Chereads / You are my booty / Chapter 1 - Capitolo 1

You are my booty

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Synopsis

Chapter 1 - Capitolo 1

Era una notte buia d' inverno, e solo la luce della luna illuminava la strada deserta.

Il vento gelido fece scricchiolare i rami di un albero e, in un batter d' occhio, Levi si mise sull' attenti.

Le strade luminose della città 20 si trovavano non troppo lontane da lui, e il rumore dei clacson lo confermava.

Se voleva passare attraverso la città aveva solo un piano: passarci sotto.

La città 20, come anche la 7 e la 13, erano conosciute nel mondo per la bellezza luminosa dei palazzi, dei negozi, dei bar, dei ristoranti...Ma soprattutto per la dimora Smith.

Era quest' ultima che più interessava a Levi.

La casa più bella e costosa che sicuramente conteneva molte ricchezze.

Si trovava davanti al cancello della casa.

Che stava aspettando? Non era forse la sua occasione?

Il corvino guardò dritto davanti a sè e sorrise. Era il momento di andare.

Presto diventerò ricco

Si illuse Levi quella sera d' inverno.

Stava per scassinare il cancello d' entrata della dimora, quando il telefono del corvino squillò, fortunatamente la suoneria non era alta, sentì solo la tasca vibrare incessantemente.

"Che vuoi Hanji, non ho tempo-"

"Non entare nella casa"

"Cosa?"

"Raphael ha appena detto che il signor Smith ha un ottimo sistema di sicurezza... non riuscirai mai ad entrare senza far scattare l' allarme"

Il corvino se lo sarebbe aspettato, quale riccone non mette un sistema di sicurezza? Solo un idiota.

"Quindi che faccio?"

La mora ci pensò un pò.

"Ho un idea... è rischiosa, ma potrebbe non funzionare... questo dipende solo da te"

"Cosa inten-"

La mora attaccò prima che Levi potesse finire la frase cosa che fece innervosire molto il corvino

Levi' s pov

A volte mi verrebbe voglia di strangolarla... deve capire che non siamo in un film giallo.

Mi allontanai dalla struttura da fare in modo di non essere visto da nessuno.

Poco dopo mi arrivò un messaggio, era un messaggio di Hanji, mi aveva mandato un indirizzo.

Misi il cappuccio della felpa, così da coprirmi il più possibile nel caso qualcuno mi avesse visto, così sarebbe stato difficile riconoscermi.

Arrivai in un vicolo, era stretto, c'era solo un gatto di strada appollaiato sulla pattumiera. Vidi la ragazza appoggiata al muro.

Come al solito aveva una coda disordinata e gli occhiali poggiati sulla testa, credo di averla vista indossarli poche volte.

Sembrava non essersi accorta di me così la scossi appena, alzò lo sguardo dal display che stava consultando un attimo prima e mi sorrise.

Non volevo perdere altro tempo.

"Ok, dimmi il tuo piano"

Lei fece un segno di 2 con le dita.

"Due parole: Eren Jeager"

Storsi il naso, non avevo mai sentito questo nome "Cos' è una marca di profumi?"

Lei sgranò gli occhi, eppure non mi sembra di aver detto nulla di che "Come fai a non conoscerlo? È l' hacker più famoso nel mondo del crimine"

Disse Hanji credo con l'intento di farmi localizzare per un attimo ľ individuo nella mia testa, cosa che non accadde.

"Forse non lo conosco perchè io la voro da solo" dissi accentuando l' ultima paola, lei roteò gli occhi.

Ho sempre lavorato per conto mio, mai una volta mi era stata assegnata una missione con qualche collega. Oramai lo sanno tutti che non ho bisogno di alcun aiuto durante le mie rapine.

Mi prese per un polso, cominciò a trascinarmi, ma non sapevo dove mi stesse portando, mi condusse nel bosco, era notte, perciò non si vedeva quasi niente, non che avessi paura, ma poteva essere molto pericoloso, camminammo per venti minuti tra alberi e cespugli, ci stavamo avventrando un po' troppo, percorremmo sentieri sempre più ripidi,infine arrivammo davanti ad una casetta di legno, non era in buone condizioni e non sembrava neanche confortevole.

Hanji bussò tre volte, come se fosse una combinazione, e la porta si aprì. Entrammo, appena misi piede nella struttura sentii in cumulo di polvere alzarsi sotto i miei piedi, ci guardammo un po' intorno, la struttura era completamente vuota, mi ritrovai un pugnale puntato alla gola, la presa era molto violenta non c'era dubbio, la gola iniziò a pizzicare, quasi non riuscivo a respirare. "Presentatevi" preso da questo suo attimo di distrazione, appena ammorbidì la presa capovolsi la situazione prendendo il braccio del ragazzo, impugnai il coltello e glie lo puntai alla gola, ero appena arrivato e questo moccioso mi aveva già fatto innervosire "Non credo servano presentazioni" dissi sussurrandeglielo alľ orecchio, le sue guance si arrossarono leggermente ma non gli diedi troppo peso "He-heichou" il ragazzino iniziò a balbettare per un motivo a me sconosciuto, non mi piacevano i mocciosi insicuri, ma davano sui nervi "In carne ed ossa" dissi con semplicità e un briciolo di ironia, ormai mi conoscevano tutti,sia bambini che adulti, sulla la testa ho una taglia enorme e ormai anche i cittadini più comuni si sono messi a darmi la caccia e ciò non fa altro che eccitarmi ancora di più.

Mollai il ragazzino e lui rimise il pugnale sulla scrivania, evidentemente lo aveva preso appena aveva sentito bussare, si sarà semplicemente spaventato, ormai per i boschi gira chiunque, si sarebbe potuto trovare faccia a faccia con un assassino, invece gli è capitato peggio. Come ogni ladro che si rispetti me ne vado sempre in giro con una Black Star, ma solo per emergenza, solamente che nella pistola tengo un solo proiettile e ho intenzione di usarlo solo in un un'occasione in cui vale la pena usarlo, in 10 anni da criminale non ho mai avuto ľ occasione di consumarlo per mia fortuna e spero di non doverlo fare in futuro, non ci tengo particolarmente a sparare a qualcuno.

Riportai la mia attenzione al ragazzo che stava ancora massaggiandosi la gola, aveva una zazzera di capelli castani, ma la cosa che più di lui mi aveva impressionato erano gli occhi, aveva gli occhi di un bellissimo verde smeraldo, così intenso che mi ci sarei potuto perdere all' interno. Era molto alto, anche troppo per i miei gusti e aveva una corporatura magra e per quel fatto si notava ancora di più quanto fosse alto.

Restai a guardarlo due minuti, che sembrarono interminabili, quando mi guardò con un sorriso beffardo e disse:

"È un piacere fare la sua conoscenza, io sono Eren Jeager".