Sentendo le parole dello sconfitto Himitsu e Shosan non poterono che provare una forte empatia per la sua totale mancanza di speranza.
Mentre Ripita scrutava nella mente del ragazzo e ripeteva i suoi pensieri Himitsu ascoltava attentamente:
"ho fallito... dovevo onorare la morte di mio fratello entrando nella caverna, ma alla fin fine sono un buono a nulla, mi sono montato la testa, ora non ho un luogo dove tornare e sono completamente solo, se questi due non vogliono togliermi la vita, dovrò farlo io stesso"
Himitsu, con una voce calda e rassicurante, iniziò a parlargli:
"tranquillo, non sei solo, ti sembrerà strano ma molti sono in una situazione simile alla tua, perciò, non abbatterti"
il ragazzo accasciato e appoggiato a un albero alzò il suo viso ricco di cicatrici verso i due.
I suoi occhi erano spenti e sembravano fissare un vuoto infinitamente lontano.
Shosan, inconsciamente, venne immediatamente a sapere del potere innato del ragazzo: il suo indice destro è composto di un materiale metallico indistruttibile, il quale si può flettere solo con il suo movimento arbitrario.
Nonostante la situazione, non poté che rimanere sorpreso dalla bizzarria di questo potere.
Nel frattempo, le parole di Himitsu non colpirono minimamente il ragazzo, che stava piano piano riabbassando il viso nella precedente posizione precaria.
Constatando che per il momento non c'era niente da fare, Himitsu si girò verso Shosan:
"Shosan, si sta facendo tardi, la notte è pericolosa, meglio se facciamo a turni di guardia, scegli tu chi inizia"
Shosan colse lo sguardo serio di Himitsu e rispose:
"D'accordo, inizio io".
Mentre Himitsu era nel mezzo del suo sonno profondo Shosan contemplava spesso il ragazzo, quest'ultimo era rimasto fermo lì senza muovere un muscolo.
Quando Shosan stava per aprire bocca per instaurare una conversazione, notò uno strano odore che permeava l'aria, c'era puzza di fumo, guardandosi intorno vide che dietro di lui, dalla fitta foresta, una figura imponente si stava avvicinando velocemente verso il gruppo, seguita da fiammate che stavano piano piano incenerendo tutti gli alberi posti ai lati del suo cammino.
Quando Shosan si voltò per svegliare Himitsu, quest'ultimo era già in piedi e in guardia, probabilmente aveva sentito i forti rumori dei rami che si frantumavano a terra in lontananza.
La figura si stava avvicinando a una grande velocità e i due sapevano bene che non avrebbero potuto scappare, erano pronti al combattimento.
Quando l'immagine dell'essere era ormai abbastanza vicina dall'essere visibile, i due notarono che si trattava di un imponente leone.
I due vennero all'improvviso colpiti da una forte vampata calda, il leone sembrava emanare grandi quantità di calore.
Il feroce sguardo della bestia cadde immediatamente su Shosan, il quale, oltre a sentirsi schiacciato dall'imponente presenza della creatura, venne subito a sapere della capacità innata di quest'ultima.
La cute del leone emanava una forte ondata di calore ogni 2 secondi, siccome le temperature raggiunte erano in grado di formare un incendio nella foresta così rapidamente, era sicuramente pericoloso il semplice stare in prossimità di questa bestia, Shosan non poté che provare una forte paura del rischio che stava per affrontare.
L'aria calda e umida permeava la zona e la schiacciante presenza era ormai arrivata dal gruppo, una tale presenza da poter cogliere l'interesse del ragazzo accasciato e immobile da ore, il quale aveva alzato lo sguardo sulla bestia, ai suoi occhi non era altro che il futuro artefice della sua tanto desiderata morte.
Il leone, dopo aver lanciato un spodestante ruggito, iniziò a caricare Shosan.
Shosan incanalò il suo impeto sulle piante dei suoi piedi, riuscendo a improvvisare una schivata verso destra e a uscirne illeso, se non per qualche bruciatura sull'avambraccio sinistro.
Seppur il leone fosse veloce, Shosan sapeva che i suoi movimenti sarebbero stati goffi e prevedibili per via della sua stazza.
Il leone, colto alla sprovvista dall'agilità di Shosan, non riuscì a frenare in tempo e andò a scontrarsi contro il tronco di una quercia centenaria, scalfito profondamente dall'impatto e bruciato dalla potente ondata di calore che il leone emanò.
Se non fosse stato in grado di schivarlo, un colpo del genere avrebbe sicuramente tranciato il corpo di Shosan in due.
Il leone, leggermente stordito dall'impatto, non esitò un secondo nel girarsi a destra e caricare Himitsu, liberando un altro potente ruggito.
Anche qui, Himitsu riuscì con abbastanza facilità ad evitare l'attacco schivando verso la sinistra, tuttavia questa volta il leone fu in grado di frenare prevedendo le azioni di Himitsu, caricandolo ancora una volta senza alcuna pietà.
Shosan rimase basito quando si accorse delle bizzarre intenzioni di Himitsu, infatti quest'ultimo non si stava preparando per schivare, ma bensì per incassare frontalmente l'attacco.
Dietro a Himitsu in quel momento stava il ragazzo accasciato, che non aveva alcun intenzione di combattere per la sopravvivenza, Himitsu non poteva lasciarlo morire in quel modo.
Una potente energia circondò il corpo di Himitsu, stava manifestando il suo impeto per rafforzarsi, con l'obiettivo di diminuire al minimo l'effetto del potente attacco che stava per subire.
Quando il ragazzo accasciato notò le sue intenzioni non poté che chiedersi il perché. Per tutti gli anni della sua vita nessuno aveva mai rischiato la sua vita per lui, era alquanto estraneo a questo tipo di comportamento.
Il leone stava ormai per colpire Himitsu pronto ad incassare l'attacco quando quest'ultimo disse:
"non serve un motivo per aiutare qualcuno in bisogno".