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Disegni Liberi

El pecado de la condesa de Malibrán.

Allá por el principio de los 80's, en una época donde no había telefonía celular, ni Internet, el sistema de comunicaciones más rápido y efectivo era el teléfono y el correo ordinario el más lento pero funcional, y cuando las estadísticas de población indicaban que había 7 mujeres por cada hombre en el mundo, se desarrolla esta historia llena de mitos y antiguas leyendas populares, todas del área conurbada con el histórico puerto de Veracruz en México, la historia pretende ser de terror paranormal, pero tiene su toque de comicidad, donde 3 chicas estudiantes de la preparatoria que vivían en una pensión para señoritas, por accidente liberan el maligno espíritu de la condesa de Malibràn, una de las leyendas populares más antiguas de Veracruz, quien llena de furia, pugna por llevárselas al infierno de donde la habían despertado, para poder volverse a dormir y dejar de sufrir por el perdón que nadie sabe en qué consiste, pero la poderosa Condesa tiene un punto débil, un enemigo acérrimo, al cual no puede vencer y ni siquiera puede pelear con él, el conde de Malibràn, que regresa por ella cada vez que la invocan para asesinarla, como la asesinó en vida, y entre los gritos desesperados de perdón de la maligna Condesa que huye para escapar de su verdugo, y nilos gritos clamando venganza del conde de Malibràn, se desarrolla esta historia que amenaza con terminar en un apocalipsis, pero no un apocalipsis zombie, ni nuclear, ni por la caída de un cuerpo celeste, tampoco una invasión alienigena, ni mucho menos bíblico, sino un apocalipsis provocado por el pecado de la condesa de Malibràn, que al final de toda la historia nos demuestra que todo está bien así como está, en perfecto balance, porque si tan solo llegara a faltar tan siquiera uno de los pecados más comunes, sería el fin de la humanidad y de la sociedad como la conocemos, y es una historia de beso de amor verdadero; ¡Como en los cuentos de hadas!
YurikVazquez · 33.1K Views

il divorzio della duchessa

**Capitolo 1: Il Velo dell'Inganno** La luce del mattino filtrava attraverso le tende di broccato, proiettando strisce dorate sul pavimento di marmo del palazzo. La duchessa Isabella si svegliò nel suo letto ornato, il cuore pesante e la mente tumultuosa. Sapeva che quel giorno sarebbe stato come tanti altri, segnato dalla presenza opprimente del duca Vittorio. Isabella si alzò lentamente, il suo riflesso nello specchio dorato le rivelava una bellezza che il tempo non aveva ancora intaccato. Ma la corruzione che si annidava nella sua vita matrimoniale stava lasciando segni invisibili, un peso che si accumulava giorno dopo giorno. Ogni sorriso che sfoderava in pubblico era un velo di inganno, un modo per nascondere la sua crescente disperazione. Mentre si vestiva, il pensiero di chiedere il divorzio le attraversò la mente per l'ennesima volta. Ma la paura di ciò che avrebbe potuto significare la paralizzava. La sua posizione, la sua reputazione, tutto ciò che aveva costruito sarebbe andato in frantumi. Ma continuare a vivere sotto lo stesso tetto del marito, un uomo che la trattava come un oggetto, era diventato insopportabile. Dopo una rapida colazione, Isabella si preparò per il suo consueto incontro con il duca. Sapeva che avrebbe dovuto affrontare il suo sguardo gelido e i suoi commenti sarcastici. Ma oggi, sentiva una scintilla di determinazione crescere dentro di lei, un impulso a non lasciarsi sopraffare. Mentre scendeva le scale del palazzo, il rumore dei suoi passi risuonava nei corridoi vuoti, un eco della sua solitudine. La corte era già in fermento, i nobili si muovevano come ombre, ognuno intento a coltivare le proprie ambizioni. Isabella si sentiva un intrusa tra di loro, una donna imprigionata in un mondo che non le apparteneva. Entrando nella sala principale, il duca Vittorio la aspettava, seduto su un trono di legno intagliato. I suoi occhi scuri si sollevarono al suo ingresso, ma il suo volto rimase impassibile. "Ah, la mia adorata duchessa. Sei in ritardo," disse con un tono che nascondeva un velato disprezzo. "Mi scuso, mio signore," rispose Isabella, mantenendo la voce calma nonostante il tumulto dentro di lei. Ogni parola era una battaglia, e ogni giorno la costringeva a indossare una maschera sempre più pesante. La discussione si svolse come sempre, un gioco di parole e manovre. Ma oggi, Isabella sentiva che il suo spirito era in subbuglio, pronto a ribellarsi. Mentre il duca si vantava delle sue conquiste politiche, la duchessa si ritrovò a sognare un mondo diverso, un mondo in cui potesse essere libera. Quella notte, nel silenzio della sua camera, Isabella decise che non avrebbe più vissuto sotto il giogo del duca. La sua determinazione si accese come una fiamma, e da quel momento, avrebbe cominciato a tessere una rete di alleanze, a cercare coloro che, come lei, desideravano liberarsi dalle catene della tirannia. Il divorzio non sarebbe stato solo una questione personale, ma un atto di ribellione contro il regime che l'aveva intrappolata. La duchessa era pronta a lottare, a riscrivere il proprio destino e a diventare la leader che il suo popolo meritava.
DaoistcgQX7C · 8.3K Views
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