Luke si svegliò in un mondo che sembrava essere senza vita, ma incredibilmente vivo allo stesso tempo. Non era più il ragazzino del suo vecchio mondo, ma qualcosa di nuovo, un'entità che ancora non riusciva a comprendere appieno. Il terreno sotto di lui era duro e freddo, come se fosse fatto di un materiale alieno che non aveva mai conosciuto prima. Ogni fibra del suo corpo sembrava bruciare, come se ogni muscolo e ogni altra osso cercassero di adattarsi a una nuova realtà. Il dolore era acuto, ma in qualche modo sopportabile, un segno che era ancora vivo, in un certo senso. Sopra di lui, il cielo era una distesa nera e uniforme, senza luna o stelle a dargli conforto. Solo minuscoli punti di luce, più distanti di quanto potesse percepire, brillavano in un angolo remoto dell'universo, ma senza illuminare realmente il mondo sotto di lui. L'immensità del vuoto lo avvolgeva come una coperta ghiacciata e, sebbene privo di vera sensazione fisica, Luke sentì ogni fibra del suo essere lacerarsi nel tentativo di comprendere la natura di quel luogo. Si alzò lentamente, il suo corpo si muoveva con la fatica di chi ha appena attraversato una trasformazione e non è ancora riuscito a capire cosa è diventato. Il suo respiro era corto, ma dalle sue labbra non usciva alcun suono. Solo un silenzio assoluto, rotto solo dal fruscio delle sue stesse gambe mentre camminava. La sabbia sotto di lui non era come la sabbia che conosceva: non era fine, soffice o calda come il deserto. Era composto da minuscole particelle metalliche, che riflettevano la luce di stelle lontane, creando una scena che sembrava irreale, come un paesaggio di un altro mondo. In lontananza, enormi strutture metalliche si ergevano come le ossa di un gigante morto da tempo, corrose dal vento e dal tempo. Alcune di queste rovine erano alte, altre basse, ma tutte sembravano essere state dimenticate da qualsiasi forma di vita. Il paesaggio che si estendeva davanti a Luke era un ammasso di rottami metallici e sabbia nera, un cimitero di civiltà cadute, e lui, da solo, era un intruso in quella desolazione. Un bagliore improvviso attirò la sua attenzione. Non era una luce naturale, ma qualcosa di artificiale, che sembrava provenire da un punto sconosciuto nel vuoto intorno a lui. Un oggetto fluttuava davanti a lui, un'iscrizione che si materializzava nell'aria, come se fosse stata generata dai suoi stessi pensieri. La scrittura era bianca, luminosa, proiettata nella sua mente come un ologramma, e Luke si trovò costretto a fissarla, incapace di distogliere lo sguardo. "Benvenuto nel Dominio del Nexus. Obiettivo iniziale: sopravvivere. Stato: Debole. Attrezzatura: Nessuna." Luca non riuscì a trattenere una risata amara. Era il suono di qualcuno che aveva visto troppo dolore per sorprenderlo più di tanto. La scrittura sembrava così banale, come se fosse il punto di partenza di un videogioco o di una simulazione, ma qualcosa dentro di lui lo spingeva a non ignorarla. Quel messaggio non è venuto dal nulla, non è stato casuale. La sua mente l'aveva percepita come qualcosa di profondo, come una sfida che avrebbe deciso il suo destino. "Obiettivo iniziale: sopravvivere." Era tanto semplice quanto impossibile. Luke non aveva nemmeno l'equipaggiamento, e il suo corpo era fragile, indebolito dalla transizione che aveva appena subito. Cosa avrebbe dovuto fare? Era tutto un grande enigma, ma qualcosa nel profondo della sua anima si stava risvegliando, una scintilla che non voleva spegnersi. L'idea di arrendersi gli sembrava insopportabile. Si guardò intorno, alla ricerca di qualcosa a cui aggrapparsi, ma l'immensità del Nexus lo circondava e ogni direzione che sceglieva sembrava portarlo verso un paesaggio nuovo e altrettanto desolato. Ma mentre cercava di ottenere il suo sentì qualcosa di strano, un leggero rumore dietro di lui. Qualcosa si stava avvicinando. Si voltò bruscamente, il cuore gli balzò in gola e un brivido gelido lo attraversò. Una figura si stagliava contro l'oscurità, la sua sagoma emergeva lentamente, come una minaccia. Luke non riusciva a distinguere i dettagli, ma poteva sentire l'aura di quella presenza. Non era umano. Non c'era nulla di umano in quella creatura. Gli occhi della figura brillavano di una luce innaturale, come se il fuoco stesso stesse bruciando dentro di loro. La pelle della creatura era ricoperta di piastre metalliche, che sembravano fuse con la carne, come un'armatura vivente. Ogni movimento era accompagnato da un suono metallico, come se le sue articolazioni fossero collegate a un meccanismo complesso e letale.Luke si mise istintivamente in posizione difensiva, con le mani pronte a reagire, anche se sapeva di non avere alcuna possibilità contro una creatura del genere. La sua forza fisica era ridotta fino all'osso e, sebbene la sua mente fosse lucida, il suo corpo era troppo debole per reagire in modo efficace. La creatura si avvicinò ancora di più e Luke provò una strana sensazione di impotenza. Non aveva armamenti, non era preparato, aveva solo voglia di vivere."Nuovo arrivato", disse la creatura con una voce roca che sembrava risuonare direttamente nella sua mente. La voce non aveva alcuna emozione, solo un tono distaccato, come se parlasse a qualcuno che non era altro che una merce, una cosa. "Spero che tu abbia fatto pace con la tua morte."
Luke si bloccò, il cuore gli batteva forte nel petto. Le parole della creatura non sembravano essere una minaccia diretta, ma piuttosto un'amara consapevolezza. Era come se quella creatura avesse già visto passare centinaia, migliaia di altri esseri da quel momento, senza mai fermarsi a pensare. Eppure, una parte di lui si ribellava all'idea di essere solo un altro tra tanti, una vittima predestinata. Non poteva permetterselo.
He prepared to react, but his legs were shaking. The creature kept approaching, with heavy steps, the armor echoing like an echo in the ruins. Every movement seemed to express an imposing force, yet it did not seem to be in a hurry. Luke knew that in that world, patience was as much a virtue as a condemnation. The creature did not seem to fear him.
"Do you like the idea of surviving?" asked the creature, stopping at a sufficient distance to observe Luca. "Because here, survival is not something that is given to you. Survival is a gift you have to earn with blood."
Luca stared at the being in front of him. His words resonated like a cruel promise, a ruthless truth. There was no mercy in the Nexus. There was no compassion. Only struggle and death, or struggle and life. Luke did not yet know what his choice would be, but one thing was certain: he would not give up without a fight. There was to be nothing stopping him, neither fear nor pain.
"I will not give up," Luca replied, his voice coming out of his throat in a firm whisper. It was not a threat, but a simple affirmation. He himself felt the weight of those words. "I will not let you win."
The creature was silent for a moment, as if analyzing every single word, every little variation in Luke's voice. Then, with a slow, precise movement, it raised its hand, and Luke prepared for the worst. But instead of attacking him, the creature merely laughed. It was a low, hoarse laugh that echoed in the void. "Another one who thinks he can defy death. You're just delusional."
Luke shifted a step, the metallic sand crunching under his foot. The creature did not seem intent on attacking him, but something in its eyes shone with an ominous light, as if it wanted to test him. Luke felt vulnerable, exposed, but at the same time he could not back down. Not now. Not after all he had gone through to get there.
"So," the creature said, leaning slightly toward him, "let's see what you really have in you. I hope you're ready for what's to come."
With a quick movement, the creature took a step back, raising a hand as if summoning something. Luke could not see what was happening, but a tremor in the air let him know that danger was near. The Nexus was not going to be lenient with him. It would not let him win easily.
"Prepare yourself," said the creature, "for this is only the beginning."
The creature's words echoed in his mind as a black shadow began to form around him. The fight for survival was about to begin, and Luke knew he would have no choice but to face it. The Nexus gave no escape to those who were not ready to face its cruel reality.
Luca breathed deeply, feeling fear snake through him. But something else was happening. The fear was turning to anger. He was not going to bend. He would not be another toy in this merciless world. His determination was growing. Now, more than ever, he felt that battle would be his, even if it meant fighting against the darkness itself.