Chereads / Il Vampiro / Chapter 9 - capitolo 8

Chapter 9 - capitolo 8

Hilton 's pov

Credenze europee

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Molti dei miti riguardanti i vampiri nacquero durante il medioevo. Gli storici e cronisti del XII secolo Walter Map e Guglielmo di Newburgh collezionarono numerosi racconti sui redivivi (morti viventi),[61][62] ma altre testimonianze di leggende inglesi simili sono scarse.[63] Questi racconti erano simili al folclore ampiamente sviluppatosi nell'Europa dell'est nel tardo XVII e XVIII secolo e che fu alla base delle leggende sui vampiri che successivamente si diffusero in Germania e in Inghilterra, dove furono abbellite e rese popolari.

Una delle prime testimonianze di attività di vampiri risale al 1672, nella regione dell'Istria, al confine tra Austria e Repubblica di Venezia (oggi Croazia).[64] Cronache locali citano il vampiro Jure Grando del villaggio di Corridico vicino Antignana come la causa del panico tra i paesani.[65] Grando, un ex bracciante, morì nel 1656, ma i paesani del posto dichiararono che era tornato dal mondo dei morti, che aveva iniziato a bere sangue umano e che molestava sessualmente le donne del villaggio. Il capo del villaggio ordinò che gli si piantasse un paletto nel cuore, ma quando questo metodo non sembrò bastare, il corpo di Grando venne decapitato.[66]

Durante il XVIII secolo vi fu un impeto frenetico di avvistamenti di vampiri nell'Europa dell'est, con frequenti rituali (che comprendevano impalare o disseppellire un corpo) per individuare potenziali morti viventi, a cui partecipavano anche ufficiali del governo.[67] Nonostante si trattasse dell'era dell'Illuminismo, durante il quale numerose leggende folcloristiche vennero domate, la credenza nei vampiri aumentò drasticamente, creando un'isteria di massa in tutta Europa.[61] Il panico nacque con la notizia di attacchi di vampiri nella Prussia occidentale nel 1721 e nei domini asburgici dal 1725 al 1734: da lì si diffuse in altre località. Due casi famosi di vampirismo, i primi a essere ufficialmente documentati, furono quelli dei cadaveri dei serbi Peter Plogojowitz e Arnold Paole. Plogojowitz era morto all'età di 62 anni, ma si credeva fosse tornato nel mondo dei vivi e avesse chiesto al figlio del cibo. Il figlio si rifiutò di sfamarlo, e fu trovato morto il giorno seguente. Plogojowitz sarebbe poi tornato e avrebbe attaccato alcuni suoi vicini di casa che morirono per gravi perdite di sangue.[67] Paole, invece, un ex soldato divenuto contadino che era stato attaccato da un vampiro anni prima, morì mentre era impegnato nella fienagione. Dopo la sua morte, delle persone morirono nei paraggi e si credette che Paole fosse tornato e avesse iniziato a cibarsi dei suoi vicini.[68] Un'altra famosa leggenda serba riguarda un tale Sava Savanović, che viveva in un mulino e uccideva e beveva il sangue dei mugnai. Questo personaggio folcloristico venne poi ripreso in un racconto scritto dal serbo Milovan Glišić e nel film horror serbo del 1973 Leptirica a esso ispirato.

I due incidenti furono ben documentati: ufficiali governativi esaminarono i cadaveri, fecero rapporto e pubblicarono libri in tutta Europa.[68] L'isteria, comunemente conosciuta come la "Controversia sui vampiri del XVIII secolo", infuriò per una generazione. Il problema fu aggravato dalle epidemie rurali di acclamati attacchi di vampiri, causati indubbiamente dalla superstizione presente nelle comunità dei villaggi, dove venivano disseppelliti cadaveri e trafitti con paletti di legno. Nonostante molti studiosi dichiarassero che i vampiri non esistevano, e attribuissero gli eventi a sepolture premature o alla malattia della rabbia, la superstizione aumentò. Don Augustine Calmet, un rispettato studioso e teologo francese, compose un esauriente saggio nel 1746, in cui però rimase ambiguo circa l'esistenza dei vampiri. Calmet raccolse testimonianze di incidenti riguardanti i vampiri; numerosi lettori, tra cui un critico Voltaire e demonologhi convinti, interpretarono il saggio come una dichiarazione di esistenza dei vampiri.[ Nel suo Dizionario filosofico Voltaire scrisse