Samantha si guardò allo specchio quella mattina.
In realtà lo faceva tutte le mattine per prepararsi e andare a scuola ma non aveva mai prestato tanta attenzione al riflesso di quella esile ragazza che, all'alba di una domenica di gennaio, sembrava quasi non riconoscere.
Stette lì per un po': " Devo dare una spuntatina ai capelli… " Bisbigliò a se stessa sfiorando le punte dei suoi boccoli rossi che morbidi le cadevano sulle spalle. Alzò le spalle con espressione di disappunto, quasi irritata dal fatto che stesse ancora fissando la sua opaca immagine: " Come se fossi bella… " Pensò uscendo dal bagno.
" Hai sempre così poca autostima tesoro" Disse suo padre accarezzandole la testa. Samantha sorrise:
-" Pensavo ad alta voce papà "
-" Oh me ne sono accorto ma questo non ti giustifica"
Risate.
" Devi uscire papà? " chiese quello scricciolo di ragazza osservando suo padre intento a sistemarsi la cravatta.
-" Si Sam, ho un importante incontro di lavoro… "
-" Anche di domenica? "
- " Purtroppo si piccola, mi dispiace, ma stai tranquilla torno per le cinque. Tu intanto puoi andare su dalla nonna o uscire con gli amici"
Lei annuí e in un attimo suo padre era già fuori dalla porta.
Da quando è morta sua madre Sam è sempre più sola: suo papà è sempre a lavoro e non ha molti amici. Le uniche volte che riesce a svagarsi un po' è quando suona il piano da sua nonna che abita nell'appartamento di sopra.
Sam si guarda un po' intorno come per cercare una presenza, una figura amica, in quella casa decisamente troppo vuota.
Sospiro.
Prepara una tazza di caffè-latte e con gesti lenti e monotoni indossa un jeans e un maglioncino. Così esce di casa e come al solito sale su dalla nonna " Chissà se prima o poi qualcuno si accorgerà di me… " Pensa mentre bussa al campanello.
- " Sammy, tesoro della nonna, puntuale come un orologio svizzero. Il piano è lì che ti aspetta. Intanto ti preparo una cioccolata calda ti va? "
- "Certo nonna, grazie mille".
La minuta signora le stampa un tenero bacio sulla fronte e si dirige in cucina mentre Sam si siede al piano. Le dita iniziano a scivolare, leggere, sui tasti di quel gigante in nero e gli occhi di Sam si illuminano di fronte a essi quasi come se sentisse di poter vivere solo di quello. Nota dopo nota una musica leggera e rilassante invade il salone creando una serena atmosfera che, ahimè, da troppo tempo era svanita.
" Sei bravissima piccina mia… " .
Sam si voltò e sua nonna era dietro di lei con in mano le tazze di cioccolata e un sorriso gentile:
- " È stata la mamma ad insegnarti vero? "
- " Si nonna è stata la mamma "
- " Le assomigli molto, lei vive in te"
Sam ebbe un sussulto all'udire di quelle parole. Ebbe la sensazione di avere una missione nella vita. Quello di portare avanti quello che era lo stesso talento di sua madre.
"Diventerò la più grande pianista del mondo, te lo prometto mamma… " Pensò soffiando sulla tazza bollente