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Settimo desiderio

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Chapter 1 - Mistica.

Tuoni e lampi ci sono scatenati in un istante il giorno divieni la notte.

Non che io abbia la paura, ma avevo stano presentimento.

Entrai in casa tutta bagnata appoggiando quel inutile ombrello accanto la porta d'ingresso.

Tolgo la giacca che completamente bagnata, levo le scarpe e il resto del vestiti.

Rimango solo con la maglietta bagnata addosso.

Mi domando perché non riesco andarmene di questa casa.

Perché insisto ad abitarci e soffrire.

Con la coda dei occhi noto di nuovo quella presenza oscura raggirassi per la casa, ora mai non ci faccio caso, anche se ultimamente quella presenza si fa sentire sempre piĂč spesso.

Cerco modo di saperne di piĂč, ma non e cosi facile.

Ho consultato diversi libri, ma si parla di presenze, di fantasmi o di demoni, ed io sinceramente non riesco descrivere bene la loro identitĂ .

Entro nella mia stanza e di nuovo noto che mio armadietto della biancheria e tutto sotto sopra.

Pazienza lascio cosi, mi sono stancata di ordinare tutto quando dopo poco tempo sarĂ  di nuovo tutto per aria. Questo comportamento mi confonde parecchio.

Prendo asciugamano e vado a farmi la doccia calda altrimenti prendo un raffreddore e passo un altra settimana a casa.

Eccolo di nuovo a giocare con acqua.

"Ora basta ti prego smettila" urlai contro.

Non abbastanza. Acqua a volte veniva cosi calda che mi ustiono la spalla, poi arrivava cosi fredda da farmi venire brividi.

"Ho capito, vuoi che rimango domani a casa?" domandai sperando che gioco finisca qui. Uscendo dalla doccia inciampai sul tappetino battendo forte la testa.

"Caspita che dolore, questo e sangue! E la spalla mi fa malissimo! " Riesco mala pena alzarmi dal pavimento quando vidi con poca chiarezza forse perché ho battuto la testa o forse perché avevo la vista annebbiata -Lui!

Splendido ragazzo in abito nero o forse era la pelle, due enormi occhi azzurri e Ali.

Mi fissava per un istante per poi sparire.

Riesci arrivare a letto. Entrai sotto la coperta sentivo freddo, mio unico pensiero era che di nuovo salterĂČ la scuola e finirĂČ di nuovo a dare inutili spiegazioni e giustificazioni.

Questo doveva essere l'anno della svolta, che si presenta come ennesimo anno di sfinge.

Non me lo passo tanto bene nel ultimi tempi.

A scuola ero invisibile. Tenevo profilo basso e non permettevo a nessuno ad avvicinarsi troppo a me. Dovrei mentire, inventarmi le scuse, e non avevo tempo per questo. Fra scuola e lavoro e casa non ho molto tempo per me. Altri hanno la famiglia che per quanto posso essere difficile rapporti fra famigliari hanno comunque loro cari vicino.

Cavolo come fa freddo.

Suono della sveglia mi fa girare la testa. Cerco comunque di alzarmi ma sento un strano peso sopra di me. Camera era al buio con persiane chiuse entrava mala pena qualche fascio di luce.

Non riuscivo distingue bene il suo fisico. Ricoperto da strana ma lucente veste nera.

Viso era coperto dai suoi capelli lunghi e neri.

Vorrei tanto alzarmi ma avevo timore che mio minimo movimento lo avrebbe fatto svanire nel nulla.

Sentivo suo calore sul di me. LeggerĂČ abbraccio cosi confortevole.

Mi scende lacrima dal viso bagnando la sua mano. Chiuso occhi non vorrei che andasse via, non sentivo un calore di un altra "persona" da tantissimo tempo.

Troppo tardi e giĂ  svanito.

Vedo letteralmente volare di nuovo per la stanza tutta la mia roba.

Mi fa sorridere, anzi comincio a ridere.

Mi ero seduta sul letto fissando le mie mutande volare via insieme alle cose che erano nel cassetto.

"Ma sembri un bimbetto arrabbiato che appena stato sgridato" esclamai con gioia.

Silenzio totale. La mia roba si era postata sul tutto pavimento.

"Mi potresti almeno aiutare con vestiti, cosa dovrei indossare oggi, visto che rimango a casa!" dissi sperando in una risposta.

"Va bene anche questo!" aggiungo prendendo la camicetta verde scura che si era posata sul letto.

Mi vesto ma faccio enorme fatica, la spalla e la testa mi fanno male.

Forse meglio che mi rimetto a dormire.