Dove eravamo rimasti?
Giusto, adesso ricordo, vi avevo fatto un accenno su un certo tizio chiamato il Maestro, e immagino che voi siate rimasti stupiti chiedendovi "e chi cavolo è sto qua", beh posso solo dirti che mi ha salvato la vita, e che mi ha insegnato a usare un Nokia, ma non per fare chiamate diciamo, evito di dilungarmi però, ti chiedo solo di avere pazienza perché ho parlato un po' troppo forse, vedi per arrivare al nostro caro Maestro, dobbiamo prima fare un passo indietro perché quello che ti sto per raccontare è il motivo, per quello che so, del fatto che io sia volato via dalla mia ragazza mentre le regalavo una mazza da baseball, quindi prendi i popcorn, siediti, accendi la luce (guardare uno schermo con luci spente fa male alla vista), e inizia a leggere.
Mi risvegliai in una stanza completamente bianca, all'inizio non vidi niente, ero rimasto accecato dopo il risveglio, ma poco a poco riuscii a distinguere una sedia e un tavolo al centro della stanza, in mano avevo ancora la mia mazza, controllai il telefono che avevo lasciato nella tasca destra dei miei jeans ma niente da fare, non c'era, mi avvicinai al tavolo e notai che sopra di esso posavano 2 oggetti: il famoso Nokia dei primi anni del 2000 e un anello nero con un punto rosso nella parte superiore, nient'altro mi chiedevo se fosse la sala giochi per un vecchietto ma non appena presi in mano l'anello una voce inizio a parlare una voce robotica senza interruzione : "benvenuto, il tuo nuovo nome è Pereseus , basandosi sulle tua abilità fisiche sei stato assegnato alla fascia rossa, il tuo obbiettivo è sopravvivere, indossa l'anello e porta sempre con te il dispositivo assegnato che troverai nel tavolo al centro della stanza, la prima prova inizierà a breve, buona fortuna", da quello che avevo capito il dispositivo che dovevo portarmi dietro era un Nokia, e non so voi come la pensate, ma a me sembrò una presa in giro, ma non ebbi neanche il tempo per pensare che appena misi in tasca il mio nuovo telefono, che nel muro che avevo davanti si formò una maniglia, e da quella una una porta, appoggiai l'anello sul tavolo e mi diressi verso quest'ultima, la aprii e mi affacciai, notai che mi ritrovavo nel punto esatto dove ero andato con Alexandra, il campo da baseball abbandonato, uscii dalla stanza e mi guardai attorno, ma quando mi girai mi accorsi che la stanza non c'era più, non diedi importanza alla cosa e provai a cercare Alexandra, decisi quindi di tornare a casa, ma durante il tragitto non vidi nessuno, nessuna macchina muoversi, nessuna bambina che vende biscotti nelle case, mi sembrò alquanto strano ma decisi di continuare, arrivai e quando suonai il campanello sentii uno strillo che veniva dal piano di sopra, notai che la porta era stranamente aperta, entrai, salì le scale controllai in tutte le camere tranne la mia, ma non c0era nessuno, quando arrivai nella mia stanza intravidi da sotto la porta delle ombre, per paura decisi di non dire niente e di aprire lentamente la porta, ma neanche il tempo di afferrare la maniglia che si spalancò la porta e mi ritrovai davanti un uomo di giovane età, ma nessuna delle sue caratteristiche erano normali, il suo viso aveva dei lineamenti deformi, gli mancava l'orecchio destro che all'apparenza gli era stato strappato via da qualcosa simile ad un morso, il colore della sua palle era pallido, e fin qui potrai dire "beh esistono persone con delle malformazioni alla nascita" e bla bla bla, ma se lo pensi davvero, è perché non hai sentito la seconda parte della descrizione, come prima cosa i suoi vestiti erano per la maggior parte strappati non aveva scarpe e della bava color sangue gli colava dalla bocca, aveva delle mani insanguinate con delle unghie che arrivavano fino a tre centimetri e la sua pelle sembrava fatta di carne marcia, non so tu, ma io, questo tipo di essere vivente lo chiamo Zombie, anche se non credevo ai miei occhi, era l'unica opzione possibile, non mi sembrava vero lo guardai negli occhi, poi uno cadde per terra e mi limitai a guardarlo nell'occhio, lui mi annuso la spalla e io per paura lo lasciai fare, dopodiché guardò la mia mano, come se stesse cercando qualcosa, poi non so cosa successe ma ad un tratto spalanco l'occhio e ululo di rabbia, mi spinse a terra e caddi dalle scale, fortunatamente ne uscii senza alcuna frattura, mi rialzai in tempo per scappare ma lui non esitò a rincorrermi, mi chiusi la porta di casa e alle spalle e non mi guardai più indietro, fino a quando non sentì uno sparo, incuriosito mi fermai e girandomi notai una sagoma nera con un fucile in mano, ai suoi piedi quello strano essere che da adesso in poi chiameremo Zombi o Essere, cercai di capire se quell'uomo era un umano o un altro non morto, ma quando si girò verso di me capii che era vivo e vegeto, mi sorrise e mi disse, "benvenuto a zombieland ", io lo guardai con un tono incuriosito, e ribattei "grazie ma declino l'offerta, mi dice come tornare a casa", "come tornare a casa?, ci sei appena uscito correndo da casa" rispose lui ironico, e ridendo si avvicino a me dicendomi "vedo che sei nuovo, dovrò spiegarti un po' di cose, vedi questo non è il nostro mondo" io lo guardai stranito e pensai a tutte le domande senza risposta che mi giravano per la testa, ma la prima che mi venne da chiedere fu "cosa ci faceva quell'essere in casa mia?", il ragazzo mi guardo stupito," curiosa come prima domanda da farmi, comunque immagino che stesse cercando qualche umano da mangiare, ma tranquillo è una cosa normale in questo mondo", io feci una smorfia e guardai per un ultima volta lo zombie a terra, poi il ragazzo si presento e mi invitò a seguirlo, "il nome che mi è stato assegnato maestro, ho 18 anni e abito in questo mondo da quando ne avevo 14, per me è diventato normale vivere qui, questo è una specie di mondo parallelo abitato da zombie, l'obiettivo di noi umani rinchiusi qui è di trovare la strada per il ritorno nel pianeta terra, ma questo non ha importanza adesso, ti porto a casa mia, potrai restare per un po'"