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Chapter 2 - Capitolo secondo

" Nonna ti va di andare al parco? "

- " Vuoi andare al parco Sammy? "

- " Sí, è una giornata stupenda e ho voglia di passare l'ultimo giorno di vacanza a passeggiare solo io e te,

come una volta. Ti va? "

- " Ma certo che mi va, aspetta prendo lo scialle"

Così uscirono tranquille e tra un sentiero e una carezza si ritrovarono al parco. Si sedettero alla solita panchina, la loro panchina. Sam si voltò verso la nonna " È ancora così bella… " pensò. Il sole, del pomeriggio ormai morente, illuminava il suo delicato viso segnato dal tempo mentre era intenta a riscaldarsi le mani rugose con il fiato caldo.

- " Sai bambina mia, io e tuo nonno ci conoscemmo proprio qui"

- " Davvero nonna? "

- " Sí. Era il primo giorno di primavera, gli alberi erano in fiore e la guerra era finita. C'era grande serenità nell'aria a quei tempi". Tono nostalgico.

- " E poi? E poi che è successo? " chiese Sam sognante e curiosa.

- " Io ero su questa panchina e lui si sedette proprio dove sei seduta tu adesso. Era così bello ed elegante… "

Sam era così esterrefatta dall'amore con cui sua nonna le raccontava quella storia che non aveva mai sentito prima. Non riuscì a dire e a far nulla. Voleva solo ascoltare la voce calda della donna che la aveva accudita per tanto tempo. Voleva che fosse il suo momento.

- " Ricordo ancora la frase che mi disse per far colpo su di me" Risata " mi disse: " Tra tutti i fiori del parco, voi siete il più bello"  ed è stata anche l'ultima frase che mi ha detto… "

D'un tratto sul volto dell'anziana apparve un espressione di dolore, gli occhi le si riempirono di lacrime che iniziarono a rigarle le guance. Sam l'abbracciò. L'abbracciò con tutto l'amore che aveva chiedendosi perché la vita, a volte, debba essere così ingiusta:

" Sei ancora il fiore più bello nonna" sussurrò accarezzando i suoi capelli argentei.

La sera calò, Sam restò lì immobile mentre osservava assolta l'immagine di sua nonna sbiadirsi in lontananza. " Va' pure nonna, io resto ancora un po' qui" le aveva detto qualche attimo prima.

Iniziò a passeggiare sul prato umido e si sentiva come quelle timide goccioline di rugiada che, precarie, poggiavano delicatamente sui fili d'erba: troppo fragili per resistere, ma allo stesso tempo, abbastanza stabili da non cadere.

Così vicine le sembravano quelle lucciole che, con eleganza, punterellavano il manto bluastro della volta celeste. Eppure erano così lontane, e chissà se suo nonno e sua madre ne facevano parte.

" Bellissima serata vero? " una giovane voce interruppe quel mare di pensieri che, come spesso accadeva, sfociò in un naufragio. Sam si voltò verso sinistra e il suo cuore per un attimo cessò di battere quando difronte ai suoi occhi un ragazzo meraviglioso apparve. Lui le sorrise dolcemente mentre lei a stento trovava la forza di continuare a respirare davanti a quello che, ai suoi occhi, sembrava essere un angelo:

" Credi che io debba aspettare ancora per molto per avere una risposta? " Aggiunse il giovane con sottile ironia.

- " Oh! Emh… sí è proprio una bella serata… "

- " Non ti ho mai vista in giro, sei nuova? "

- " Oh no no, è semplicemente tanto tempo che non esco "

Risate.

- " Comunque io sono Luca… piacere "

- " Io sono Samantha, ma puoi chiamarmi Sam"

Si strinsero la mano e a quel candido tocco gli smeraldi di lei si incrociarono con i diamanti di lui. " Ma che mi sta succedendo? " pensò. Il suo esile corpo iniziò a tremare, improvvisamente aveva freddo nonostante fosse una serata mite.

" Ma tu stai tremando! " quel meraviglioso sconosciuto non esitò nel poggiare premurosamente il suo cappotto sulle spalle di Sam.

" Spero che ora vada meglio… e spero di poter parlare un po' di più con te la prossima volta perché ora devo scappare! "

Le stampò un tenero bacio sulla fronte, motivo per cui Sam arrossì, e poi scappò via, agile e fine, seduttore e gentiluomo. E chissà se lo avrebbe rivisto, ma soprattutto, chissà se quella piccola grande donna avrebbe trovato il coraggio di ammettere che finalmente si stava innamorando. Perché forse, quella solitudine che le aveva fatto compagnia fino a quel momento, le andava anche bene. Perché forse quella solitudine, era l'unico motivo che la spingeva a volersi bene.

Si incamminò verso casa, " Casa", le piaceva quella parola quando si sentiva confusa, la faceva sentire al sicuro. Le ricordava sua madre, anche se in quel momento l'unico pensiero che aveva per la testa era Luca. I suoi lunghi e fluenti capelli biondi, il sorriso amichevole e lo sguardo penetrante, erano ormai un chiodo fisso per Sam. Infilò le mani gelide nelle tasche, decisamente troppo grandi, del Montgomery. Solo in quel momento realizzò di avere ancora il suo cappotto. " Oh mio Dio! Ho dimenticato di restituirglielo! ". Si guardò in giro cercando con lo sguardo qualcosa, qualcuno, forse quel ragazzo per potergli ridare il cappotto, ringraziarlo e magari andare a prendere una cioccolata calda insieme. Ma non c'era nessuno se non un venticello fresco che spronava il ritorno a casa.

Così fece. " Ciao papà! Sei già a casa? "

Esclamò sorpresa, quando si accorse che stavolta, per la prima volta dopo tanti anni, non era lei quella assonnata ad aspettare sul divano.

- " Beh in realtà sei tu quella in ritardo: sono le 9 e mezza, ti avevo detto che sarei tornato per le cinque… "

- " Oh si scusa papà, ero al parco e non mi sono accorta dello scorrere delle ore… "

- " Tranquilla scricciolo. Io ora vado a dormire eh, e sarebbe meglio se andassi anche tu, domani si ritorna a scuola. Natale non dura mica per sempre! "

Così l'uomo barbuto e stanco le mostrò un sorriso appena accennato, che la ragazza ricambiò e poi la lasciò nel silenzio della sua stanza.

Sam si stese sul letto, aveva ancora addosso il Montgomery, che suo padre, non aveva nemmeno notato. Ma ormai lei ci aveva fatto l'abitudine, anzi, era già abbastanza colpita dal fatto che la stesse aspettando. Alla fine quel cinquantacinquenne signore che era sempre a lavoro e la accudiva poco, era una persona per bene. Se lo ripeteva sempre.

L'indomani sarebbe tornata a scuola, iniziava il secondo quadrimestre e la maturità la aspettava, con una certa ansia, a giugno. E lei non vedeva l'ora di diplomarsi. Già, perché dopo il diploma sarebbe stata libera. Dopo il diploma avrebbe iniziato la sua nuova vita. Ma quella notte sul lettino singolo della sua pallida stanza, Sam aveva un desiderio ancor più forte: rivedere quel ragazzo che le aveva stravolto la vita in pochi attimi.