Hilton 's pov
Racconti di esseri soprannaturali che si nutrono di sangue o di carne fresca di esseri viventi fanno parte di quasi tutte le culture del mondo da diversi secoli.[52] Oggi assoceremmo queste creature ai vampiri, ma nei tempi antichi il termine vampiro non esisteva; bere sangue e simili attività erano attribuite a demoni o spiriti; persino il Diavolo era considerato sinonimo di vampiro.[53] Quasi tutte le culture associano il bere sangue con demoni o creature redivive, o in alcuni casi con divinità. In India, per esempio, alcuni racconti sui Baital, esseri simili ai ghoul che possono entrare in possesso dei corpi, sono stati raccolti nel libro Baital Pachisi; un racconto del libro narra di come il Re intraprenda una ricerca per trovarne uno particolarmente elusivo.[54] Anche Pishacha, lo spirito di malfattori o di coloro che morirono pazzi, rispecchia alcune caratteristiche dei vampiri[55] e all'antica dea indiana Kālī, con zanne e una ghirlanda di cadaveri o teschi, venne attribuito il nutrirsi di sangue.[56]
I Persiani furono una delle prime civiltà a tramandare racconti di demoni bevitori di sangue: sono stati portati alla luce dei cocci di porcellana su cui erano state raffigurate creature che tentano di bere il sangue degli uomini.[57] L'antica Babilonia e l'Assiria possiedono racconti della figura mitica Lilitu, che nella demologia ebraica diede vita a Lilith (Ebreo לילית), un demone che si nutriva di sangue di bambino, e a sua figlia Lilu.
La mitologia greca e latina descrivono creature come le empuse,[58] le lamie[59] e le strigi. Con il passare del tempo le prime due divennero termini generali rispettivamente per indicare streghe e demoni. Empusa era la figlia della dea Ecate ed era descritta come una creatura demoniaca dai piedi di bronzo: si trasformava in una giovane donna e seduceva gli uomini per bere il loro sangue.[58] Lamia banchettava sui letti dei bambini la notte, succhiando il loro sangue, così come faceva la figura mitologica Gello.[59] Come Lamia la Strige si cibava di bambini, ma anche di giovani uomini. Erano descritte come aventi il corpo di corvo o di uccello in generale, e successivamente vennero identificate nella mitologica romana nella strige, un uccello notturno che si ciba di sangue e carne umana.