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Chapter 9 - 9°capitolo - monitoraggio

Crystal (POV'S)

Con un piede spinsi la porta per aprirla.

«Perchè non puoi aprire la porta come una persona normale?» mi riprese. ‹Uff, è quà.› -pensai irritandomi ancor di più.-

«Perchè non mi piace.»

«Dio!» esclamò frustrata.

Un'altra voce si aggiunse «Oh, andiamo, lo sai com'è fatta. O no?»

-Guardai Aisha di sbieco- ‹Questa dovrebbe essere una specie di frase in mia difesa?›

La bionda domandò «Dove sei stata fino ad ora? Perchè hai uno strappo nel cappotto?»

-Diedi un'occhiata alla manica- ‹Cazzarola.› Si era strappato forse quando ero entrata in casa dalla finestra del 39° piano. Non me n'ero accorta.

«Diciamo che sono dovuta scappare in fretta.»

Mi guardarono entrambe con una certa espressione. ‹Le conosco queste facce.› -pensai con noia.-

Aisha «Che hai combinato?»

«Ho fatto una visita ad Aron.»

«Sei matta?!» si alzò di scatto dal divano «Come ti è saltato i mente?!»

«Dovevo recuperare quei fogli!»

«Ma non così!» si aggiunse Aisha.

Mi fuorisciì un verso frustrato dalle labbra.

«Be' in ogni caso i fili fino ad ora si sono mossi bene.» ricordai ad entrambe.

Ed era la verità. Fino ad ora era andato tutto secondo i piani, di cosa c'era da lamentarsi?

Aisha si mise una ciocca dietro all'orecchio «Ma ora lui ti conosce.»

«Meglio me, che lei.» la puntai «Ed è colpa di quel Kepler.»

Quell'altra fece una smorfia divertita «Lavora con la persona che odiava adesso?»

«Già.» risposi monocorde.

Sbuffò una risata.

«Sono proprio curiosi di capire dove sia Claus èh.»

Aisha sparì in camera.

Io «Già.» feci spallucce.

«Non pensavo che abboccassero sul serio al biglietto che gli aveva fatto trovare Aisha.»

La sentimmo parlare dalla stanza «Non c'è di che!»

Rifece capolino nel piccolo salotto.

Poi dissi proprio a quest'ultima «A proposito, non dovresti trovarti già in Giappone? Aveva richiesto di te.»

Aisha mi mostrò la valigia «Sto partendo, infatti.»Bene.› «Vedete di non ammazzarvi mentre non ci sono.»

Le risposi «Non te lo prometto.»

«Be', conviene. Altrimenti s'incazza

Sbuffai in automatico, non potei farne a meno.

Quell'altra esclamò «Che faccia pure. Sai che mi frega?»Spaccona.› -commentai nella testa.-

Aisha negò con la testa «Sei assurda Valery.» Ancora con questa stupido soprannome.› -quasi sbuffai.-

La nostra riccia se la rise e poi dopo averci salutato richiuse la porta dietro di sé.

«Domani dovrò presenziare ad un incontro.» quando stette per parlare la bloccai subito «No, tu non verrai. Non possiamo rischiare che ti vedano.»

«Oooh certo.» ‹Ed eccola che comincia.› «Per te invece andar lì da sola è più che sicuro vero?»

«Se dovessero prendermi perlomeno rimarresti tu.» le cercai di far capire.

Balzò in piedi «Di quello che dici me ne può fregare meno di zero.»

Quanto mi sta sulle ovaie.»

Ed aggiunse «Io verrò con te, che ti piaccia o meno.»

«Ma ci saranno anche loro! Lo vuoi capire?»

In tutta risposta fece una smorfia.

Ho già detto che la odio?›

Le cadde giù il colletto del maglione e lo ritirò su. Non lo toglieva mai, stava sempre con quel coso addosso, anche se faceva caldo.

Lei «Che vuoi?» mi trucidò.

«Niente.» le riposi a tono.

La mollai lì non riuscendo a sopportarne la presenza per più di due minuti.

Ma ovviamente, mi seguì.

«La sai una cosa?» mi disse «Non ho mai capito il perchè del tuo decidere di lavorare con noi.»Oddio eccola che ricomincia.› -alzai gli occhi al cielo e mi preoccupai che lei lo vedesse bene.- «E non mi rispondere che è per una semplice ripicca.»

«Ero solo curiosa di entrare nel mondo che ho sempre combattuto.» le dissi.

E lei mi lanciò una certa occhiata «Quindi mi stai dicendo che ti è semplicemente "girata così"?» virgolettò.

Sbuffai «.» e poi, vedendo la sua faccia, esclamai «Cosa!»

«Quindi mi staresti dicendo che potresti tornare facilmente sull'altra sponda?!»

Ma perchè insiste tanto sempre sugli stessi discorsi?›

Frustrata le dissi «Quel mondo è ancora più corrotto di questo, quindi tanto vale, almeno da questa parte si sa per cosa si rischia la vita.»

Ed anche se poteva sembrare una sciocchezza agli occhi di molti, questo era ciò che pensavo io.

Sei troppo labile.›

‹Oh, ma statti zitta.›

Quando lavoravo "coi buoni" ne avevo viste di cotte e di crude. Spesso ti davano delle missioni di cui neanche ti mettevano a conoscenza dei perchè o dei per come. Dovevi seguire gli ordini, senza far domande, e rischiare la vita. A me le cose poco chiare non erano mai piaciute.

Ero il tipo di persona piuttosto impulsiva che cambiava facilmente le proprie idee su quello in cui credeva. E forse sarò anche stata labile, sì. Ma perlomeno ero coerente e sapevo a cosa andavo in contro stando da questa parte della scacchiera.

Quelli dei piani alti mi avevano fatta parecchio arrabbiare ai tempi. In quel mondo, c'era una corruzione e degli interessi che non c'entravano un bel niente con la vera giustizia. Ed io, mi ero stancata. Ne ero uscita. Ero scomparsa, avevo fatto perdere le mie traccie. Perchè se entravi in certi campi due erano le cose se pensavi di andartene, o perchè eri morto, o perchè eri morto. Fine.

Ora, ero quà, perchè io non avrei mai potuto trovarmi in seguito un lavoro normale, avrei solo sprecato le mie capacità, e poi non mi ci sarei proprio vista dal passare a calarmi dai tetti a star dietro ad un computer. O addirittura dentro ad un supermercato ad avvisare le clienti della possibilità di poter vincere dei buoni facendo un tot di spesa o quant'altro per avere delle pentole nuove di ultima generazione. No. Proprio no.

«Hai finito di perderti nei tuoi pensieri del cazzo?» la sua fastidiosa osservazione mi riscosse.

Le lanciai una brutta occhiata.

E poi, fu la mia volta «Quand'è che dirai ad Aisha che Valery non è il tuo vero nome?» E sbam.› -pensai vedendo la sua espressione- ‹Colpita.›

«Non sono cazzi tuoi. Meglio così.» fu quel che rispose.

Feci una smorfia «Che senso ha?»

«Mi deve credere morta.»

«Quante scuse.» commentai «Non ha alcun senso.»

Si alzò in piedi con uno scatto «Se dovesse trapelare il mio nome capirebbero. Lo capisci?!»

«Ti fai troppe paranoie.» le dissi «Non è cambiando nome che cambi chi sei o quel che è succ–..» «Non cominciare.» mi fermò subito.

Alzai le mani. Lasciando perdere.

Non ha davvero un briciolo di senso.› -la guardai di sottecchi, ma non tornai sul discorso- ‹Cavoli suoi.›

«Be' vediamo di darci una mossa, dobbiamo andarcene dalla stanza. Hai già preso tutto?» le chiesi e lei senza rispondermi prese su la sua valigia.

Lasciammo l'hotel.

Aron Jhones (POV'S)

«Si può sapere perchè alla fine ci ritroviamo in questa stupida villeggiatura?» parlò ad alta voce.

Sbattei la portiera della macchina.

«Perchè quì è molto più sicuro. È fra le colline, è molto imboscato, ed è privato. Se dovesse arrivare qualcuno ce ne accorgeremmo.» gli risposi io. ‹È una cosa talmente ovvia...› -mi dissi tra mé e mé dandogli dell'idiota con lo sguardo.-

«Mi sentite?» chiese Carol.

«.» fu quel che risposi.

Sarebbe rimasta a controllare da fuori i vari spostamenti sospetti. Ero munito di un auricolare, così, nel caso, ce lo avrebbe fatto sapere in modo immediato. Chi ci aveva già aiutato stava monitorando alcune delle telecamere puntate sulle vie che avrebbero potuto portare quì. Era una situazione troppo rischiosa per non prendere precauzioni.

James Award (POV'S)

*crrr cr cr*

«Si sono spostati.» parlò il mio collega attraverso il walkie talkie «Linea 5, passo.»

Lo presi fra le mani «4 e 7, voi cosa dite? Linea 1. Passo.»

«Nulla anche quì.» ‹Merda.› «Passo.»

Presi il telefonino dalla tasca.

.CHIAMATA.

Rispose «Pronto?»

«Ci sono dei problemi colonnello.»

«Aspetta, metto in vivavoce.» si udirono dei rumori «Parla ora.»

«Non c'è traccia di loro.»

*crrrr crr cr*

«Linea 3. Tenente mi riceve?»

*cr cr*

Passò la linea, aspettando la mia risposta. Parlai ancora al telefono.

«Mi stanno contattando, attendete.» gli dissi.

Presi poi il walkie talkie.

«Sì. Vi ricevo

«Abbiamo notato degli spostamenti ad ovest, verso le colline.»

Verso le colline?›

Io «Okay. Attendete.»

Riaccostai il telefono all'orecchio.

«Mi hanno appena avvertito. Si stanno dirigendo sulle vecchie colline, dove si trova la magione dei Christopher.»

«Bene, ci sposteremo di là. Chiedo conferma al nostro uomo dall'alto. Avvisa tutti.»

Chiuse la chiamata.

Sono furbi questi stronzi.› -sorrisi divertito.-

*brzz brzz*

Mi richiamò.

«Di' a tutti di sintonizzarsi sul canale 2.»

«Okay.»

Chiusimo la chiamata ed avvertiì tutti.

*crrr crrr*

«Mi ricevete?»

*crr cr*

«Linea 8 e 7, la riceviamo.»

«Sì. Linea 5.»

«Linea 6. Passo.»

«Linea 3.»

«Sì dalla linea 2.»

«Linea 1. Sì. Passo.»

«Perfetto.» disse lui «Ascoltate, prima i nostri uomini faranno in modo di bloccare le funzioni delle telecamere e poi anche le linee dei telefoni cellulari. Non siamo sicuri neanche che questi cosi continuino a funzionare, e se così non fosse, non preoccupatevi. Il piano rimane lo stesso, solo spostato in un altro luogo. State attenti agli orologi.» ‹Le 15:00.› -diedi un'occhiata all'orario.- «Fra 1h esatta irromperemo.» disse in fine «Da attacco 1, quì è tutto. Passo.»

*cr crr*

Non mancava molto. Dovevo muovermi.

Nicolas Kepler (POV'S)

Quando fummo davanti al portone non ci fu nessuno ad accoglierci.

«Sono sicuri èh.» commentai.

«Già.» disse Aron «Forse troppo

Varcammo la soglia.

Ma cos'è, una festa aristocratica?› -feci una smorfia.-

«Allora?» chiese Carol.

Aron aveva lasciato l'auricolare a me.

Io «Be'.» parlai «Non so che razza di...» non seppi che dire.

«Mh?»

«Mi aspettavo una cosa del tutto diversa.»

«Aron Jhones, ovviamente.» disse questo tizio vedendoci ‹Chi dovrebbe essere?›

«Ciao Miklaus.» salutò restando a distanza.

Questo disse «Non sono poi in molti dei più in alto ad aver accettato questo incontro. Tanti, hanno mandato semplicemente i loro sottoposti per farne le veci.»

Aron disse «Già, ma io trovo che sia meglio farsele da sé le cose.»

«Ohoh!» esclamò questo tizio inquietante «Forse non ti fidi? O non lo credi all'altezza?» e mi guardò.

Io «Come scu–..» «Non hai capito.» mi interruppe per rispondergli lui «Se devo far rischiare qualcuno preferisco che lo faccia con me.»

«Pensiero nobile signor Aron. Pensiero nobile.»

Perchè non si leva dalle palle?›

Si udì un battere di mani.

«Bene, ora che ho la vostra attenzione signori...» ‹Chi dovrebbe essere questo?› «Io sono Alan Christopher, il proprietario prestante di questa vecchia dimora.» ‹Come se la tira...› «Siamo quì oggi per una vecchia rimpatriata ma anche per discutere di quegli stronzi che ci stanno mettendo alle strette. Dobbiamo pianificare, e poi, agire.»

Notai un colore di capelli familiare e senza pensarci due volte la volli seguire all'istante.

-Ma poi, mi fermai- ‹Forse è meglio che lo avverta.› Mi guardai attorno, ma di lui non ci fu traccia.

Il "re della casa" disse in fine «Detto ciò, i metodi li discuteremo fra poco con più calma e discrezione. Per ora perchè non vi prendere da bere e vi godete un po' di musica?»

Scossi la testa. ‹Ma questo si rende conto in che condizione critica ci troviamo?›

La mia attenzione tornò nel punto in cui era sparita.

«Carol? Indovina chi ho appena visto.» le dissi.

Non rispose.

Io «Carol?»

Me lo tolsi, gli diedi un paio di colpetti e poi lo rimisi all'orecchio. Dovevo capire se fosse guasto o cos'altro.

Ritentai di chiamarla, ma niente.

Damon Valentine (POV'S)

_10min PRECEDENTI_

Avevo già avvertito Jhon di non presentarsi.

Devo correre devo correre devo correre devo correre.› -pensai imperterrito.-

Avevano tagliato tutto, ed avevamo capito. Ora dovevo sfrecciare su queste strade ed andare ad avvertire i ragazzi perchè loro non avrebbero potuto sapere che sarebbe scoppiato il putiferio, se non così, con la mia corsa. Ero consapevole del fatto che ormai fosse tardi ma perlomeno avrebbero avuto giusto quel secondo di tempo per agire.

Appena fui arrivato abbandonai la moto sull'erba e gettai il casco lì affianco.

Quando fui entrato lo trovai subito.

Gli fui davanti.

Lui «Ma che ca–..» «Loro sono quì!» lo trascinai per un braccio «Stanno arrivando!»

«Di cosa stai parlando?!»

Con ancora il fiatone gli dissi «Ero con Carol, hanno interrotto le comunicazioni.»

Aron si guardò attorno «Perchè quell'idiota non ha detto niente?!»

Fui spaesato.

«Chi?»

«Nicolas!» sbraitò.

Io «E ora dov'è?»

«Non lo so!»

Maledizone.›

«Non c'è tempo!»

_ORARIO ATTUALE_

James Award (POV'S)

_12min PRECEDENTI_

Ci ricongiunsimo nella radura, fra gli alberi.

Il colonnello disse «Okay, squadra A con me. Squadra B col tenente.»

Ci fece segno di avanzare.

«Noi li prenderemo da destra e voi da sinistra.» disse «Siete pronti?»

Ci misimo in posizione.

E dissimo all'unisono «Do il cuore!»

Presimo direzioni opposte. Mentre avanzavamo io ed il capo dell'intera operazione ci diedimo uno sguardo da lontano e con la lingua dei segni ci dissimo: 'buona fortuna'. E sarebbe davvero servita.

Ti ricordi cosa devi fare, vero?› -mi disse.-

...FLASHBACK...

«Mi ha chiamato brigadier generale?» chiedo dopo essere entrato nel suo ufficio.

«.» dice egli.

Rimango in piedi, in attesa.

«Avrai un compito speciale.» ‹Un compito speciale?› «Quando si starà svolgendo l'operazione, dovrai allontanarti dai tuoi compagni.»

«Cosa?»

«Sì.» mi lancia un'occhiata «Non solo dovrai cercare di coprire le spalle ai tuoi subordinati, ma dovrai prendere il telefono di Christopher Alan a costo della tua vita.»

-Mi metto a pensare- ‹Questa è una missione suicida.› A cosa gli serviva? Perchè lo volevano?

«Questo tizio ha tutti i contatti della mala. E a noi, ci serve quel telefono.»

Non so perchè, ma sento che c'è qualcos'altro sotto.

Mi mette una mano sulla spalla «È un favore personale quello che ti chiedo.»

«Sì signore.»

Ed io, non faccio domande. Non le faccio mai. Eseguo. Sempre. E lo farò anche questa volta.

...FINE FLASHBACK...

Tirai giù il casco.

A me è stato assegnato questo compito, ed io e solo io, lo porterò a termine.› -mi dissi con convinzione.-

Ci fummo davanti.

_ORARIO ATTUALE_

Crystal (POV'S)

«Non saremmo dovute venire quì. Stiamo perdendo tempo.» dissi alla bionda.

Lei fece spallucce.

«Hey!» le sbraitai a dietro «Dove vai?!»

«Lontana da te.»

Fottuta...› -strinsi i denti tra loro.-

Io «Vaff–.. Aah!»

Venni tirata dentro ad una stanza.

Lottai «Lasciami!»

Nonostante gli avessi messo le mani in faccia non accennò a mollare la presa.

«Sta' ferma Sofia!»

Aspetta. Nessuno, mi chiama così.› -pensai- E poi dissi fra i denti «Kepler.»

La luce si accese.

Venni sbattuta contro alla parete «Sei entrata a fare cosa in casa nostra?!»

Me la risi. Cambiai in un attimo le posizioni, era lui ora quello contro al muro.

Io «Sen–..» «Al riparo!»

E in quella frazione di secondo accadde il caos.

Uno scoppio, il rumore di una finestra che si rompe. Spari. Urla.

-E poi, un pensiero- ‹Quella stupida bionda.›

Lo spintonai ed apriì la porta.

«Sofiaa!» ma non lo ascoltai.

Fuori dalla stanza mi sembrò di ritrovarmi su un campo di battaglia.

Devo trovarla.›

Mi puntarono contro una pistola. Coi riflessi pronti mi riparai dietro il muro! E spararono. Un uomo cadde proprio ai miei piedi.

Devo trovarla!›

Caricai la pistola e con prontezza balzai fuori colpendo alla spalla il tizio che mi stava puntando l'attimo prima.

Corsi. Mi guardai attorno, e poi, un tavolo rovesciato proprio nel fondo della stanza.

«Hey!» quando la raggiunsi mi acquattai con lei «Val, dobbiamo an–..» «Il fuoco.»

Non le avevo mai visto fare quell'espressione.

La tirai per il braccio «Dobbiamo muoverci!»

Nicolas Kepler (POV'S)

Cazzo. Cazzo, cazzo, cazzo!›

Ero circondato dai fuochi.

Una figura spuntò da oltre la colonna in modo improvviso e mi si mise affianco «Aron è già uscito, è andato a preparare la macchina.» m'informò.

«Damon cosa fai quì?»

Caricò la pistola e rispose «Avevano tagliato le comunicazioni e mi sono precipitato quà.»

Cercai di sporgermi ma quasi venni colpito!

Bastardi.› -digrignai i denti.-

Un fumogeno venne lanciato in aria, offuscò la nostra visuale. Dovevamo evitare di respirare questa roba. Con il braccio a coprirmi il viso gli feci segno di avanzare.

Il biondo affianco a me dopo aver sbirciato commentò «Vogliono fare una carneficina dannazione?!»

Mi guardai attorno. Lo scoppio dell'attimo prima aveva causato un incendio, dovevamo andarcene in fretta. Ma in quale modo? Era difficile dover fare attenzione al soffitto decadente e pure agli sbirri.

James Award (POV'S)

«James! James!» continuò a parlare, ed io, a non rispondere.

Chi si sarebbe aspettato che questi stronzi fossero armati fino ai denti?

_2min PRECEDENTI_

Dissi «Entriamo.»

«Ma–..»

Fui il primo a buttarmi. Sfondai la grande finestra. Le schegge di vetro volarono ovunque, come polvere trascinata dall'aria.

«Al riparo!» urlò uno dei miei, mi venne incontro.

Fu a rallentatore.

Uno sparo. Il colpo. Gli occhi spalancati. Il sangue che mi schizzò sul viso. Il rilascio dell'arma. E la caduta, del suo corpo ora a terra.

Hai visto?› -mi disse- ‹Hai già perso un uomo.›

...FLASHBACK...

Prima che io me ne vada, mi richiama.

«Ti servirai dell'attacco a sorpresa.» ‹Come dice?› «Dovrai creare il panico. Solo così, potrai portare a termine ciò che ti ho chiesto.»

Mi voltai «Lo sa il colo–..» «Non dovrai farne parola con lui.»

Lo sa cosa vuol dire ciò che mi sta chiedendo? Di agire da solo, senza dire niente, mandando a puttane un'operazione che ha bisogno di precisione.

«Ti è chiaro?»

Lo rimango a guardare, furente.

...FINE FLASHBACK...

Tu, che mai fai domande. Tu, che esegui e basta.›

«Signore!»

Strinsi così tanto i pugni da conficcarmi le unghie nella carne.

Christian, ai tempi, aveva ragione.› -ammisi- ‹Sono una dannata marionetta in mano ai superiori.›

L'ennesimo sparo.

*bang*

Mi presero l'orecchio. Il suono acustico dell'impatto mi trafisse i nervi del cranio.

«Signore!»

Fui buttato a terra!

«C-caleb...» dissi a fatica «Ritira gli altri!»

«Ma signore–..» «Va'! Ora!»

_ORARIO ATTUALE_

«Hai dato la ritirata ma tu allora per quale fottuto motivo non sei quì?!» gridò come un ossesso.

Se devo perire preferisco non trascinare con me nessun'altro.›

*crrr crr cr*

«Se–..»

-Chiusi per un secondo gli occhi- ‹Mi dispiace. Dico davvero. Avrei voluto dirtelo.›

*crr crr*

Una lacrima, mi solcò il viso.

Non ho potuto.›

La rabbia prese il sopravvento.

«Io ti–..»

Questo coso è andato.› -pensai.-

*crr cr crrr crr cr*

E poi, non si udì più nulla.

La missione.›

‹'Fanculo la missione.›

Non-è-finita.› -mi disse- ‹Lo capisci?!›

Osservai la cenere volteggiare nell'aria.

-Un pensiero si attaccò alle mie viscere- ‹Morirò.› E fu la prima volta, che me ne preoccupai. E fu la prima volta, che ebbi paura.