Nove giorni prima nei bassifondi della piccola provincia di Gojo.
"Non abbiamo più cibo per te se non lavori, sono costretto a cacciarti di casa, vai a fare la stessa fine di tuo fratello e non mostrarti più".
"A mai più allora".
Lasciandosi alle spalle il passato, Hagane si voltò con l'intenzione di continuare per la sua strada, senza pensare a nient'altro.
Seppur fosse un ragazzo forte, dopo la sua pesante sconfitta incontrò un enorme ostacolo, le sue ambizioni e la sua unica speranza si stavano frantumando in fronte ai suoi occhi.
Quando le sue aspettative vennero completamente smentite un sentimento di impotenza e estrema debolezza riempirono il suo animo, con nulla da perdere e nulla da ottenere non gli restava che morire.
Questo perché Hagane aveva una grande mancanza.
Suo fratello maggiore aveva tentato di entrare nella caverna pochi anni prima, ma il suo cadavere era stato poi rinvenuto nei pressi dell'entrata; Hagane aveva perso l'unico ciglio a cui aggrapparsi per non sprofondare nella disperazione e nella delusione, tuttavia, non aveva pensato che anche altre persone avrebbero potuto svolgere questo importante ruolo.
I pensieri di Hagane vennero interrotti da un potente rumore.
L'imponente creatura era stata fermata da Himitsu, che sembrava avere i piedi fissati al terreno. Mentre lui era lì immobile e pesantemente stordito dall'impatto, abrasioni e ustioni ricoprivano le sue braccia e il suo torace.
Hagane fissava intensamente la figura di Himitsu da dietro, quando all'improvviso decise di alzarsi. Con due rapidi scatti laterali arrivò al fianco della bestia e la colpì con un forte pugno.
Era colmo di rabbia, il suo sentimento di disperazione si era trasformato in rabbia per sé stesso e devozione per chi gli ha fornito l'indispensabile speranza.
Il potente impatto spinse a terra il leone, ma una intensa vampata di calore lasciò pesanti ustioni sui corpi dei due ragazzi.
Shosan aveva ben capito la situazione, l'unico modo per uccidere il leone era sfruttare il tempo tra un'ondata di calore e l'altro, che forniva una finestra di attacco e fuga di circa 2 secondi.
Shosan gridò ai suoi compagni: "Il leone emana la vampata ogni 2 secondi, dobbiamo usare questo tempo per attaccare e allontanarci!".
Il messaggio arrivò agli altri due in modo chiaro, mentre Hagane si preparava per attaccare dopo la prossima ondata di calore, Himitsu si stava ancora riprendendo dallo scontro di prima, la sua struttura interna aveva subito una potente scossa e faticava a muoversi.
Il leone emanò la sua vampata quando Shosan e Hagane scattarono verso la creatura, Hagane lo colpì con un pugno dritto al muso, mentre Shosan optò per un calcio sulla nuca, per mantenere la massima distanza.
Il leone, pesantemente stordito dai due colpi, con la mascella slogata ed un miscuglio di sangue e saliva che sgorgava dalle sue fauci, tentò un attacco disperato verso Shosan, il quale schivò con estrema facilità i movimento sempre più goffi della bestia.
Con la vampata successiva Shosan ricevette leggere ustioni per via della sua propinquità al leone, ma Hagane, con un rapido scatto, approfittò dell'apertura formatasi, avvicinandosi per l'attacco decisivo, con un movimento volto a convergere tutta la sua forza sulla punta del suo indice destro, trafisse il cranio del leone.
L'alta temperatura e umidità che permeava l'aria circostante scomparì piano piano mentre l'ormai carcassa della bestia collassava a terra.
I ragazzi tirarono un sospiro di sollievo ma non poterono che sentirsi esausti.
Himitsu si era un pochino ripreso e riusciva più o meno a muoversi, mentre i tre ragazzi si trattavano le loro ferite Hagane si presentò: "Mi chiamo Hagane";
gli altri due risposero: "Piacere, io sono Himitsu", "Shosan"
Himitsu continuò: "Hey Hagane, prendi queste", gli passò delle bende, "mettitele intorno alle mani, in modo di nascondere il tuo dito, sono abbastanza sicuro che lasciare che il tuo nemico individui il tuo potere così facilmente non sia una buona idea".
Hagane si sentiva in già in debito con Himitsu, e pensare che avesse anche molto altro da dargli, non poté che dire con estrema sincerità: "Grazie".
"Bene, meglio mettersi a dormire, inizio io per il turno di guardia", disse Himitsu.
"No, meglio che tu riposi, ci pensiamo io e Shosan", Hagane rispose immediatamente.
Shosan non poté che concordare.
Himitsu, con uno sguardo compiaciuto ringraziò e disse: "Ascoltate, faremo il possibile per entrare nella caverna, tutti insieme, costi quel che costi".
E la notte continuò.