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Chapter 3 - IL GRANDE SOGNO:

Sono Sol e ho un grande sogno.

Lo so che potrebbe sembrare stupido ma il mio sogno è quello di uscire, anche solo per cinque minuti, per vedere cosa si nasconde dietro le mura di casa. Il mio nome "Sol", significa letteralmente "sole", eppure non l'ho mai visto, come d'altronde tutto il resto. Sono affetta da una rara malattia...ho le difese immunitarie quasi inesistenti, e proprio per questo non ho mai avuto la possibilità di vivere come una ragazza normale.

Ogni tanto mi capita di fantasticare su come sarebbe vivere una vita diversa, uscire dalla prigione chiamata casa, essere invasa dal dolce profumo dei fiori, essere baciata dal sole e cullata dal vento, come nei miei sogni.

Mi trovo su una montagna, ed intorno a me regna il silenzio. Una fitta nebbia copre il paesaggio e intravedo solo le vette di quelle maestose montagne che da qua sembrano così piccole, è come stare sopra le nuvole. Sembra un sogno così vicino eppure così lontano da realizzare.

Delle volte mi chiedo cosa succederebbe se me ne andassi...se qualcuno si accorgerebbe mai della mia assenza, io stessa non so cosa darei in cambio per sentirmi libera almeno una volta...la vita probabilmente e lo farei senza pensarci due volte. Ma qualcosa mi fa paura la fuori; è tutto così nuovo, così diverso.

Forse è il momento...ora o mai più. Esco dai miei pensieri e do un'ultima occhiata alla casa, alla mia infanzia. Mi dirigo verso la stanza dei miei genitori, loro non ci sono. Prendo carta e penna e comincio a scrivere:

"Mamma, Papà, avete fatto tanto per me, non so come ringraziarvi. Non prendetemi per egoista se lascio questa casa e mando all'aria tutti gli sforzi che avete fatto per tenermi al sicuro, ma non riesco più a trattenere la mia curiosità. So già come andrà a finire e per me va bene, non stateci male. Mi mancherete, vi voglio bene. -Sol"

Appoggiata la lettera sul loro letto vado verso la porta...il mio corpo e scosso da moltissime emozioni come felicità e malinconia. Attraverso la soglia di casa ed esco. Mi sento travolta dallo stupore; è tutto così perfetto. Ho aspettato anni prima di provare sulla mia pelle la libertà. Comincio a camminare, sempre più veloce, corro. L'aria che mi sfiora la pelle calda delle guance rigate dalle lacrime, finalmente sono felice. Mai mi sono sentita più viva.

La camminata rallenta appena giungo ad un parco, ormai sono lontana da casa. I passi si fanno più pesanti, i respiri più affannosi, sono stanca e ormai senza forze. Mi accascio a terra, l'erba mi solletica il naso, mi scappa una risatina silenziosa che finisce presto in un aggressivo attacco di tosse. Rimango qualche minuto distesa a guardare il cielo...quanta pace. Adesso so cosa voglia dire essere un'adolescente normale, quanto sarei voluta nascere come loro. Non penso ad altro e mi lascio cullare da quella magnifica sensazione. Le palpebre si fanno pesanti, comincio a chiudere gli occhi...dormire un po' non mi farebbe male.

Il buio mi avvolge ma sono ancora cosciente, riesco a sentire ciò che sta accadendo intorno a me. Voci...mamma? Papà? avranno letto il biglietto. mi hanno trovata in fretta. Mi sento essere sollevata da terra, peccato era proprio bello stare sul prato. Mi fanno domande e cercano una mia reazione, non riesco a muovermi, le energie mi stanno abbandonando. Nella mente rido, come fanno a pensare di riuscire a salvarmi?...ormai lo sanno che finisce oggi.

Nella mia mente si propaga un'immagine sfocata: il sogno di prima. La brezza e la vista del paesaggio mi portano a pensare a pochi minuti fa mentre correvo libera tra i prati e le strade. Il mio sogno si è realizzato, anche se è durato poco.

Sento ancora le voci dei medici dirsi che non ce la farò, i miei genitori che piangono...scusatemi tanto ma io sono felice adesso, mi sono sentita me stessa, mi sono sentita come se non fossi mai stata isolata per tutti quegli anni. Ora posso abbandonarmi ad un sonno eterno e pacifico. Le voci cominciano a farsi sempre più lontane, il mio corpo si sta rilassando, comincio a perdere i sensi. Mi addormento sorridendo.