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Chapter 2 - Introduction

Correre,correre,correre. È un'attività che spesso al genere femminile non piace molto a meno che esse non lo vogliano fare per mettere ben in mostra i loro seni prosperosi che rimbalzano a ogni passo.

Io in questo momento ho qualcosa di molto più grande che mi rimbalza addosso e anche più pesante, si sto parlando di mio fratello più piccolo Mosè, lo so un nome alquanto inusuale in quest'epoca ma ai miei genitori piaceva e quindi glielo hanno appioppato.

Oltre al mio caro fratellino di quasi tre anni che si aggrappa al mio collo cercando di facilitarmi la corsa, sulle spalle ho un grande zaino da scout con dentro tutto il necessario per vivere, possiamo anche dire che ho tutti i miei averi e anche quelli di Mosè e anche quelli di Isaia l'altro mio fratello che sta correndo tenendomi per mano e che pure lui ha uno zainetto sulle spalle solo di dimensioni ridotte rispetto al mio. Avete presente i bambini dell'asilo che vogliono sempre portarsi qualche gioco da far vedere ai compagni? Ecco quelle sono le dimensioni.

Quasi dimenticavo, vi starete chiedendo perché sto correndo e se mi poteste vedere in questo momento pensereste che abbia appena percorso 40 chilometri da quanto sono sudata e affannata mentre cerco di trascinare Isaia che con le sue gambette di solo 6 anni di vita, non mi riesce a stare dietro.

Corro perché ho il brutto presentimento di essere inseguita, no non sto giocando ad acchiapparella, o meglio, si in un certo senso, ma è un gioco da grandi in cui chi mi vuole prendere usa pistole e coltelli e non è umano, no per niente. Questi esseri che hanno invaso la terra da ormai 5 lunghissimi mesi  come scopo si sono prefissati quello di annientare il genere umano.

Buffo no? Come quando da piccola delimitavo il mio spazio per fare la mia casa con i cubetti e arrivava correndo Elia distruggendo la mia barriera....

La barriera dell'essere umano era la collaborazione che si era creata appena questa "nave" nemica era entrata nell'atmosfera e tutte le persone del mondo avevano cercato di collaborare per fermarla...ora probabilmente sono seppelliti in una fossa comune.

Poverini

Beh ritornando a noi, sono 10 minuti che continuo a correre e sono stufa morta, ho il fiatone...sto trascinando Isaia che poveretto non respira più ormai.

Mi guardo intorno.

Sono fortunata, in tutti questi mesi sono stata estremamente fortunata...per certi punti di vista.

Una volta non credevo nella fortuna, nel destino e tutte queste cose qui...ma ora nella fortuna un po'ci credo, solo un po' però.

Mi guardo intorno

bingo!

Mi fiondo dentro le porte del centro commerciale,un pezzo di vetro mi graffia il braccio ma non ci faccio caso, non è il momento.

Mi fiondo in un camerino e lo chiudo. La porta in legno leggera mi permette di sentire ogni movimento all'esterno, ma per il momento ci sono solo i nostri respiri affannosi che cerchiamo di trattenere...

Che scelta stupida,stupida,stupida ho fatto! Come mi è saltato in mente di nascondermi qui!? È uno dei primi posti che controllerà.

Appoggio l'orecchio alla porta mentre Isaia mi imita e trattengo il respiro, niente,non sento assolutamente niente e questo potrebbe essere....

Avvicino la mano alla fondina dove nascondo la pistola e con un movimento fulmineo tolgo la sicura,alzo il braccio,guardo in alto e sparo facendo spappolare il suo cervello e le sue budella sul soffitto.

Mosè comincia a piangere mentre Isaia si stringe in un abbraccio da solo per confortarsi, non se lo spettavano.

Anche io non me lo aspettavo ma ho imparato che quello che per noi è assurdo per loro è normale.

È difficile perché vuol dire ragionare alla rovescia, è come avere prima l'acqua e poi cercare un contenitore dove metterla, non ha senso per noi.

Li abbraccio stringendoli forte a me.

Sono stata fortunata, un caso su mille. Era ubriaco fradicio e lo posso sentire anche attraverso questa porta, anche attraverso l'odore di sangue che mi fa girare la testa da quanto è forte.

Di norma questi esseri hanno i loro cinque sensi tre volte più sviluppati di noi e lo stesso vale per le loro abilità fisiche e mentali.

Ma io sono stata fortunata.

Apro piano la porta, l'adrenalina pian piano scende fino a farmi sentire tutta la maglia sudata sulla schiena, le gambe stanche le spalle distrutte dal peso di Mosè e dello zaino e quando usciamo l'odore e la vista del sangue mi fanno girare la testa talmente tanto che devo appoggiarmi a uno scaffale.

Prendo mio fratello per mano e a fatica cercando di non guardare il cadavere per terra mi avvio in mezzo alle corsie di quello che mi sembra  essere un negozio d'alimentari.

Ci sono molti insetti e topi che gironzolano indisturbati mentre io mi avvio al reparto dei sottaceti che dovrebbero essere meglio conservati.

Trovo dei vasetti di latta con del mais, piselli,fagioli,tonno,olive e addirittura un pacco di creker intatto. Infilo tutto nello zaino di mio fratello e poi usciamo.

Sono stata fortunata.

Ma la fortuna non è mai stata dalla mia parte, anche prima che tutto questo accadesse, la mia vita è sempre stata un susseguirsi di sfortune quindi in questo momento non sto qui a illudermi che continui... però ne approfitto finché dura.

Mosè piange, lo sento dalle lacrime che bagnano la mia maglietta, per essere un bambino di soli due anni compiuti è molto intraprendente, sa che non possiamo permetterci di fare rumore. Poso una mano graffiata e un po'sporca sulla sua testa altrettanto sporca e lo accarezzo.

Do la mano ad Isaia e attraversiamo l'autostrada che come dicono i pochi cartelli ancora intatti, porta a Milano e ci dirigiamo verso la boscaglia dove potremo essere meno visibili.