Quando arrivarono a casa la macchina del padre era già parcheggiata e la porta della casa era aperta. I due si affrettarono a entrare dentro la casa.
Sentirono delle voci provenire dalla cucina e dei suoni dalla camera dei tre fratelli.
< ehi Juri tu inizia a preparare la roba per stasera. Io vado di là a salutare mamma e poi ti raggiungo >
< ok va bene >
I due si divisero e il maggiore si diresse in cucina dove stava avvenendo una discussione tra i genitori.
< io lo faccio per il loro bene. Lo sai pure tu >
< così li porterai lontano da me. Non capisci? >
< li vedrai una volta alla settimana. Non ti basta? E poi loro potranno venire quando vorranno qui.
Basta che tu non ti immischi negli affari della mia nuova famiglia >
La madre guardò André con un sorriso amaro e scosse la testa lentamente.
< non sei cambiato di una virgola. Sei sempre uguale. Hai chiesto come si sentono i tuoi figli. Dopo la cerimonia Juri mi ha chiamata. E sai cosa stava facendo eh? >
< non iniziare. Non arrampicarti sugli specchi >
< STAVA PIANGENDO CAZZO. MIO FIGLIO STAVA PIANGENDO PERCHÈ NON VOLEVA ANDARSENE DI QUI. MIO FIGLIO STAVA PIANGENDO >
< non urlare. E poi lo sai che quello lì piange solo >
< "quello lì" ha un nome ed è tuo figlio. Cazzo ma ti senti quando parli. E poi è solo più emotivo e fragile degli altri. Cosa c'è di male? >
< Coraline smettila!! Se faccio tutto questo è solo per i nostri figli. E poi sai anche tu cosa penso riguardo a Juri. Dovrebbe andare da uno psicologo. Perchè NON è normale che pianga per ogni minima cosa e poi ci domandiamo perché non riesce a- >
Lucas capendo dove volesse andare a parare il padre decise di entrare in cucina tutto sorridente.
< ciao mamma come stai? >
Si avvicinò a quest'ultima e le poggiò un bacio sulla guancia.
< ciao Lulu. Sto bene. Hai già preparato la tua roba >
< no non ancora >
< fai subito che tra dieci minuti andiamo. Si è fatto tardi. Io vi aspetto in macchina >
< okey papà >
Lucas rivolse un ultimo sorriso alla madre e uscì dalla stanza seguito dal padre.
< di a Juri di muoversi. E che dopo viene in macchina con me mentre tu vai con Sara >
< papà sent- >
< non iniziare. So che hai sentito tutto. Devo solo parlargli >
< non vorrai mica mandarlo da uno psicologo veramente, vero? >
< se sarà necessario lo farò >
Queste furono le ultime parole che André rivolse a Lucas. Si diresse direttamente alla macchina. Troppo esausto anche per aspettare il figlio in piedi. Lui lo sapeva che stava sbagliando tutto, che facendo in quel modo avrebbe rotto la famiglia. Ma lui aveva bisogno di una casa. Un posto dove andare. E adesso che era riuscito a farsi dare la custodia dei suoi ragazzi ne era immensamente felice. Perchè lui i suoi figli li amava. Però c'era un problema e quel problema per lui era Juri. Qualsiasi cosa facesse Juri la prendeva come un qualcosa di male. Si sentiva male. E se lui si sentiva male poi la madre, il fratello e perfino la sorellina stavano male. Quindi non aveva detto nulla del matrimonio. Perchè sembrava che tutto girasse intorno a lui. Fin da quando era piccolo. Ed per questo che aveva iniziato ad odiare quello che doveva essere un suo figlio. Sempre di più sempre di più. Fino a quando non fu costretto a divorziare da sua moglie perchè aveva picchiato Juri. Lui non lo aveva fatto a posta. Non voleva davvero farlo. Ma quando il figlio tornò con gli occhi lucidi, un occhio nero e l'aria stravolta da scuola, quando Juri non rispose al perchè di quelle sue condizioni ma anzi incominciò a piangere, André non ci vide più dalla rabbia e incominciò a picchiarlo. Per lui erano semplici schiaffi, forse qualche calcio. E si accorse di quello che stava facendo solo quando se lo ritrovò ai piedi tremante e raggomitolato con gli occhi sbarrati e le mani sulle orecchie che si rese conto che aveva fatto una cazzata. Probabilmente la più grande cazzata di tutta la sua vita. Quando infatti cercò di rimediare si accorse di aver sbagliato tutto. Quando cercò di prenderlo in braccio lui si trinse ancora di più in sé e disse solo due frasi. "Ti prego basta. Farò il bravo farò il bravo" Due frasi che si artigliarono al cuore di André e che tirarono forte. Quasi come se volessero tirarglielo via. E sapeva che aveva rovinato tutto.
Perchè quando arrivò la moglie con gli altri figli a casa subito dopo che aveva smesso di infierire contro di lui non riuscì a guardare in faccia nessuno dei suoi familiari.
Perchè quando Caroline gli urlò di andarsene di casa non fece nulla per impedirglielo.
Perchè quando lei chiese il divorzio lui non si oppose.
Perchè quando si riappacificò con tutta la famiglia sei mesi dopo il figlio aveva paura di lui.
Quando c'era lui faceva "il bravo" come aveva detto quel giorno. Stava in silenzio, si faceva piccolo piccolo e scompariva, cercava di non piangere davanti a lui. Cercava di aiutare in casa ancora di più per rendersi utile. E André ci provò. Provò con tutte le sue forze a ricucire il rapporto padre-figlio che aveva perso 6 mesi prima. E ci rimase male. Anzi era anche un pò arrabbiato perchè lui ci provava ma il figlio, con il suo silenzio, sembrava prenderlo in giro. Però quando incontrò Sephora dopo un anno si rese conto che doveva andare avanti. Si rese conto che lui aveva fatto il possibile. E decise di voltare pagina. Stettero insieme per solo sei mesi prima di sposarsi. Ma loro avevano deciso così. Si sentivano pronti per quel passo. Tutti e due spaccati. Lei per l'abbandono del marito e lui per il divorzio.
Per questo quando il figlio al pranzo delle nozze aveva iniziato a piangere era dovuto andare via. Per calmarsi perchè aveva paura che avrebbe potuto rifare lo stesso sbaglio. Avrebbe potuto di nuovo perdere la famiglia. E lui non lo avrebbe mai permesso. Non di nuovo. Non avrebbe fatto rovinare tutto da Juri, non questa volta. Per questo aveva deciso di andare in macchina con lui. Per chiarire tutto e se non avrebbe voluto farlo lo avrebbe mandato davvero da uno psicologo. Se si sarebbe messo a piangere lo avrebbe mandato da qualcuno senza nessun problema. Perchè lui non ce la faceva più. Non riusciva più a continuare in quella direzione.