bene torna qui >

Juri si voltò verso il fratello e gli porse un sorriso amaro

< sto bene, ho solo sonno. Buonanotte >

< oh ok >

< buonanotte fratellone caro bacinoooooo >

Sara scese dalla sua sedia e si fece prendere in braccio dal fratello che gli posò un bacio sul nasino.

< notte notte Sara >

< BUONANOTEEEEE >

e per l'ennesima volta Sara salvò senza accorgersene la vita al fratello. Un sorriso timido si formò sul suo viso e rimise per terra la sorella iniziando a camminare in direzione della sua nuova stanza.

< MA IO DICO TI SEI IMPAZZITO? FILA IN CAMERA SUBITO >

< perchè ne fai un dramma? Ho solo detto quello che pensavo >

< FILA. IN. CAMERA. >

Ethan si alzò di scatto e uscì furioso dalla stanza. Non riusciva proprio a capire cosa aveva fatto di male. Lui voleva tornare alla normalità quando ancora il padre c'era ancora. Appena salì in camera decise di mandare l'ennesimo messaggio al padre

[ti prego torna, mi manchi]

Mise via il telefono e si stese sul letto guardando il soffitto.

A tavola rimasero in silenzio per un pò e dopo uno sbadiglio Sara ruppe quello stato di quiete.

< mamma, ho sonno andiamo a dormire? Io però non voglio dormire da sola ho paura. Dormiamo insieme mammi? >

< si certo piccola >

Le due si alzarono e si diressero nella stanza della madre. Appena Lucas non sentì più i passi delle due alzò la testa e fissò negli occhi il padre.

< perchè... >

La mano si strinse intorno alla forchetta per trattenere la rabbia

< perchè non hai detto nulla >

< a chi? >

< lo sai benissimo. Ethan ha detto che tu odi Juri. È accaduto 3 minuti fa e tu te ne sei fregato. PERCHÈ NON HAI FATTO UN CAZZO EH? >

< non urlare. Non c'è n'è bisogno. Non gli ho detto nulla perchè stavano parlando tra di loro >

< tsk. Che scusa di merda, dimmi la verità. Le pensi anche tu quelle cose che ha detto Ethan vero? >

Il padre si alzò di tavola e iniziò ad uscire dalla stanza ma prima di essere completamente fuori si girò e puntò il suo sguardo su quello del figlio.

< non lo so, non ne ho la più pallida idea. Ma se tanto ci tieni a sgridarlo allora vacci tu >

< sei uno stronzo >

E così rimasero nella stanza Daphne e Lucas. I due si guardarono e la ragazza prese la parola

< io vorrei che tu andassi a sgridarlo davvero. A me non darebbe retta ma a te che sei più grande potrebbe. Io se vuoi posso andare un pò da Juri, così vedo come sta >

< si certo va bene. Se dovesse avere un attacco di panico chiamami però, ok? >

< si certo >

Quando dovettero separarsi si fecero uno sguardo di intesa e procedettero ognuno per la sua strada.

Lucas non bussò alla porta ma la spalancò è richiuse subito dopo essere entrato. In quel momento l'unica cosa a cui stava pensando era a come non arrivare alle mani con Ethan.

< ma che cazzo fai? Esci dalla mia stanza >

< non fare il prezioso. Come ti sei permesso di dire quelle cose orribili a Juri? Mi dici cosa cazzo ti ha fatto? >

< ho detto solo quello che pensavo. Non posso fare nemmeno questo? >

< se vuol dire ferire gli altri allora no, non hai nessun diritto di fare una cosa del genere >

< sinceramente non sto capendo >

Lucas si avvicinò pericolosamente al ragazzo più basso che indietreggifino fino ad arrivare con le spalle al buio.

< ma sei coglione? Lo hai ferito. Secondo te per lui non è già difficile il rapporto con papà? PERCHÈ CAZZO LO HAI FATTO? >

Ethan abbassò la testa e strinse i pugni per poi spingere Lucas con tutta la forza che aveva in corpo.

< PERCHÈ VOGLIO CHE TORNI TUTTO COME PRIMA. TU NON PUOI CAPIRE CAZZO TU CE LI HAI ANCORA TUTTI. IO RIVOGLIO MIO PADRE. O-ogni volta che gli scrivo lui legge i-i messaggi. MA NON RISPONDE MAI CAZZO. E MAMMA SA DOVE È MA NON ME LO DICE. ORA ESCI DA QUESTA CAZZO DI STANZA. ho capito ho sbagliato. Quindi ora esci >

< Ethan io v- >

< FANCULO ESCI SUBITO CAZZO >

Lucas uscì dalla stanza senza riuscire a capire cosa fosse successo. L'immagine del fratello però lo fece riscuotere e andò dritto nella sua stanza. Quando entrò il buio lo avvolse. E quando accese la luce gli scappò un sorriso. Daphne e Juri erano abbracciati nel letto e stavano dormendo. Il più piccolo aveva la testa sul petto della ragazza che lo stringeva a sé come per proteggerlo. Lucas cercò di uscire e spegnere la luce senza fare rumore per poi uscire dalla stanza e andò finalmente nella sua stanza per dormire. Di certo era stata una delle giornate più impegnative della sua vita ed era sicuro che non sarebbe stata neanche l'ultima.