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PERSO TRA LE ANIME

scrittoredellanott
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Synopsis
"Perso tra le anime" ripercorre la storia di un investigatore di nome: James Murd che si ritrovò a dover risolvere un caso molto complesso e pericoloso nella lontana Londra del 1920. Ma ben presto egli si rese conto che non bisogna avere paura solo dei vivi. Una lettura che si perde in un complesso flusso ai limiti della realtà, ricco di terrore e suspense, portando così la psiche umana allo sfinimento. E tu, sei pronto a perderti tra le anime?
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Chapter 1 - PROLOGO

Londra/18:25/12 Dicembre 1920.

Era una fredda sera invernale, stavo vagando nei pressi di Carteret Street mentre fumavo il mio solito e abitudinario sigaro vanigliato. Ero diretto al mio ufficio, ma prima di arrivare ho pensato che per scaldarmi un pochino, un bicchierino di Rum sarebbe stato molto utile, mi fermai al "London Pub", molta fantasia mi dicevano.

Entrai e mi diressi verso il bancone, feci il mio ordine e mentre bevevo vidi il mio riflesso nello specchio posto dal lato del barista, pensai: <>.

Una volta uscito dal pub cominciai di nuovo a camminare verso il mio ufficio, si trovava a 2 isolati da lì.

Appena arrivato aprì la porta e mi diressi di corsa a mettere qualcosa di caldo addosso,

si era fatto tardi, erano quasi le 20:00, presi un po' di pane dalla dispensa e ci misi dentro una fetta di carne avanzata dal pranzo con qualche fettina di formaggio.

Mi sedetti sulla poltrona e cominciai a leggere un vecchio libro regalatomi di psicologia, all'improvviso qualcuno busso alla porta, <

<> gridai, ma quella testa di cazzo la fuori continuò a bussare alla mia porta con forza ed insistenza, mi alzai e cominciai a camminare verso al porta, ma prima di aprire, per sicurezza presi la mia calibro 38.

Aprì la porta di scatto, ma ciò che vidi mi lasciò sconvolto, era una giovane donna, capelli corti e corporatura esile, era tutta sporca di sangue, aveva il viso tumefatto e le mancava un occhio, indossava una canotta e dei pantaloni strappati. Le chiesi cosa era successo ma ella mi cadde tra le braccia, aveva perso i sensi, la trascinai dentro e mentre mi dirigevo verso la porta per chiuderla vidi una persona alta che stava per entrare nel mio ufficio, addosso aveva una veste lunga e nera, con un cappuccio che le copriva il viso, le sue mani erano sporche di sangue. Capii subito che si trattasse dell'aggressore, <> cominciò a correre verso di me estraendo un coltello da una delle tasche, non esitai mezza volta a sparargli, cadde a terra dolorante, lo colpii al ginocchio e allo stomaco.

Mi avvicinai a lui e gli levai il cappuccio, era un uomo, poteva avere 30 anni circa, sulla fronte aveva tatuato uno strano simbolo, gli chiesi chi cazzo fosse e perché aveva ridotto in quel modo quella donna, mi sputò in faccia. Cominciai a colpirlo più volte al viso e a rivolgergli delle domande, ma fù tutto inutile, non ottenni nessuna risposta, ma all'improvviso il bastardo parlò e disse: <>, gli risi in faccia e gli dissi: <> lui rispose <> gli sparai un colpo in testa prima che potesse finire la frase, quel figlio di puttana mi era totalmente inutile, decisi di chiamare i miei colleghi col telefono fisso che avevo comprato da poco, mi rispose un mio caro amico, Tommy Mecrise, mi disse che avrebbero ritardato in quanto stavano intervenendo per un caso di rapina in una London Street non troppo distante dal mio ufficio.

Durante l'attesa cominciai a prestare le prime cure alla ragazza, mio padre era un veterano di guerra e crebbi sotto la sua scuola, mi insegnò a sparare e combattere, mi insegnò a guardare negli occhi e uccidere senza pietà il mio avversario e mi spiegò anche come prestare delle cure mediche.

Fasciai la testa e l'occhio dopo aver ripulito le ferite, mentre ricucivo le parti lacerate della ragazza, notai che sullo stomaco le era stato inciso un pentacolo con una lama, <>

All'improvviso si svegliò e mi prese dal collo gridando, <>, la ragazza si tranquillizzò e poggiò la testa sul mio petto, si mise a piangere e mi disse: <> presi la sedia e cominciai a rivolgerle qualche domanda, <> <> <> <> .<>

<> <> <> . Pensai tra me e me: << Porco cazzo>>, <> <> scoppiò in lacrime, tremava, era terrorizzata poverina. Cercai di rassicurarla, le diedi un pò di tè caldo con un calmante e si addormentò, qualcuno bussò alla porta e presi subito in mano la pistola, <>.

Aprì la porta, insieme a lui c'erano altri colleghi, gli spiegai tutto e si misero a pulire, alcuni di loro presero la ragazza e la portarono via, io mi misi a parlare col mio amico dell'accaduto.

<> , <>, <> <>, <>

<> <>. Tommy uscì dal mio uscì dal mio ufficio furibondo, meglio così, non volevo che altri rischiassero la vita, come volevo anche tenermi il divertimento tutto per me. Mi cambiai i vestiti e cominciai a dirigermi verso la casa di Sophie, <>.