Londra/22:15/12 Dicembre 1920.
<> era da più di venti minuti che camminavo senza meta in quella strada che costeggiava il bosco, ogni tanto provenivano dei rumori da dietro di me e anche dai lati, all'improvviso sentì qualcosa muoversi tra i cespugli che si trovavano di fianco a me. Presi le mia amata pistola e la puntai pronto a sparare, ma da quell'ammasso di foglie uscì un semplicissimo gatto, <> pensai.
Eccola, l'ultima abitazione, la casa di Sophie, dove qualcosa di orribile era accaduto da poco...
era molto grande, costruita a due piani con un bel giardino che le girava intorno, doveva essere una famiglia benestante. Aprì il cancelletto e decisi di entrare, mi diressi verso la porta con la mia arma nella mano destra, era già aperta, entrai dirigendo lo sguardo sia a destra che a sinistra puntando la pistola, il salone era enorme. La casa era disastrata, mobili rotti e sangue ovunque, probabilmente i genitori avevano lottato per salvare la vita dei figli e la loro...
feci un giro nel salotto nella dispensa era appeso un foglio con scritto sopra: <>. <> pensai, mi diressi verso il centro del soggiorno. Notai due gambe che spuntavano da dietro il divano, mi avvicinai pian piano con la mia calibro 38 in mano e trovai il cadavere di una donna, poteva avere una quarantina d'anni, probabilmente era la madre. Il corpo giaceva a terra a pancia in giù, decisi di girarlo...
restai sconvolto, il ventre era totalmente aperto e le mancavano entrambi gli occhi, le braccia erano piene di simboli, probabilmente incisi con una lama, oltretutto la parte inferiore del pantalone era stata strappata...
lasciando così la vagina esposta, l'avevano violentata.
All'improvviso udì un tonfo provenire dal piano di sopra, mi diressi verso le scale e cominciai a salire con un passo felpato, l'adrenalina cominciò a salire e il battito aumentò.
Quando arrivai in cima, ciò che vidi fece scomparire ogni mia facoltà cognitiva, uno scenario molto più orripilante di quello al piano di sotto.
Un uomo di mezz'età, inchiodato al muro nella quale era stato tracciato un pentacolo col suo stesso sangue, lo stomaco era aperto con le viscere che fuoriuscivano, anche lui aveva gli occhi cavati, ma notai un particolare, sulla fronte gli era stato inciso una sorta di calice con dei simboli.
Sul comodino era poggiata una foto che raffigurava tutti i membri della famiglia, compreso un cagnolino dalle orecchie enormi, <> all'improvviso un grido si sparse per la stanza e qualcuno mi saltò addosso cercando di strangolarmi, riuscì a proiettarla verso il pavimento, era una donna magra e brutta come la fame, provò a rialzarsi ma le tirai un calcio in faccia facendole perdere i sensi, la sollevai da terra e la legai con delle lenzuola nel letto, <>.
Accesi una candela, presi il mio fidato pugnale e cominciai a scaldarlo nella fiamma, nel frattempo la pazza si risvegliò, <> <> le strinsi le guance con la mia mano mettendo abbastanza forza da poterle spezzare quella mascella così gracile, <> <> Provò a tirarmi un morso, le diedi un pugno dritto sui denti. <> non uscì una sola parola sensata dalla sua bocca, stava pronunciando parole incomprensibili, <> cominciai a tagliarle il mignolo della mano sinistra con il coltello incandescente, le urla di dolore si sparsero per tutta la stanza, quant'era soave, non esiste melodia più bella delle urla disperate del proprio nemico, un sorriso compiaciuto spuntò dalle mie labbra. <> <> le mostrai la foto, il ragazzo aveva capelli lunghi e neri, proprio come me, sembravo io da ragazzo. <> <> le tagliai un altro dito. Andammo avanti così per qualche minuto, le restava solo il pollice, fin quando mi disse ansimando dal dolore: <> <> <> mi graffiò il braccio pronunciando una strana parola: <<"Malerum">>, tirai indietro il mio arto, la stronza mi aveva fatto un taglio profondo, <> <> le conficcai il pugnale in gola.
Lì dentro avevo finito, mentre uscivo dalla stanza notai che per terra si trovava uno strano libro rilegato in pelle che prima lì non c'era, probabilmente era caduto dalla veste di quella troia, lo raccolsi, <> Nel frattempo mi accorsi guardando l'orologio che era già mezzanotte. Mentre mi dirigevo al "London Pub" la mia vista comincio ad offuscarsi, sentivo la testa molto leggera e poco dopo davanti a me comparve una figura, <> ma non ottenni risposta, <> mi si lanciò addosso, un grido disumano mi fece accapponare la pelle, caddi a terra. Mi rialzai di scatto con la pistola in mano e la puntai subito davanti a me pronto a sparare, ma non c'era nessuno, <> Mi domandai, presi il libro che mi era caduto e anziché andare al pub mi diressi subito verso il mio ufficio.