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Chapter 7 - capitolo 7

**Capitolo 7: Il Confronto Finale**

Il duca Vittorio si fece strada tra la folla, il suo portamento arrogante e sicuro di sé. Le guardie che lo accompagnavano si muovevano come ombre minacciose, pronte a intervenire. Isabella sentì un brivido correre lungo la schiena, ma la determinazione nel suo cuore era più forte della paura.

"Cosa significa questo caos?" tuonò il duca, la voce che risuonava sopra il clamore. "Chi vi ha dato il permesso di radunarvi in questo modo? Siete tutti nemici dello stato!"

La folla si fece silenziosa, gli sguardi incerti si volsero verso Isabella. Lei sapeva che questo era il momento decisivo. Doveva affrontare il duca e dimostrare a tutti che non avrebbero più tollerato l'oppressione.

"Vostra Grazia," iniziò Isabella, con una calma che nascondeva la tensione sul suo viso. "Siamo qui oggi per rivendicare i nostri diritti. Il vostro regime ha portato solo paura e sofferenza. Non possiamo più restare in silenzio."

Il duca la fissò con disprezzo, ma Isabella non si fece intimidire. "La gente è stanca di vivere sotto il vostro giogo. È tempo di un cambiamento. Vogliamo la libertà di vivere le nostre vite senza paura!"

Il duca si fece avanti, il suo sguardo freddo come il ghiaccio. "E pensate di poter ottenere questa libertà con le vostre parole vuote? Siete solo una massa di ribelli senza alcun potere. Non avete idea di cosa vi aspetta se continuate su questa strada."

"E voi non avete idea di cosa possa fare un popolo unito," rispose Isabella, la voce che si alzava con passione. "Non siamo soli. Ci sono nobili, cittadini e servitori che si uniscono a noi. La vostra tirannia sta per finire!"

Le parole di Isabella risuonarono nella folla, e un'ondata di approvazione si sollevò. La gente cominciò a gridare, "Libertà! Libertà!" e il suono riempì l'aria, un canto di resistenza che non poteva essere ignorato.

Il duca, vedendo il potere che stava emergendo, si voltò verso le sue guardie. "Fermate questi ribelli!" ordinò, la sua voce che tremava di rabbia. "Mostrate loro cosa accade a chi sfida l'autorità!"

Le guardie si mossero, ma Isabella sapeva che non potevano fermarsi. "Fermatevi!" esclamò, alzando una mano. "Siamo qui per combattere, non per essere schiacciati. Questo è il momento in cui il potere del popolo deve essere ascoltato!"

La folla si fece avanti, unita e determinata. "Non ci fermeremo! Non ci fermeremo!" era il coro che risuonava, una dichiarazione di guerra contro l'oppressione.

Il duca, ora visibilmente infuriato, si rese conto che la situazione gli stava sfuggendo di mano. "Se pensate di poter vincere con la forza, siete in errore. Non avrete mai la mia approvazione!"

Ma Isabella non si lasciò intimidire. "Non abbiamo bisogno della vostra approvazione, duca. Abbiamo bisogno della nostra libertà. E insieme, la otterremo!"

La folla si fece più compatta, e Isabella sentì l'energia crescere attorno a sé. La gente era pronta a combattere per la propria dignità e libertà. "Dobbiamo affrontarlo, non possiamo tornare indietro!" esclamò a Marco e Leonardo, che la guardavano con ammirazione.

"Dobbiamo mostrare al duca che non ci fermeremo," rispose Marco, il suo sguardo ardente di determinazione. "Insieme possiamo resistere!"

Il duca, vedendo che la sua autorità veniva messa in discussione, alzò la mano per ordinare alle sue guardie di attaccare. Ma in quel momento, qualcosa cambiò. Un gruppo di nobili, compresi quelli che Isabella aveva contattato, emerse dalla folla. "Fermatevi!" gridò il Conte di Ferrara, il suo viso risoluto. "Siamo qui per sostenere la duchessa!"

La folla esplose in un coro di approvazione, e il duca si rese conto che la sua posizione era ora vulnerabile. "Traditori!" urlò, ma il suo tono era meno sicuro. "Non potete opporvi a me!"

"Non stiamo opponendoci a voi, ma alla vostra tirannia," rispose il conte, con fermezza. "La gente ha diritto a vivere senza paura. È ora di porre fine a questo regime!"

La situazione era tesa, e Isabella sentiva il peso delle vite in gioco. "Dobbiamo fare la nostra scelta," disse a gran voce. "Possiamo continuare a combattere per la libertà o rimanere in silenzio e subire. Quale sarà la vostra scelta?"

La risposta della gente fu immediata. "Libertà! Libertà!" esplodeva con forza, una fiamma che si accendeva nel cuore di tutti.

Il duca, ora visibilmente nervoso, capì che la sua autorità era in crisi. "Se pensate di poter vincere, vi sbagliate," tuonò, ma la sua voce tremava. "Non tollererò questo affronto!"

Ma le parole del duca non avevano più potere. La folla era unita, e Isabella sapeva che avevano raggiunto un punto di non ritorno. "Il cambiamento è arrivato!" esclamò, la sua voce che risuonava sopra il clamore. "Siamo pronti a combattere per la nostra libertà, e non ci fermeremo finché non la otterremo!"

Un'onda di determinazione attraversò la folla, e Isabella sapeva che quel giorno sarebbe stato ricordato come l'inizio di una nuova era. La lotta era solo all'inizio, ma la scintilla della ribellione era stata accesa, e nessuno avrebbe potuto spegnerla.

Il duca, vedendo che il suo potere era in declino, si volse e fuggì, le guardie che lo seguivano in ritirata. La folla esplose in un urlo di trionfo, e Isabella si sentì sollevata. Avevano vinto una battaglia, ma la guerra per la libertà era solo all'inizio.

Mentre la gente festeggiava, Isabella sapeva che il cammino sarebbe stato lungo e difficile, ma ora avevano una causa comune e una determinazione che non poteva essere fermata. La resistenza era nata, e insieme avrebbero lottato per un futuro migliore.